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Le ultime ore delle gemelle Kessler: le lettere agli amici, i gioielli in eredità e le loro ultime volontà

Gemelle KesslerAlice ed Ellen Kessler, in un foto composit che le ritrae in piena attività ed elegantissime ancora poche settimane fa - Credits RAI (VelvetMag.it)

Ormai è acquisita anche dalla magistratura tedesca la volonta di Alice ed Ellen Kessler di andarsene insieme nella loro casa di Grünwald. Numerose lettere d’addio alle amiche, alcuini lasciti solidali in beneficenza e un desiderio di sepoltura che rischia di restare irrealizzato.

Metodiche, precise, attentissime a ogni dettaglio. Avevano persino dato la disdetta di alcuni abbonamenti facendo chiaramente capire, anche se solo con il senno di poi, che avevano già stabilito la data del loro addio, del loro ‘passaggio’, così come lo avevano definito ai legali e ai medici che le hanno assistite fino all’ultimo istante e a pochissime amiche che erano già al corrente delle loro ultime volontà.

L’addio delle Gemelle Kessler

Il 17 novembre, nella loro villa di Grünwald, alle porte di Monaco di Baviera, Alice ed Ellen Kessler hanno messo in pratica una decisione che maturavano da anni: lasciare il mondo insieme, ricorrendo al suicidio assistito nelle forme e nei modi previsti dalla legge tedesca. A 89 anni, dopo una vita vissuta come un “numero unico” sia sul palco che nella quotidianità, senza mariti, figli o nipoti, l’idea che una potesse sopravvivere all’altra era per loro, come hanno confidato agli amici, semplicemente insopportabile.

Secondo la Deutsche Gesellschaft für Humanes Sterben (DGHS), l’associazione che ha seguito il loro caso, le gemelle hanno scelto quello che in Germania è definito “freitodbegleitung”, una forma di morte volontaria in cui è la persona stessa ad azionare il meccanismo che libera il farmaco letale. In Germania l’assistenza al suicidio è consentita dal 2020, mentre l’eutanasia attiva resta proibita.

Il contesto sanitario non è secondario: amici storici raccontano di problemi cardiaci per entrambe, della perdita di gusto e olfatto e di un’ischemia che poche settimane fa aveva colpito Ellen, debilitandola molto e togliendo alle due sorelle il “piacere della vita” così come l’avevano sempre concepito.

Lettere, gioielli e addii: la regia dell’ultimo saluto

Gli ultimi giorni di Alice ed Ellen sono stati scanditi da una preparazione minuziosa. Le Kessler hanno scritto a mano lettere di addio alle amiche più care, la giornalista Carolin Reiber e la cantante Bibi Johns, chiedendo espressamente di non piangere e rassicurandole con l’immagine, tenerissima e infantile, di un nuovo incontro “sulla nuvola 7”, come viene chiamato l’aldilà in Germania, quello che gli inglesi definiscono invece Cloud Nine.

Nel plico recapitato alla Reiber, insieme alla lettera, c’erano anche alcuni gioielli di famiglia, tra cui una collana di giada cui la conduttrice era molto affezionata. Un gesto che racconta quanto le Kessler abbiano voluto controllare ogni dettaglio, dal tono delle parole all’ultima distribuzione degli oggetti più preziosi, quasi fosse l’ultima messinscena di una carriera costruita sulla perfezione del passo a due.

Fino all’ultimo hanno cercato di mantenere una parvenza di normalità: l’ultima uscita pubblica, il 24 ottobre al circo Roncalli, dove erano ospiti di uno spettacolo, le ritrae ancora elegantissime, in tailleur e gioielli. Chi era accanto a loro, però, ha notato una certa stanchezza, un’energia meno empatica, come se la decisione fosse già stata presa e il conto alla rovescia fosse ormai partito.

Suicidio assistito, diritto all’autodeterminazione e un messaggio chiaro

Nel loro ultimo scritto le Kessler ringraziano esplicitamente l’esistenza della “sterbehilfe”, l’aiuto a morire che, a loro dire, ha permesso di evitare sofferenze che non avrebbero accettato: la perdita di controllo su corpo e mente, l’ombra di una lunga fase di decadimento.

Il loro caso sta riaccendendo il dibattito sull’assistenza al suicidio non solo in Germania ma anche in Italia, dove le resistenze soprattutto di carattere religioso sono fortissimi.

I dati dicono che nel 2024 oltre seicento persone in Germania hanno seguito un percorso simile tramite DGHS, mentre giuristi e politici invocano regole più chiare per garantire che ogni scelta sia davvero libera e consapevole.

Per l’opinione pubblica, però, l’immagine che resta è quella di due icone dello spettacolo europeo che hanno voluto gestire fino all’ultimo atto la propria uscita di scena, coerenti con una biografia vissuta sempre “in due”, dalle tournée internazionali alle serate davanti alla tv nella loro casa di Grünwald.

Gemelle Kessler

Alice ed Ellen Kessler, in un foto composit che le ritrae in piena attività ed elegantissime ancora poche settimane fa – Credits RAI (VelvetMag.it)

Patrimonio e beneficenza

Già nel 2024 Alice ed Ellen avevano raccontato di aver rivisto il proprio testamento, distribuendo il patrimonio non solo a Medici Senza Frontiere, associazione che sostenevano da tempo e delle quali erano state testimonial in Germania, ma anche a organizzazioni come Unicef, la missione per ciechi CBM, il Paul Klinger Künstlersozialwerk e la Deutsche Stiftung Patientenschutz: “Abbiamo guadagnato bene, ammionistrato benissimo e non abbiamo mai sperperato”, dicevano alle amiche, spiegando la scelta di un’eredità diffusa e solidale. Non avevano alcun erede diretto.

Tra le ultime volontà c’è poi quella che colpisce di più: le gemelle hanno disposto che, dopo la cremazione, le loro ceneri vengano raccolte in un’unica urna, insieme a quelle della madre Elsa e del loro barboncino Yello, morto da alcuni anni. Un’immagine potentissima, perfettamente in linea con il loro immaginario di famiglia “inseparabile”, ma che rischia di scontrarsi con la legge bavarese.

Il sogno (complicato) di un’unica urna

In Baviera, come ricordano giuristi e associazioni di categoria, non è consentito mescolare le ceneri di più persone in un’unica urna, né tumulare animali in un cimitero destinato agli esseri umani. La norma lascia aperta solo la possibilità di una tomba condivisa con urne separate e, in alcuni Länder, di aree cimiteriali in cui è ammessa la sepoltura con animali domestici, ma non è chiaro se questo sarà applicabile al caso Kessler.

Il paradosso è tutto qui: due donne che hanno rivendicato fino all’ultimo la libertà di decidere come e quando morire potrebbero vedersi negare proprio il desiderio simbolico più forte, quello di restare “insieme per sempre” anche nella forma della sepoltura.

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