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Caso Armando Siri, Di Maio non molla: M5S e Lega sempre più distanti

Il caso del sottosegretario leghista Armando Siri, indagato per corruzione, alimenta una forte tensione fra M5S e Lega. “Siri si difenderà, sono sicuro che risulterà innocente ma intanto lavoriamo alla questione morale, alla sanzione politica” ha detto Luigi Di Maio il 25 aprile.

“Altrimenti – ha proseguito – che senso ha dire che si festeggia a Corleone, dicendo che si vuole eliminare la mafia. La mafia la elimini se tu dai l’esempio“. Il riferimento è a Matteo Salvini.

Il vicepremier e leader del Movimento 5 stelle ha detto la sua a margine della cerimonia per la Liberazione nella sinagoga romana di via Balbo. Salvini ieri è andato a Corleone (Sicilia), il paese di origine del boss Totò Riina, per “liberare l’Italia dalla mafia”. Di Maio, con un riferimento implicito all’inchiesta in corso sul sottosegretario leghista Armando Siri, ha aggiunto: “Puoi anche andare a Corleone a dire che vuoi liberare il Paese dalla mafia, ma per farlo devi evitare che la politica abbia anche solo un’ombra legata a inchieste su corruzione e mafia”.

Caso Siri, alta tensione fra Lega e M5S: nuovo scontro fra Salvini e Di Maio

“Chi accosta il nome della Lega a quello della mafia deve sciacquarsi la bocca perché con la mafia non abbiamo nulla a che fare”. Lo ha detto il vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini, al termine della riunione su sicurezza e terrorismo. Parlando del 25 aprile Salvini ha chiarito che “per me è festa e la democrazia è un valore, poi ognuno celebra la festa come e dove vuole, io sarò in Sicilia, a Corleone, perché per me la liberazione dell’Italia è dalle mafie”.

Nessuna richiesta di dimissioni da parte del premier Giuseppe Conte per il sottosegretario Armando Siri, indagato in un’inchiesta per corruzione. Lo ha detto il ministro dell’Interno Matteo Salvini rispondendo a chi gli chiedeva se avesse ricevuto una richiesta di dimissioni per il sottosegretario della Lega da parte del premier. “No”, ha detto secco Salvini. Il presidente del consiglio, Giuseppe Conte, sentirà telefonicamente il sottosegretario Armando Siri prima della partenza per la Cina. L’incontro tra Conte Siri – proseguono fonti di Palazzo Chigi – si terrà al rientro del premier in Italia.

Dura la posizione di Di Maio. Il sottosegretario leghista ai Trasporti, Armando Siri, deve dimettersi subito per chiarire la sua posizione e con la Lega va rinnovato il rapporto di fiducia partendo proprio da questo caso, ha detto il leader pentastellato. “Io e Matteo Salvini – ha dichiarato Di Maio – abbiamo fatto grandi cose insieme in questi primi mesi di Governo. Abbiamo anche rischiato insieme, processi e procedure di infrazione comunitaria e tanto altro. E abbiamo fondato questo governo nel rapporto di fiducia che si è concretizzato nella firma di quel Contratto di Governo. Ora – ha proseguito Di Maio – quello che noi stiamo chiedendo sul caso Siri è un ulteriore atto di fiducia”.

“Questa fiducia va rinnovata con gesti concreti e allora se la Lega non c’entra niente con le accuse che vengono mosse a Siri che, al di là dei rilievi penali, hanno dei problemi politici perché stiamo parlando di norme fatte per conto di qualcuno sull’eolico fatte da un sottosegretario che si occupa di Trasporti, e allora se la Lega non c’entra niente – ha affermato ancora Di Maio – dimostri la propria estraneità a questi fatti presunti allontanando Siri dal Governo. Perché altrimenti comincio a preoccuparmi nel vedere la Lega e Salvini difendere a spada tratta Siri. Ve lo dico: io sono sicuro che sarà innocente, ma visto quello che sta uscendo dalle intercettazioni telefoniche, deve mettersi in panchina – ha concluso Di Maio – ed aspettare di risultare estraneo alle accuse che gli vengono mosse”.

Photo credits: Twitter

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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