Esclusiva Velvet

Irene Grandi: “Sogno di collaborare con Sade, adoro lavorare con le donne” [ESCLUSIVA]

Grinta, energia, entusiasmo, vitalità, sorriso. Sono queste le prime parole che vengono in mente pensando a Irene Grandi, un’artista che negli anni ha saputo imporsi nel panorama musicale italiano per la sua grande coerenza musicale, la sua voce grintosa, le sue performance piene di forza e potenza. Ebbene, la musicista fiorentina festeggia ora venticinque anni di una carriera costellata di dodici album in studio, un disco live, quattro raccolte, e una serie di tournée partite per la prima volta nel 1995. E lo fa con un nuovo disco dal titolo “Grandissimo”, e con un tour che fino all’inverno la porterà in giro per l’Italia.
Ha attraversato, frequentato e contaminato vari generi (il rock, il pop, il jazz, il soul e il blues), ha collaborato con artisti del calibro di Stefano Bollani, Jovanotti, Eros Ramazzotti, Elio e le Storie Tese, Tiziano Ferro; ha partecipato quattro volte al Festival di Sanremo (arrivando seconda nel 2000 con il brano “La tua ragazza sempre”), sei volte al Festivalbar, ha conquistato svariati premi e l’affetto di migliaia di fan. Oggi presenta un nuovo progetto discografico ricco, eterogeneo e di ampio respiro, uscito lo scorso 31 maggio.

VELVET: La necessità della ricerca, la sperimentazione, la contaminazione sono sempre stati aspetti fondamentali nel tuo processo di crescita come artista, hanno sempre fatto parte del tuo percorso professionale e umano. Questo tipo di approccio continua anche nel tuo nuovo album, che sembra racchiudere le tre anime che ti contraddistinguono come musicista e come persona.

IRENE GRANDI: “Grandissimo” è un disco che ho voluto produrre per mettere insieme ed integrare i tanti input, le curiosità artistiche e i percorsi musicali che ho fatto durante questi 25 anni: essendo tutti questi aspetti numerosi, anche l’album doveva avere un grande respiro, ed essere anche complesso. Da lì è nata l’idea di dividerlo in tre capitoli, proprio per rendere l’ascolto e la comprensione del mio lavoro più semplice. Le parti di cui si compone l’album rappresentano le varie fasi, i tasselli di un mosaico che vanno a formare un ritratto: ecco quindi che abbiamo la parte denominata “Capitolo 0 – Inedita” (dedicata a cinque brani nuovi), la parte chiamata “Capitolo 1 – Insieme” (che contiene sei collaborazioni con vari artisti), e poi c’è la parte dal vivo denominata “Capitolo 2 – A-live” che è in presa diretta, ed è la parte più rock.

“Grandissimo”, Irene Grandi festeggia 25 anni di carriera con un disco ricco ed eterogeneo

VELVET: La cosa che salta subito all’occhio, leggendo i nomi degli artisti che hanno collaborato con te in “Capitolo 1 – Insieme”, è il fatto che ci siano quattro donne su sei pezzi (i due artisti maschi sono Stefano Bollani in “Amore amore amore amore” e Sananda Maitreya in “Time is on my side”). Con te hanno cantato Carmen Consoli, Loredana Berté, Fiorella Mannoia e Levante. Come è andata questa collaborazione con artiste donne così importanti nel panorama musicale italiano?

IG: Collaborare con artiste donne era un desiderio che avevo da tempo e che avevo espresso diverse volte: nella vita mi è capitato più raramente, ma nell’ultimo periodo, grazie anche alle occasioni che ti presenta la vita, mi è successo di avere svariati contatti con artiste femmine. Infatti ho collaborato con Loredana Berté per il suo disco “Amici non ne ho…ma amiche sì” (con lei ho anche duettato al Festival di Sanremo di quest’anno), poi ho lavorato con Carmen Consoli al singolo “La signora del quinto piano”, mi è capitato di incontrare Levante ad una festa e di trovarla da subito molto simpatica. Avvicinandomi a Loredana, che era prodotta da Fiorella Mannoia, ho avuto modo di collaborare anche con quest’ultima in quella serata bellissima di solidarietà che fu “Amiche in Arena”. Grazie a tutte queste esperienze mi sono avvicinata in modo molto naturale al mondo musicale femminile, e tutte queste straordinarie artiste sono state molto generose e felici di partecipare a questo mio disco.

