Nel panorama globale della salute e del benessere, la ricerca scientifica conferma sempre più l’importanza di un’alimentazione mirata.
Sono ormai numerosi gli studi che dimostrano come la scelta degli alimenti influenzi profondamente il funzionamento cellulare e il mantenimento della salute nel tempo. Secondo il professor Filippo Ongaro, primo medico italiano certificato negli Stati Uniti in medicina antiaging, la longevità non è un mero risultato genetico ma il frutto di una strategia precisa che coinvolge dieta, stile di vita e gestione dello stress. In particolare, Ongaro sottolinea che le popolazioni occidentali tendono a consumare troppe calorie, spesso provenienti da alimenti industriali processati, poveri di nutrienti essenziali, con conseguenze negative per la salute come l’aumento di obesità, diabete e malattie croniche.
Una dieta definita sana oggi si basa sull’eliminazione o riduzione di cibi raffinati, zuccheri e grassi pro-infiammatori, privilegiando invece alimenti ricchi di antiossidanti, fibre, grassi monoinsaturi e polifenoli. Le diete mediterranea e scandinava sono esempi virtuosi, entrambe caratterizzate da un alto consumo di olio extravergine di oliva, pesce di piccola taglia, verdure di stagione e legumi.
Alimenti protagonisti della longevità
Tra i cibi riconosciuti come alleati del prolungamento della vita e del rallentamento dell’invecchiamento vi sono quelli che agiscono a livello epigenetico, ovvero capaci di modulare l’espressione dei geni coinvolti nei processi infiammatori e nell’apoptosi cellulare. Un recente studio condotto dall’Università di Padova ha evidenziato come il consumo regolare di tè verde, broccoli, curcuma, soia e vino rosso contribuisca a ridurre i danni ossidativi e a migliorare la funzionalità cardiovascolare e cerebrale.
In particolare, il tè verde contiene epigallocatechina gallato (EGCG), un potente antiossidante in grado di neutralizzare i radicali liberi. I broccoli, appartenenti alla famiglia delle crucifere, rilasciano isotiocianati che favoriscono la detossificazione e contrastano l’infiammazione. La curcuma, con la sua curcumina, è riconosciuta per le proprietà antinfiammatorie e protettive sulle arterie e sulle funzioni cognitive. La soia, ricca di isoflavoni, svolge un ruolo importante nella protezione cardiovascolare, soprattutto nelle donne in menopausa. Infine, il vino rosso, se consumato con moderazione, apporta resveratrolo, un polifenolo che ha dimostrato effetti benefici sull’invecchiamento cellulare.
Oltre a questi alimenti specifici, la dieta delle popolazioni longeve privilegia cibi integrali e freschi, come l’olio extravergine d’oliva, che è un pilastro della dieta mediterranea e possiede azioni antinfiammatorie e protettive per cuore e cervello.

L’esempio di Okinawa: un modello di longevità – velvetmag.it
L’isola di Okinawa, situata nell’arcipelago giapponese delle Ryūkyū, è da decenni al centro di studi sulla longevità. Con una popolazione che supera i 1,2 milioni di abitanti, Okinawa è considerata una delle Blue Zones per l’eccezionale aspettativa di vita e il numero elevato di centenari sani. La dieta tradizionale di Okinawa si caratterizza per un basso apporto calorico, con abbondante consumo di verdure, soia, pesce e riso, e un basso contenuto di grassi saturi e zuccheri raffinati.
Gli abitanti di Okinawa, secondo le ricerche, mantengono un equilibrio cellulare ottimale grazie a questa alimentazione, che favorisce la vitalità e rallenta l’invecchiamento. Tuttavia, negli ultimi anni si osserva una tendenza preoccupante verso l’introduzione di una dieta occidentale, più ricca di carni rosse e alimenti processati, associata a una diminuzione della qualità e durata della vita.
Nonostante l’ambiente e la dieta rappresentino fattori fondamentali per la longevità, esistono condizioni genetiche specifiche legate alla popolazione di Okinawa. La sindrome di Okinawa è una rara neuropatia sensitivo-motoria di origine genetica, caratterizzata da debolezza muscolare progressiva e disturbi sensoriali, spesso confusa con la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) ma con un decorso più lento. Questa patologia, causata da mutazioni del gene TFG, si manifesta in età giovanile-adulta e attualmente non dispone di terapie specifiche, se non trattamenti sintomatici e fisioterapia per migliorare la qualità della vita.
Consigli pratici per una dieta della longevità
Secondo Filippo Ongaro e le evidenze scientifiche più aggiornate, una dieta per vivere a lungo e in salute dovrebbe includere quotidianamente:
- Verdure di stagione in abbondanza, preferibilmente fresche e integrali.
- Legumi e cereali integrali come base nutrizionale.
- Pesce di piccola taglia, preferibilmente pescato, per limitare l’esposizione a contaminanti.
- Carni magre provenienti da allevamenti non intensivi.
- Uova e olio extravergine d’oliva come fonti di proteine e grassi buoni.
- Una moderata assunzione di vino rosso, limitata a un bicchiere al giorno, preferibilmente durante i pasti.
È importante bilanciare l’apporto proteico, soprattutto con l’avanzare dell’età, per contrastare la perdita di massa muscolare che accelera l’invecchiamento. Al contrario, è consigliabile limitare il consumo di zuccheri raffinati, grassi idrogenati e alimenti troppo salati o processati.

La scienza della longevità: tra tradizione e innovazione (www.velvetmag.it)












