News

Recovery e rivoluzione green: “L’idrogeno sarà un volano ma servono infrastrutture”

Per la mobilità del futuro manca tutto, anche le stazioni di servizio

L’associazione delle aziende italiane dell’idrogeno (il cui nome è H2IT) ha fatto precise richieste a Governo e Parlamento riguardo alla “rivoluzione green” promessa dal Recovery plan. Una delle sei missioni del Recovery, infatti, è relativa alla Rivoluzione verde e Transizione ecologica, con investimenti previsti per 57 miliardi. Nel corso di un’audizione sul Pnrr alla Commissione Attività produttive della Camera, i rappresentanti di H2IT hanno domandato con forza di rispettare quelle che, secondo il loro giudizio, sono priorità non procrastinabili.

Transizione verde

In pratica hanno chiesto di accelerare la transizione verso l’idrogeno prodotto da fonti rinnovabili. Ma anche di sostenere progetti nazionali di grande scala. Per raggiungere questo obiettivo occorre sfruttare le competenze delle aziende italiane per competere poi a livello internazionale. L’associazione delle imprese dell’idrogeno ha inoltre sottolineato l’importanza di costruire una rete infrastrutturale per la logistica e il trasporto dell’idrogeno. In sostanza: sviluppare infrastrutture per la mobilità a idrogeno che oggi in Italia sono quasi inesistenti. Così come non esistono le stazioni di servizio per i rifornimenti.

Il futuro dell’idrogeno

Per il presidente di H2IT, Alberto Dossi, “la filiera italiana dell’idrogeno è in rapido sviluppo”. È chiaro che gli investimenti previsti nel Pnrr a supporto della rivoluzione green saranno decisivi per compiere un salto di qualità.  Se supportata adeguatamente, la filiera dell’idrogeno può avere un impatto decisivo sia per la transizione energetica che per la competitività economica del Paese. “Il settore idrogeno tuttavia è complesso e necessita di un piano strategico chiaro, di ampio respiro – ammonisce Dossi -, che non subisca battute d’arresto o inversioni di marcia”. Ma che invece “proceda gradualmente con azioni sul breve, medio e lungo periodo, soprattutto per quanto riguarda il ruolo futuro dell’idrogeno verde”.

Decarbonizzazione dell’industria

Per H2IT ci sono comunque segnali positivi che arrivano dal Pnrr. Gli investimenti previsti al suo interno mirano ad avviare la graduale decarbonizzazione dell’industria pesante, a sviluppare una rete di stazioni di rifornimento sui corridoi strategici, a supportare lo sviluppo di hydrogen valley (centri di ricerca e impresa focalizzati sull’idrogeno, ndr.), ad incentivare la produzione di idrogeno verde e a potenziare la ricerca. Come ricordato da Dossi, l’Italia è inoltre impegnata nella partecipazione ai grandi progetti di comune interesse europeo sull’idrogeno.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

Pulsante per tornare all'inizio