Esclusiva Velvet

Matteo Alieno: «Sogno Dalla e Jovanotti mentre punto al 1° maggio» [INTERVISTA ESCLUSIVA]

Matteo Alieno, alias Matteo Pierotti, classe ’98, è un cantante romano e giovane promessa della Honiro, etichetta che ha portato al successo grandi nomi come quello di Ultimo. Matteo Alieno è stato selezionato fra i finalisti di Primo Maggio Next, concorso per i nuovi artisti del Concertone del Primo Maggio. Le finali si svolgeranno il 18 e 19 aprile, dalle ore 15, in diretta streaming su next.primomaggio.net. Abbiamo voluto chiedere a Matteo Alieno cos’ha provato, come si sta vivendo la quarantena e qualche curiosità su di lui.

Sei fra i finalisti di Primo Maggio NEXT. Un grandissima soddisfazione, te lo aspettavi quando ti sei iscritto?

No, assolutamente. Mi sono iscritto perché Daniela Turchetti, ufficio stampa della Honiro, lo ha suggerito a tutti noi della scuderia dell’etichetta. Siamo un roster di emergenti, tutti amici, ragazzi giovani, ai primi passi. Ovviamente conoscevo il Concertone, NEXT, ma non mi ero mai informato perché… Perché purtroppo sono fatto così (ndr ride). Ora sono nella finale degli ultimi trenta artisti e sono stato l’unico della scuderia. Lo dico con dispiacere, perché ripeto, sono tutti miei amici. Magari è stato un caso, eravamo più di ottomila. Sono partito da poco e ho solo due singoli all’attivo, tutti devono ancora conoscermi bene.

Con quale canzone hai partecipato?

Non mi ricordo. Nel senso che la canzone si chiama “Non mi ricordo”. Ma in realtà… non mi ricordo se era questa!

Matteo Alieno è il tuo nome d’arte, perché?

So che è un nome strano per un cantautore, lo assoceresti più a un rapper. Ma è il nome con cui venivo preso in giro alle medie e ho voluto dargli una svolta positiva. Il senso poi mi piace, sono un po’ un “alienato”. Vedo la vita non vivendola, ma osservandola il più delle volte. Però ho lasciato anche “Matteo”, volevo comunque mantenere il mio nome, la “persona”, un’umanità. Anche perché la mia musica è strettamente collegata alla mia vita, scrivo quello che penso. Se scrivo qualcosa che non penso e che non sono, poi non le faccio uscire quelle canzoni.

So che ti hanno “criticato” per il tuo forte uso della chitarra. Ti ritengono non attuale?

La chitarra nel panorama pop/indie, ma anche nelle classifiche, è un po’ sparita. Si usano synth, tastiere, magari chitarre elettriche appoggiate, ma mai protagoniste. Io ci tengo, la chitarra deve essere il centro delle mie canzoni, ci sono sempre stato legato. La mia prima chitarra era di cartone, imitavo le rock stars. Poi mi hanno comprato la prima chitarra classica, poi acustica e poi elettrica. Non riuscivo a vivere senza. Andavo al mare, a fare sport e mi mancava sempre. Se ero in un posto senza chitarra e non potevo prenderla finché non tornavo a casa mi sentivo male. Tutt’ora se c’è qualcosa che non va, se ho ansie, specie in questo periodo, suonare mi sfoga tanto. È come per un calciatore palleggiare. È un’amica. Usarla è il mio modo per ringraziarla.

Come stai vivendo questa quarantena e questo periodo difficile in generale?

Con alti e bassi. All’inizio l’ho vissuta bene, mi sono sentito parte di una comunità, non lo avevo mai provato. Tutti stavamo sulla stessa barca, dovevamo uscire con positività da questa situazione. Ho scritto Rallentare che parla di questo. Stare a casa tanti giorni però mi ha fatto perdere un po’ di ispirazione, io osservo per scrivere, ma è anche vero che spesso non mi vivo le cose. Anche quando conosco qualcuno di nuovo, lo osservo prima di vivermelo. Cerco ispirazione in ogni angolo di ciò che vivo.

Anche dal balcone?

Non ho il balcone, ma il giardino. Mi metto fuori, al sole, ascolto Lucio Dalla e mi metto a scrivere. Ma non esce neanche un pelo di Lucio Dalla (ndr ride).

Mi dicevi che anche tu hai scritto una canzone per il Coronavirus.

Rallentare l’ho scritta il secondo giorno della quarantena, ma non è nel percorso del mio disco. Ho la fortuna di avere uno studio in casa; l’ho proposta all’etichetta e l’abbiamo messo online. Secondo me è giusto che i giovani, anche i rapper coi freestyle, testimonino questo periodo. È stato un impatto forte, l’ho buttata giù subito, infatti è un pezzo molto semplice solo su YouTube. È solo un mio pensiero sulla situazione.

Cosa pensi delle dirette social fatte dai cantanti e dagli artisti? Le trovi utili o eccessive?

Credo siano, più che utili, belle. Non so quanto sia utile il cantante e l’arte in sé, è una questione controversa l’utilità nell’arte. Non è utile alla società per una diretta conseguenza, come qualcuno che fa un lavoro specifico. Più che utile, serve. È bello, aiuta le persone a passare il tempo con delle cose belle. Jovanotti, che stimo moltissimo, ha un modo di parlare che alleggerisce la situazione. I primi giorni ero fisso sulle sue dirette, mi hanno aiutato. Ne ho fatte anche io su un canale Instagram, “faccecaso”. Anche i concerti in diretta sono molto belli, ho amato quello di Chris Martin dei Coldplay.

Il featuring dei tuoi sogni con un cantante ancora vivo e uno che non c’è più?

Tagliamo gli inglesi perché non so l’inglese e sfigurerei. Lucio Dalla assolutamente. Non ce n’è uno superiore, è impossibile, non nascerà mai. Adesso, invece, Jovanotti è il mio preferito.

Il 7 aprile uscirà un tuo nuovo pezzo, giusto? Me ne parli? Ti preoccupa che esce proprio adesso?

È giusto fare uscire la musica anche in questa situazione. A me sta servendo molto, ascolto più musica ora che prima. La luce dentro di te è il nuovo singolo che uscirà, è la mia prima canzone d’amore. In questo momento c’è bisogno di amore, in un certo senso, viviamo un momento pesante emotivamente. Lo vedo anche nei miei genitori che faticano a dormire. Parla di quanto mi sono preso cura della persona che amo; è un amore innamorato, non nostalgico o finito. Non ne escono tante così ultimamente. Prendersi cura degli altri ora è quasi più importante di prendersi cura di sé. Non è buonismo, è così, dobbiamo farlo per forza. È fuori di testa, non ha senso far uscire un pezzo in questo momento, ma forse è la cosa giusta da fare, è una cosa bella. Tra l’altro questo è il singolo con cui la mia etichetta mi ha scelto, mi faceva piacere chiudere un cerchio. Per me era un sogno entrare alla Honiro.

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