L’ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro è stato arrestato dalla polizia federale a Brasilia, pochi giorni prima di iniziare a scontare una condanna a 27 anni per il tentato golpe del 2022. Ecco il quadro delle sue complicate vicende giudiziarie e politiche.
Jair Bolsonaro, presidente del Brasile dal 2019 al 2022, è entrato nella fase più drammatica della sua parabola politica. Dopo mesi di processo per il tentato golpe successivo alle elezioni del 2022, l’ex capo di Stato è stato condannato a 27 anni di carcere con l’accusa di aver guidato personalmente un’organizzazione criminale con l’obiettivo di impedire l’insediamento del presidente eletto Luiz Inácio Lula da Silva.
Bolsonaro, condanna e polemiche
La sentenza arriva al termine di un’inchiesta che ha ricostruito il ruolo di Bolsonaro nell’alimentare la narrativa di brogli elettorale che avrebbero favorito Lula e nel creare quel clima di incertezza e tensione che che, il 8 gennaio 2023, aveva portato migliaia di suoi sostenitori ad assaltare Parlamento, Palazzo presidenziale e Corte Suprema a Brasilia, in un déjà vu sudamericano di quanto era accaduto alla sconfitta di Trump a Washington.
Già nei mesi precedenti il verdetto la Corte Suprema aveva trattato Bolsonaro come un potenziale fuggitivo, imponendogli il braccialetto elettronico e una serie di restrizioni agli spostamenti, dopo averlo dichiarato formalmente “flight risk prisoner”, cioè un detenuto ad alto rischio di fuga.
L’arresto preventivo come “flight risk”
L’ultimo passaggio è stato l’arresto da parte della polizia federale a Brasilia. Il giudice della Suprema Corte Alexandre de Moraes – da tempo nel mirino dei bolsonaristi – ha disposto una misura di custodia cautelare, sostenendo che l’ex presidente stesse preparando l’evasione e la fuga dal paese. Secondo l’ordinanza, Bolsonaro avrebbe pianificato di rompere il braccialetto elettronico e sfruttare la confusione di un raduno di sostenitori convocato dal figlio davanti a casa sua per cercare asilo in qualche ambasciata straniera nella capitale.
Di Moraes ha richiamato anche una serie di precedenti: altri imputati nello stesso procedimento per il golpe avrebbero già lasciato il Brasile proprio per evitare il carcere, confermando – secondo la Corte – il rischio concreto che anche l’ex presidente tentasse la fuga.
La carta della salute e il fronte dei sostenitori
La difesa di Bolsonaro, che continua a proclamarsi innocente, insiste invece sull’impossibilità di una detenzione in carcere. I legali hanno chiesto che l’intera pena venga scontata ai domiciliari, sottolineando un quadro clinico complicato dell’ex presidente: le conseguenze del ferimento con arma da taglio in campagna elettorale nel 2018, problemi intestinali e respiratori, disturbi del sonno e altre patologie che richiederebbero controlli e terapie continue.
Nelle settimane precedenti all’arresto, i suoi avvocati avevano già presentato ricorso contro la condanna: ma questo era stato respinto dalla Corte Suprema. Una nuova istanza per ottenere almeno il mantenimento degli arresti domiciliari invece del trasferimento in carcere era ancora al vaglio dell’amministrazione giudiziaria, ma la decisione di procedere con la custodia preventiva ha gelato questo tentativo, trasformando la battaglia legale in un caso politico molto più ampio ed esplosivo

Un primo piano di Jair Bolsonaro, arrestato dopo la condanna a 27 anni di carcere da parte di un tribunale federale – Credits VelvetMag.it
Un paese diviso
Sul piano dell’opinione pubblica, il Brasile resta spaccato. Da una parte chi vede nella condanna un atto dovuto per difendere la democrazia da un leader che ha messo in discussione le regole del gioco; dall’altra un fronte bolsonarista che parla apertamente di persecuzione giudiziaria, “lawfare” e vendetta politica. Migliaia di sostenitori sono scesi in piazza più volte negli ultimi mesi contro il processo e le misure restrittive, e nuovi raduni vengono convocati sui social all’indomani dell’arresto.
Un Brasile diviso che guarda al futuro
Per il governo Lula, la vicenda Bolsonaro è un passaggio delicatissimo: da un lato la necessità di difendere le istituzioni e chiudere i conti con il golpismo; dall’altro il rischio di trasformare l’ex presidente in un martire per milioni di elettori che lo considerano ancora il proprio riferimento politico.
Sul piano internazionale, il caso viene osservato come un test per la tenuta democratica del Brasile che sta vivendo uno dei momenti più complicati della sua storia dai tempi della guerra civile e dei regimi militari.

Un primo piano di Jair Bolsonaro, arrestato dopo la condanna a 27 anni di carcere da parte di un tribunale federale - Credits VelvetMag.it