Nel nuovo album di Irene Grandi, collaborazioni femminili illustri, da Fiorella Mannoia a Loredana Berté

VELVET: E’ significativo il fatto che tu abbia deciso di duettare con Levante nel brano “Un motivo maledetto”, il tuo primissimo singolo datato 1994.

IG: E’ vero, quella fu la mia primissima canzone! Ho scelto di fare proprio quel brano con Levante perché, con quel suo modo di far musica un po’ fuori dagli schemi, anche lei sta portando un suo linguaggio musicale e testuale nuovo. Per certi versi Levante mi ricorda i miei intenti di quando iniziai a far musica: quella canzone per me fu perfetta per cominciare un percorso nella musica ad alto livello, lanciarsi a Sanremo e far uscire il pezzo in radio. Mi sembrava un singolo che racchiudeva tante anime, c’era un po’ di blues, la chitarra acustica (che è stato un mio must per tanti anni): era fuori dagli schemi in quel periodo, in cui a Sanremo si faceva la canzone al piano o si usava la chitarra elettrica. Anche Levante mi fa un po’ questa impressione, e proprio per questo ho voluto darle quella canzone che per me fu così significativa.

Irene Grandi: “Levante mi ricorda come ero io all’inizio della mia carriera”

VELVET: L’ambiente musicale italiano è maschilista?

IG: Il rock in Italia per le donne è stato sempre un mondo difficile, abbastanza maschile in effetti: non è facile farsi strada in quel mondo, soprattutto se sei una donna grintosa, energica, con una personalità un po’ ribelle. Ultimamente mi sembra che la situazione sia migliorata e si sia un po’ aperta, ci sono un po’ più ragazze che usano in questo senso. Forse però il mondo della musica è ancora un po’ più maschile, noi donne facciamo ancora un po’ di fatica.

Irene Grandi, 25 anni di carriera da celebrare con un nuovo album e una tournée

VELVET: Come è cambiato il tuo rapporto con la musica in 25 anni di carriera?

IG: Credo sia cambiato tutto ciò che le ruota intorno, il modo di usufruire della musica è mutato più che il mio rapporto con essa. Io conservo quell’entusiasmo, quella grinta, quella voglia di sperimentare che magari uno abbandona quando ha trovato la propria strada; io invece l’ho sempre portata avanti, non riesco a smettere. Questo mi procura a volte delle sfide, delle difficoltà, ma per me è fondamentale mantenere l’autenticità artistica, dare ad ogni stagione della vita il proprio significato e la propria importanza. Sono cambiata dal punto di vista emotivo, nel senso che cerco di fare il mio lavoro sempre con grande impegno e passione ma senza attaccarmi troppo ai risultati che si ottengono: mi rendo conto che anche i giovani devono emergere, magari a discapito di noi che produciamo musica da tanti anni. So che non è proprio il mio momento di maggior successo, ma lo accetto con una tranquillità che da giovane forse non avrei avuto: se all’epoca avessi fatto una canzone che poi magari non passavano in radio, ci sarei stata molto male. Adesso me ne posso dispiacere un po’, però penso sempre che devo rimanere fedele a quello che faccio senza seguire troppo le mode, altrimenti le cose non funzionano e le emozioni se ne vanno: oggi, se c’è un po’ di malumore, aspetto che passi, non sto lì a lamentarmi.

