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Famiglia nel bosco, ma perchè i bambini sono stati allontanati dai genitori? I motivi del provvedimento

Famiglia nel bosco, bimbi allontanatiFamiglia nel bosco, i motivi dell'allontanamento dei minori Velvetmag.it

La vicenda nota come “famiglia nel bosco” continua ad alimentare un acceso dibattito pubblico, intrecciando aspetti pedagogici, profili socio-sanitari e implicazioni politico-mediatiche.

Al centro dell’attenzione, la decisione del Tribunale per i Minorenni de L’Aquila di sospendere temporaneamente la responsabilità genitoriale e di disporre l’allontanamento dei tre figli minorenni.

L’origine del caso: un’intossicazione e la segnalazione ai servizi sociali

L’intera vicenda prende forma nella primavera del 2025, quando la famiglia (padre britannico di 51 anni e madre australiana di 45 ) si presenta al Pronto Soccorso a seguito di un’intossicazione da funghi. Le condizioni osservate dai sanitari portano alla segnalazione ai servizi sociali, che avviano verifiche sul contesto di vita dei tre minori: una bambina di otto anni e due gemelli di sei.

Gli accertamenti si concentrano soprattutto sulla scelta educativa dei genitori, che praticano il parental schooling, un modello di insegnamento informale condotto interamente in ambito domestico. La famiglia sostiene un metodo di “apprendimento naturale”, che lascia ai bambini la libertà di decidere autonomamente tempi e contenuti del proprio percorso formativo. La madre, in particolare, collega questa scelta al proprio vissuto scolastico, descritto come oppressivo e fonte di sofferenza psicologica.

Il modello adottato dai genitori si colloca nell’alveo dell’unschooling, che rifiuta ogni forma di struttura educativa tradizionale. Pur essendo riconosciuto come possibile approccio pedagogico, richiede, come sottolineano gli esperti del settore, adulti in grado di garantire ai minori adeguate esperienze formative e una rete di socialità.

Proprio la mancanza di relazioni con i pari emerge con forza nella relazione dei servizi sociali del 14 ottobre 2025: i bambini risultano privi di contatti stabili con coetanei, condizione che, secondo il Tribunale, può determinare vulnerabilità e difficoltà nello sviluppo emotivo e cognitivo. La magistratura minorile richiama l’articolo 2 della Costituzione, che tutela il diritto di ogni individuo a partecipare alla vita sociale, evidenziando come l’isolamento prolungato possa incidere su competenze relazionali e benessere psicologico.

I provvedimenti del Tribunale, quali sono

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“Abitazione non conforme e rifiuto delle verifiche”: i motivi del provvedimento

Oltre agli aspetti educativi, le verifiche hanno evidenziato presunte criticità legate all’abitazione immersa nel bosco: sarebbero infatti rinvenute assenza di agibilità, mancanza di impianti considerati essenziali, potenziali rischi sismici e condizioni igienico-sanitarie non conformi. La famiglia ha prodotto un certificato di idoneità statica e dichiarato di voler realizzare interventi migliorativi, tra cui un sistema di fitodepurazione per i servizi igienici. Tuttavia, la persistente opposizione a controlli medici, vaccinazioni e verifiche tecniche ha contribuito alla decisione del Tribunale, qualificata come misura provvisoria di tutela.

Il quadro si inserisce in un orientamento giurisprudenziale più ampio. Una recente decisione della Corte di Cassazione ha confermato la sospensione della responsabilità genitoriale in una situazione analoga, dove condizioni abitative inadeguate e il rifiuto delle vaccinazioni obbligatorie, con conseguente esclusione dalla scuola dell’infanzia, avevano determinato un contesto di isolamento e rischi sanitari per i bambini. Anche in quel caso, l’assenza di relazioni sociali e la precarietà abitativa hanno rappresentato elementi determinanti.

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