Parole emozionanti, un racconto commovente della malattia: questa è una bellissima poesia dedicata a Michela Murgia.
La poesia dedicata a Michela Murgia da Nichi Vendola continua a commuovere e a riflettere sul tema della malattia, un argomento delicato che si intreccia con la forza interiore e la resilienza.
La scrittrice sarda, scomparsa nel 2023, è stata protagonista di un percorso umano e artistico che ha lasciato un segno profondo nella cultura italiana contemporanea.
La poesia di Nichi Vendola: un omaggio alla forza di Michela Murgia
“La tua malattia”, composta da Nichi Vendola lo scorso maggio, è un testo intenso e vibrante, che riesce a tradurre in versi il dolore, la sofferenza e al contempo la bellezza di una sfida che diventa trasformazione. La malattia non è presentata come una condanna, ma come una presenza viva che “suona e canta”, che attraversa boschi, città e fiumi, portando con sé una sorta di liricità che “ti fa più bella”. Vendola usa immagini evocative, come “la tua dissonante liturgia” e “questa trasfusione di sogni e di dodecafonia”, per descrivere una condizione che è insieme lotta e accettazione, dolore e speranza.
Il poeta esalta la figura di Michela Murgia come una donna capace di “sedurre la morte e farle un inchino”, sottolineando il coraggio e la dignità con cui ha affrontato la malattia. La poesia diventa così un inno alla vita e alla resistenza, un messaggio che supera il personale per farsi universale.

La poesia scritta da Nichi Vendola in memoria di Michela Murgia – Vevlvetmag.it / Credits: Instagram @Repubblica
Nata a Cabras nel 1972, Michela Murgia ha vissuto una vita ricca di esperienze e sfaccettature che hanno arricchito la sua scrittura e il suo impegno civile. Prima di affermarsi come una delle voci più autorevoli della letteratura italiana contemporanea, ha svolto numerosi lavori, da insegnante di religione a portiera notturna, da dirigente amministrativa a operatrice fiscale, dimostrando una capacità di adattamento e una volontà di affrontare la realtà con coraggio e determinazione.
Il successo letterario è arrivato con “Il mondo deve sapere” (2012), un romanzo satirico che denuncia le condizioni degli operatori di call center, seguito da “Accabadora”, opera che le ha valso il Premio Campiello e che ha consolidato la sua fama. Nel corso della sua carriera, Murgia ha saputo coniugare la scrittura con l’impegno sociale, diventando un punto di riferimento soprattutto per molte donne, grazie anche alla sua capacità di creare una vera e propria community attorno alle sue idee. Nel raccontare la sua malattia, Michela Murgia non ha mai chiesto pietà ma ha scelto di condividere un’esperienza intima e complessa con una schiettezza che ha ispirato molti. La poesia di Vendola riflette questa prospettiva, mostrando come la sofferenza possa essere vissuta come un’opportunità di crescita e di bellezza.
Il testo sottolinea come la malattia non “combatti” né “si arrenda”, ma “apre al vento una vela”, suggerendo un’apertura verso l’ignoto e la trasformazione. In questo senso, la poesia si trasforma in una sorta di rituale laico che accompagna e sostiene chi affronta difficoltà simili, offrendo un linguaggio nuovo per descrivere ciò che spesso è inesplicabile. Oltre alla sua produzione letteraria, Michela Murgia ha lasciato un’eredità fatta di coraggio, autenticità e impegno civile. La sua figura continua a essere fonte di ispirazione per chi lotta contro le avversità, per chi cerca nelle parole un modo per raccontare se stesso e il proprio dolore senza nascondersi.
La poesia di Vendola è uno dei tanti modi in cui questa eredità viene celebrata e valorizzata. Un’opera che invita a riflettere sulla complessità della condizione umana, sulla necessità di trovare bellezza anche nelle esperienze più difficili, e sulla forza della parola come strumento di cura e resistenza. In un panorama culturale che spesso fatica a confrontarsi con la malattia e la sofferenza, “La tua malattia” rappresenta una voce potente e necessaria, capace di trasformare il dolore in poesia e la poesia in un abbraccio collettivo.
il testo della poesia di Niky Vendola
“La tua malattia suona e canta
fino a notte fonda
corre tra i boschi e le città
rotola nel fiume
esonda dalla cartella
raschia il cemento
ti fa più bella
non è un lamento che ulula
alla luna e al marciapiede
ma una carezza stridula
un’ode alla notte e una lode
alla mattina
secerne brina e poesia
una felicità strana e insolente
la tua dissonante liturgia
è una sincope
che muove le onde
spezza le parole tonde
non combatte non s’arrende
apre al vento una vela
sei tu Michela
la donna che ruba il fuoco
e la mela
che sfonda l’orizzonte
e nuota e danza e vola
fino a sfiorare dio
che sonda l’infinito
il mai iniziato
che abita sveste ammala
il tempo col suo fiato
che stana e accoglie
il buio del passato
col suo spartito di latte e di lana
i solfeggi e le flebo d’amore
il dolore che sbatte le ali
e questa trasfusione di sogni
e di dodecafonia
che scompone ogni sapere
sangue urina peste morfina
e monta questa musica
curativa e celeste
alle porte alle finestre
sul proscenio del discernimento
esposta all’incanto
fatto racconto
arcano nuragico marino
ma tu non sei un grammofono
neppure un manichino
sei vera e lucente come il mattino
mentre seduci la morte
e le fai un inchino”.

La bellissima poesia dedicata a Michela Murgia - Velvetmag.it / Credits: Instagram @Radiopopolare