 

Irene Grandi: “Fare musica continua a esaltarmi moltissimo, amo la dimensione live”

VELVET: Invece come è cambiato il tuo rapporto con il pubblico? La dimensione live ti appartiene da sempre, e ora sei impegnata in una tournée che continuerà fino a tutto l’inverno…

IG: Sì, continuo il tour anche in inverno, il live è sempre stata una mia grande passione. Oggi magari, quando si sta per partire per una tournée, mi affatica anche solo l’idea di fare tutti quei chilometri: poi però quando sono sul palco e c’è lo scambio col pubblico dal vivo, quando riesco a trascinarlo nel mio mondo e a far sì che partecipi in modo gioioso, lì mi passa ogni fatica. Ho il privilegio di avere dei fan molto affezionati, sento l’affetto di tante persone quando arrivo nei posti in cui suono, percepisco che ormai è come se mi conoscessero, e so che mi vogliono bene.

VELVET: In 25 anni di carriera hai regalato al pubblico tanti singoli che ancora oggi si cantano a memoria appena partono le prime note (da “Bruci la città” a “Bum Bum”, da “La tua ragazza sempre” a “Prima di partire per un lungo viaggio”). Questo fenomeno non è così comune agli artisti di oggi, che perlopiù non riescono ad imporsi per lungo tempo e a rimanere nella memoria degli ascoltatori.

IG: Purtroppo è vero. Da una parte ci sono più occasioni adesso per fare musica, e farsi conoscere, di quante ce ne fossero alcuni anni fa: attraverso i social e piattaforme come Spotify, si possono scoprire tanti artisti nuovi, ci sono svariati modi per conoscere musica nuova, ma c’è talmente tanta produzione. Oggi la musica viene recepita solamente attraverso i singoli, non ci sono più gli album che ti facevano affezionare a un artista; anche il lavoro intorno al nostro mondo è diventato più veloce e meno curato, ci sono meno soldi, i video spesso sono fatti in casa. Mi ricordo che quando iniziai io, negli anni 90, le case discografiche facevano anche investimenti a lungo termine sugli artisti, c’era più cura. Adesso è tutto un po’ mordi e fuggi: secondo me poi questo usufruire della musica attraverso il computer, e soprattutto il fatto che venga richiesto a un artista di essere un po’ alla portata di tutti (cioè di postare foto e messaggi mentre fa altre cose rispetto alla musica), alla fine non giova alla creazione di un personaggio da amare, perché scade il mistero che c’è intorno all’artista stesso. Si perde quell’allure che nasceva perché c’era tanta cura da parte di molte persone che volevano che uscisse fuori solo il meglio di un musicista: oggi invece si vuole che esca tutto, ma non tutto di un artista può essere bello.

Irene Grandi e il desiderio di collaborare con Sade

VELVET: C’è un artista internazionale con cui ti piacerebbe collaborare?

IG: Sicuramente Sade. Era la mia cantante preferita quando avevo sedici anni, la considero un’icona, un mito, un’artista straordinaria. Otto anni fa è tornata sulle scene con uno spettacolo riassuntivo di tutta la sua carriera, e con un disco straordinario dal titolo “Soldier of Love”: lei è una che, anche dopo 20 o 30 anni da quando era sulla cresta dell’onda, torna a cantare e propone uno show di una bellezza e di una raffinatezza incredibili, e poi è ancora una bellissima donna, ha una voce strepitosa. Come si fa a non amarla? E’ un’artista che non si è mai concessa troppo nelle interviste, nei video si vedeva poco, non si capiva nemmeno se avesse i capelli lunghi o corti, era tutto misterioso intorno a lei. E’ un’artista che poteva apparire come solista, ma ha sempre sottolineato di far parte di una band: il lavoro di gruppo è qualcosa in cui mi riconosco molto, perché anche io mi relaziono sempre con un gruppo di lavoro, non sono una di quelle che fanno tante cose diverse, con tantissime persone diverse. Io mi affeziono, devo costruire delle cose con le persone con cui lavoro. Quest’estate mi vedrete un tour in giro per l’Italia con una band con cui lavoro da sette anni, e questo è bellissimo: cambia il modo in cui si suonano i pezzi rispetto a una band assemblata all’ultimo minuto, c’è uno studio sul modo di proporli al meglio, c’è intesa e complicità, c’è voglia di divertirsi, e far divertire il pubblico, ed è un elemento secondo me molto importante.

