La storia di Edoardo Bove mostra perché la formazione al Primo Soccorso non può più essere trascurata: dai malori improvvisi sul campo alle nuove leggi per salvare vite
Un malore improvviso può capitare e può allo stesso tempo distruggere o cambiare la vita, non solo di chi lo subisce ma di chi sta intorno. La storia di Edoardo Bove, calciatore, centrocampista della Roma porta con sé un esempio che sta dando la svolta alla normativa nel campo del Primo Soccorso. Una partita di calcio diventa così il megafono di una necessità a cui non si può più voltare le spalle.
Durante la partita Fiorentina-Inter del 1° dicembre 2024, Edoardo Bove ha subito un arresto cardiaco improvviso, cadendo a terra e venendo trasportato d’urgenza all’ospedale di Careggi: sono state immagini che nessuno vorrebbe mai vedere in una partita di calcio.
Edoardo Bove per fortuna oggi può raccontare quest’esperienza, ma questo episodio drammatico ha fatto emergere una realtà spesso sottovalutata: in Italia molti non sono formati per affrontare emergenze come gli arresti cardiaci. Secondo i dati, ogni anno circa 65.000 persone subiscono un malore improvviso che potrebbe essere gestito tempestivamente con un corretto intervento di primo soccorso. La mancanza di conoscenza e la paura di sbagliare portano spesso a non intervenire, con conseguenze che possono essere letali.
Offrire preparazione per salvare vite
La vicenda di Edoardo Bove ha acceso un dibattito più ampio sulla sicurezza negli sport e sull’importanza della formazione al Primo Soccorso. Da questo episodio è nato un disegno di legge presentato dai senatori Marco Lombardo e Carlo Calenda, che vuole diffondere conoscenze fondamentali tra studenti, automobilisti e lavoratori in settori specifici, con l’obiettivo di ridurre i rischi di incidenti fatali grazie alla preparazione immediata e corretta di chi si trova vicino a chi ha un malore improvviso.

La legge sul Primo soccorso porta il nome di Edoardo Bove-Ig@edo_bove-velvetmag
Per Bove, la proposta è molto più che una questione politica: è personale. “Prima che mi accadesse questo evento ero il primo a non conoscere i dati sugli arresti cardiaci e tutta questa disinformazione porta la gente ad avere paura. Quando viene chiesto chi interverrebbe sul primo soccorso, tanti rispondono che si tirerebbero indietro, lo fanno per paura di non sapere cosa fare. Noi vogliamo promuovere l’informazione, è il momento di alzare la mano e rispondere presente” Ha detto nell’ Aula Convegni del Senato.
Il disegno di legge, che porta anche il nome di Bove, prevede corsi obbligatori nelle scuole, nelle autoscuole e per alcune categorie professionali, con l’idea di creare una rete diffusa di soccorritori volontari. Il centrocampista ha sottolineato l’importanza di partire dai luoghi più accessibili e frequentati: dai campetti delle scuole ai centri sportivi.
“Dobbiamo costruire una vera comunità di soccorritori”, ha dichiarato Marco Lombardo, sottolineando che un defibrillatore automatico oggi paga la stessa IVA di un televisore, pari al 22%, ma “dovrebbe essere ridotta al 5%, perché è un dispositivo salvavita”. La senatrice del PD Simona Malpezzi ha ricordato che si tratta della sua terza legge sul tema dal 2013 e che “la voce di Edoardo Bove è fondamentale”.
“Se abituiamo i giovani al primo soccorso – ha aggiunto la vicepresidente del Senato Licia Ronzulli di Forza Italia – abituiamo il Paese a un nuovo senso di responsabilità. La scuola è il cuore di questa riforma e può diventare il motore di un cambiamento culturale”
Nonostante l’esperienza traumatica, Bove guarda al futuro con ottimismo e determinazione. I regolamenti italiani non gli permettono ancora di tornare a giocare in campo, ma all’estero, in paesi come Inghilterra e Spagna, le regole sono più flessibili. ”Voglio tornare in pantaloncini e maglietta”, afferma. ”Questa vicenda mi ha insegnato a conoscere una versione diversa di me stesso, e mi ha dato la possibilità di crescere, anche come persona oltre che come atleta”.

Nuova legge sul primo soccorso - velvetmag










