Sanremo 2026, i cantanti in lizza quest’anno (e chi non ci sarà)

Il cantautore genovese annuncia dal palco di Conegliano l’assenza al Festival 2026 e il bisogno di rallentare.

Dalla vetta delle classifiche alla decisione di fermarsi, Alfa ha scelto di interrompere, almeno per un po’, il ritmo incessante della sua carriera. Il cantautore genovese, 23 anni, ha annunciato durante un concerto a Conegliano Veneto, alla Prealpi Sanbiagio Arena, che non parteciperà al Festival di Sanremo 2026. Il motivo non è legato a un conflitto con il festival, ma a un bisogno di pausa reale, lontano dalle logiche della sovraesposizione continua. “Non ho presentato nessuna canzone”, ha detto dal palco, smentendo le voci che lo volevano già nel cast dell’Ariston.

Una smentita chiara, ma anche una dichiarazione d’intenti. Dopo due anni di presenza quasi ininterrotta tra album, tour nei palazzetti e date europee, Alfa sente il bisogno di rallentare, per non trasformare la musica in un obbligo. La decisione sembra inserirsi in una riflessione sempre più diffusa tra gli artisti della nuova generazione: quella sulla sostenibilità del successo.

Fermarsi per ritrovare senso: Alfa contro la paura di sparire

Sul palco di Conegliano, Alfa ha spiegato di essere “in tour da due anni di fila, senza mai fermarmi”. Un’accelerazione cominciata con il boom di Bellissimissima, proseguita con il terzo album “Non so chi ha creato il mondo ma so che era innamorato”, e culminata con Vai!, presentata a Sanremo 2024. Il suo racconto però cambia tono: non c’è enfasi, ma consapevolezza. Ha detto chiaramente di voler evitare che la musica diventi una corsa a ostacoli.

In un’epoca in cui l’assenza spaventa più dell’errore, il cantante ha deciso di fermarsi e affermare un principio semplice: non esiste arte senza pausa. Non è solo una presa di posizione, è una forma di resistenza creativa contro l’ansia di rimanere visibili a ogni costo. Alfa ha spiegato che “molti artisti vivono nella paura di sparire”, ma che “fermarsi non significa mollare”. Al contrario, significa tutelare l’autenticità del proprio lavoro, aspettare una nuova ispirazione invece di inseguire algoritmi e release programmate.

A proposito di Sanremo, Alfa ha scelto di non partecipare proprio perché, al momento, non sente di avere tra le mani un brano “da difendere per sempre”. Parole che denotano rispetto per il palco dell’Ariston, che nel 2024 gli ha regalato visibilità e ha segnato una svolta nella sua carriera. Ma è proprio perché quel palco ha un peso reale, che Alfa preferisce non salirci “tanto per esserci”. Vuole farlo solo quando avrà una canzone all’altezza, che racconti qualcosa di vero.

Una riflessione generazionale sull’industria musicale e la salute mentale

La scelta di Alfa si inserisce in un discorso più ampio, che riguarda il rapporto tra carriera artistica, pressione digitale e salute mentale. Negli ultimi anni, sempre più artisti — italiani e non — hanno deciso di rallentare, dichiarando apertamente di non riuscire più a sostenere i ritmi imposti dall’industria. Uscite costanti, canzoni sempre nuove, presenza continua sui social: tutto questo rischia di ridurre l’artista a una macchina.

Per Alfa, nato e cresciuto nel contesto dei social network e dello streaming, questo conflitto è particolarmente sentito. “Non voglio vivere con la paura di sparire”, ha detto al suo pubblico, trasformando una fragilità in una dichiarazione di valore. È un messaggio che parla non solo ai suoi coetanei, ma anche al pubblico più giovane, abituato a vivere sotto la pressione dell’essere sempre visibile, sempre attivo.

Nel suo intervento, il cantautore ha anche ricordato che il tempo vuoto può essere creativo, che lo spazio tra un’uscita e l’altra può servire per costruire qualcosa di più solido. L’assenza, in questo caso, è una scelta di cura, non un sintomo di stanchezza o rinuncia.

I concerti ancora in programma restano confermati, ma dopo l’ultima tappa Alfa potrebbe ritirarsi per qualche mese, senza annunci, senza countdown, lavorando lontano dai riflettori. La sua intenzione è quella di ritrovare un centro, magari scrivere in silenzio, per poi tornare quando sarà il momento giusto.

Non è una pausa “social”, ma una pausa artistica, pensata per non bruciare un percorso che negli ultimi due anni è cresciuto rapidamente, lasciando poco tempo per respirare.