VELVET: La musica è un’esperienza totalizzante. Hai dovuto fare sacrifici che rimpiangi per arrivare dove volevi, o rifaresti tutto dall’inizio?

IG: La vita del musicista è fatta di sacrifici, ruota tutto intorno ad essa, non si a farne a meno. Personalmente ho anche provato a fare delle pause, mi sono chiesta se avesse senso continuare a produrre musica visto che ci sono tanti giovani ed è cambiato molto nel mondo del business della musica. Poi però c’è sempre qualcosa che mi riporta lì. La mia vita personale e privata ha subito ovviamente dei contraccolpi, me ne sono riappropriata nel momento in cui ho deciso di allentare i ritmi troppo stressanti del business: solo allora ho ripreso possesso della mia persona, delle mie relazioni. Nel periodo in cui ho lavorato meno ho fatto dei viaggi e mi sono presa cura di me, mi sono ritrovata come persona perché a un certo punto mi ero identificata troppo con la Irene cantante, ero solo quello. Poi però ti rendi conto che, nonostante la musica sia un sogno e una cosa meravigliosa, non può bastare solo quello, ci sono anche altri aspetti che vanno curati per il proprio benessere.

Irene Grandi è in tour nelle seguenti località:

20/07-Troia (FG)-Campo Fiera
24/07-Genova-Basko Arena
29/07-Volturara Irpina (AV)-Piazza Roma
03/08-Santa Lucia del Mela (ME)-Piazza ReginaMargherita
10/08-Sabaudia (LT)-Piazza del Comune
12/08-San Marco Argentano (CS)-Piazza Aldo Moro
13/08-Torre Santa Susanna (BR)-Area Mercatale
14/08-Spinazzola (BT)-Piazza Blescito
17/08-Meta (AQ)-Piazza della Chiesa
18/08-Roccaraso(AQ)-Piazza Giovanni Leone
20/08-San Salvatore di Fitalia (ME)-Piazza San Calogero
22/08-Bortigali (NU)-Piazza Fontana
25/08-Gioiosa Ionica (RC)
07/09-Oschiri (SS)-Piazza Regina Elena
09/09-Sannicola di Lecce (LE)-Piazza dellaRepubblica
16/09-Castelforte (LT)-Piazza Muraglia
28/09-Sammichele di Bari (BA)-Piazza Vittorio Veneto

Photo Credits: Marco Lanza

Photo Credits: Instagram, Facebook

Martina Riva

Musica&Cinema

Da sempre appassionata di tutto ciò che riguarda il mondo dell’intrattenimento, mi sono laureata in Conservazione dei Beni Culturali con una tesi di laurea in Storia del Cinema sul film “Lolita” di Stanley Kubrick. Finita l’università, mi sono trasferita a Los Angeles, dove, tra le altre cose, ho ottenuto un certificate in giornalismo a UCLA; nella Città degli Angeli ho lavorato per varie TV tra cui KTLA, dove per tre anni mi sono occupata principalmente di cinema, coprendo le anteprime mondiali dei film e i principali eventi legati al mondo spettacolo (Golden Globes, Academy Awards, MTV Awards e altri). Nel 2005 sono approdata alla redazione spettacoli di SKY TG24 dove ho lavorato come redattrice, inviata ai Festival e conduttrice. Le mie passioni principali, oltre al cinema, sono i viaggi, il teatro, la televisione, l’enogastronomia e soprattutto la musica rock. Segni particolari? Un amore incondizionato per i Foo Fighters!

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