In un momento storico per la politica cittadina e nazionale, Donald Trump ha incontrato il neoeletto sindaco democratico di New York, Zohran Mamdani, segnando una svolta significativa nelle relazioni tra l’ex presidente e la Grande Mela.
Dopo mesi di tensioni pubbliche e minacce di tagli economici e interventi militari nella metropoli, il confronto diretto tra i due rappresentanti di visioni politiche opposte ha aperto uno spiraglio di collaborazione.
Il primo incontro tra Donald Trump e Zohran Mamdani
L’incontro tra l’ex presidente degli Stati Uniti e il nuovo sindaco di New York si è svolto in un clima sorprendentemente cordiale. Trump ha espresso il suo sostegno al progetto amministrativo di Mamdani, dichiarando che lo aiuterà a realizzare “i suoi sogni” per la città. Questo segnale di distensione rappresenta un evento raro nella storia politica americana, poiché è la prima volta che un sindaco di New York – una delle città più influenti del paese – viene convocato per un colloquio privato con un presidente, ex o in carica che sia.
Il dialogo tra i due leader arriva in un momento cruciale per New York, che affronta sfide economiche, sociali e di sicurezza complesse. Mamdani ha espresso fiducia nel fatto che, nonostante le differenze ideologiche, sia possibile trovare un terreno comune per il bene della città. L’incontro si distingue anche per il suo valore simbolico, indicando una possibile apertura al dialogo bipartisan in un contesto politico spesso polarizzato.

L’accordo su New York alla Casa Bianca
Parallelamente a questo gesto di conciliazione a New York, nel mondo conservatore di riferimento di Trump, noto con l’acronimo Maga (Make America Great Again), le cose si complicano. La deputata repubblicana della Georgia, Marjorie Taylor Greene, una volta una delle più accese sostenitrici di Trump, ha annunciato ufficialmente le sue dimissioni dal Congresso, previste per il 5 gennaio 2026.
La decisione di Greene arriva dopo un acceso scontro pubblico con l’ex presidente. Il motivo del dissidio è legato al caso dei fascicoli relativi all’indagine su Jeffrey Epstein, che ha scosso Washington. Greene, inaspettatamente, si è schierata con i democratici per chiedere la pubblicazione integrale dei documenti, una posizione che ha contraddetto le iniziali resistenze di Trump a divulgare tali informazioni. Questo episodio ha segnato un deterioramento del rapporto tra l’ex presidente e la deputata, fino a condurre alle sue dimissioni.
L’uscita di scena di Greene rappresenta un evento rilevante all’interno del Partito Repubblicano, soprattutto perché riflette le tensioni interne a un movimento politico che da anni fa affidamento sul carisma di Trump e sulla sua leadership. La situazione evidenzia come le dinamiche interne al partito siano soggette a cambiamenti e alle sfide poste da questioni giudiziarie e di trasparenza.

Trump e Mamdani, l'incontro












