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Nigeria, ancora rapimenti nelle scuole cattoliche: oltre 300 ragazzi scompaiono nel nulla

Guerriglieri NIgerianiUna banda di guerriglieri nigeriani in azione - Credits X @christianalliance (VelvetMag.it)

Alta tensione in Nigeria dove alcuni guerriglieri hanno fatto irruzione in una scuola cattolica portando via in ostaggio oltre 300 giovanissimi studenti. Si tratta di uno dei peggiori sequestri degli ultimi anni.

La Nigeria torna a fare i conti con una delle piaghe più dolorose della sua storia recente: il rapimento di massa nelle scuole. Nel corso di un assalto alla St. Mary’s Catholic Primary and Secondary School di Papiri, ha strappato alla notte la voce di oltre 300 tra studenti e insegnanti, trasformando un normale venerdì scolastico in un incubo collettivo. Il

Rapimento di massa nella scuola

L’ultimo bilancio aggiornato della Christian Association of Nigeria parla di 303 ragazzi e 12 docenti sequestrati, dunque 315 persone, un numero che supera perfino le stime diffuse nelle prime caotiche ore dopo l’attacco. Un nuovo trauma che riporta alla memoria la tragedia di Chibok del 2014.

Secondo le prime ricostruzioni, un gruppo armato ha circondato e assaltato la scuola alle 2 di notte, sorprendendo gli studenti nel sonno. Molti hanno tentato la fuga, ma 88 di loro – in un disperato tentativo di mettersi in salvo – sono stati catturati mentre correvano verso la foresta che circonda il villaggio. Le voci dei familiari, accorsi disperati davanti ai cancelli della scuola, ricostruiscono un quadro di angoscia estrema: “Non sappiamo dove siano i nostri figli, né se stanno bene”, ha raccontato un padre ai media locali.

Nigeria, scuola Papiri

Il dormitorio della scuola di Papiri dove è avvenuta l’azione dei guerriglieri – Credits X @christianalliance (VelvetMag.it)

Una crisi di sicurezza che continua a peggiorare

L’attacco arriva in una settimana già segnata da violenze e sequestri. Appena pochi giorni prima, a Kebbi erano state rapite più di venti studentesse, mentre a Kwara un assalto a una chiesa aveva provocato alcune vittime e altrri rapimenti. Si tratta di una vera e propria ondata di episodi che conferma la fragilità dell’area centro-settentrionale del Paese, dove bande criminali – i cosiddetti “bandits” – agiscono indisturbate nonostante gli sforzi delle autorità.

Il governo locale ha accusato la scuola di Papiri di non aver rispettato una precedente direttiva che imponeva la chiusura temporanea delle strutture scolastiche a causa di minacce concrete. Dalla direzione dell’istituto nessun commento, mentre cresce la frustrazione delle famiglie, convinte che molte vite avrebbero potuto essere risparmiate con una gestione più trasparente della sicurezza.

Il presidente nigeriano Bola Tinubu ha cancellato la sua partecipazione al G20 in Sudafrica per seguire da vicino l’emergenza e ha ordinato la chiusura immediata di tutte le scuole della regione, definendo l’attacco “una ferita nazionale”. Nel frattempo l’esercito e le squadre speciali stanno perlustrando la foresta nella speranza di localizzare i rapitori.

Le conseguenze internazionali e la retorica degli Stati Uniti

Il rapimento avviene in un momento di forte tensione internazionale attorno alla Nigeria. Negli Stati Uniti, alcune figure politiche di primo piano – incluso il presidente Donald Trump – hanno parlato di una presunta persecuzione religiosa sistematica nei confronti dei cristiani nigeriani, minacciando perfino un intervento militare. Ma il governo di Abuja ha smentito categoricamente: “Le vittime sono sia cristiani che musulmani. I terroristi attaccano chiunque si opponga alla loro ideologia”.

Intanto l’attenzione globale resta puntata su Papiri. Le famiglie attendono notizie, le autorità moltiplicano gli sforzi e il Paese torna a confrontarsi con l’incubo dei rapimenti di massa, una ferita che non smette mai di riaprirsi.

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