La Corte Suprema di Cassazione, ha chiarito un aspetto fondamentale relativo all’indennità di accompagnamento, rendendola più accessibile.
Questa decisione rappresenta un importante passo avanti per le persone con disabilità grave e per i loro caregiver, confermando che il diritto all’assegno non è esclusivamente legato all’impossibilità totale di camminare ma anche alla necessità di una sorveglianza continua.
L’indennità di accompagnamento è una prestazione economica essenziale prevista per i soggetti con invalidità totale e permanente, che presentano impossibilità di deambulare autonomamente o incapacità di compiere atti quotidiani senza assistenza continuativa. Tradizionalmente, il diritto a questa indennità era riconosciuto solo a chi non poteva muoversi senza un accompagnatore costante. Tuttavia, la recentissima sentenza della Cassazione amplia l’interpretazione, includendo anche chi, pur potendo deambulare in modo limitato, necessita di una supervisione continua per prevenire cadute o incidenti.
Secondo la Corte, il rischio di cadute, specie in persone con età avanzata o condizioni di salute fragili, configura una forma di invalidità che giustifica l’erogazione dell’assegno di accompagnamento. Pertanto, anche in presenza di una residua capacità motoria, se questa è possibile soltanto sotto controllo permanente di un accompagnatore, il diritto all’indennità deve essere riconosciuto.
L’ordinanza sottolinea che il requisito fondamentale per ottenere il trattamento è il riconoscimento dell’invalidità totale o l’incapacità di svolgere in autonomia le attività della vita quotidiana, integrato dalla necessità di un supporto costante, inteso come vigilanza continua.
Requisiti e modalità di accesso all’indennità di accompagnamento
L’assegno di accompagnamento è erogato dall’INPS a favore di persone mutilate o con invalidità civile totale (100%), senza limiti di reddito o età. Nel 2025, l’importo mensile ammonta a 542,02 euro, con un leggero aumento previsto per il 2026 in base agli adeguamenti annuali.
Per richiedere la prestazione è necessario un iter specifico che parte dall’accertamento medico-legale della condizione di invalidità. Dal 1° gennaio 2025 è stata introdotta una procedura sperimentale in diverse province italiane (tra cui Firenze, Salerno, Brescia e altre) che prevede l’invio telematico del certificato medico da parte del medico certificatore, seguito dall’accertamento sanitario ASL-INPS senza necessità di domanda amministrativa da parte del cittadino. Fuori dalle province sperimentali, invece, la domanda e il certificato devono ancora essere trasmessi all’INPS secondo la procedura tradizionale, almeno fino al 31 dicembre 2026.
L’indennità è corrisposta per 12 mensilità, con decorrenza dal primo giorno del mese successivo alla richiesta o dalla data indicata nel verbale di invalidità. In caso di ricovero a totale carico dello Stato superiore a 29 giorni, il pagamento viene sospeso.
È importante evidenziare che l’indennità è compatibile con lo svolgimento di attività lavorativa e con altre prestazioni previdenziali o assistenziali, fatta eccezione per analoghe indennità ottenute per cause di guerra, lavoro o servizio.

Prestazioni integrate e novità del 2025(www.velvetmag.it)
Oltre all’indennità di accompagnamento, il 2025 ha visto l’avvio sperimentale della Prestazione Universale per anziani non autosufficienti over 80, che prevede un contributo mensile di 850 euro destinato all’acquisto di servizi di assistenza qualificata o per la regolarizzazione di badanti con contratto. Anche questa prestazione si richiede attraverso l’INPS e si affianca all’indennità di accompagnamento, offrendo un supporto economico più ampio alle famiglie.
L’indennità di accompagnamento continua ad essere uno strumento fondamentale per garantire autonomia e dignità alle persone con disabilità gravi, consentendo loro di vivere nella propria abitazione con un adeguato supporto e alleggerendo il carico delle famiglie e dei caregiver.
Per tutti i cittadini interessati, è essenziale conoscere le nuove disposizioni e approfittare della più ampia interpretazione riconosciuta dalla Corte di Cassazione, che ha sancito l’inclusione della supervisione per la deambulazione come requisito sufficiente per l’accesso all’assegno. La domanda può essere presentata online tramite il sito dell’INPS, con identità digitale SPID, CIE o CNS, oppure attraverso patronati e associazioni di categoria. Il termine di lavorazione previsto dall’INPS per la concessione è di 45 giorni dalla ricezione della domanda completa.

Supervisione e diritto all’assegno di accompagnamento (www.velvetmag.it)










