Si è spento a 74 anni Mauro Di Francesco, uno degli attori simbolo del cinema italiano degli anni Ottanta, noto soprattutto per il ruolo di Uberto in Sapore di Mare 2 – Un anno dopo. La sua carriera, iniziata precocemente nel teatro con il grande Giorgio Strehler, si sviluppò poi nel cinema e nella comicità milanese, regalando al pubblico un ritratto ironico e disincantato di un’Italia fatta di contraddizioni ma capace di sorridere di sé stessa.
Gli inizi e la consacrazione nel mondo dello spettacolo
Mauro Di Francesco esordì giovanissimo nel teatro, sotto la guida di Strehler, per poi approdare al cinema grazie all’incontro con Ugo Tognazzi, che lo volle nel film Scusa se è poco accanto a Monica Vitti. Nel corso della sua carriera teatrale fu protagonista di un periodo di grande creatività al Derby Club di Milano, fucina di talenti come Diego Abatantuono, Giorgio Faletti, Massimo Boldi ed Enzo Jannacci. In quegli anni fondò, insieme a Faletti, Boldi e altri, il gruppo comico dei Repellenti, contribuendo a lanciare nuovi volti della comicità italiana.
Il successo cinematografico arrivò negli anni Ottanta con Sapore di Mare 2 – Un anno dopo, dove interpretò Uberto, personaggio romantico e goffo che rimane nella memoria degli spettatori come simbolo di un’epoca spensierata. Sul set nacque anche la storia d’amore con la collega Pascale Reynaud, episodio che Di Francesco raccontava con quella vena di ironia che lo contraddistingueva.
La vita privata: moglie e figli
Sul set di Sapore di mare 2 conobbe l’attrice francese Pascale Reynaud, con la quale ebbe un figlio, Daniel. Nel 1997 sposò Antonella Palma di Fratianni. Negli ultimi anni aveva deciso di rallentare il ritmo della sua carriera, scegliendo di vivere in Toscana e dedicandosi alla famiglia, senza però perdere la simpatia e l’ironia che lo avevano reso tanto amato dal pubblico. Il suo ultimo lavoro al cinema fu Odissea nell’ospizio del 2019, diretto dall’amico Jerry Calà. In passato aveva parlato apertamente della sua difficile battaglia contro l’alcolismo e la cirrosi epatica, che lo avevano portato a subire un trapianto di fegato. “Ho cominciato a bere a dieci anni e ho smesso a cinquantacinque. Sono un miracolato”, raccontava in un’intervista al Giornale nel 2011.















