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Influenza aviaria nel Ferrarese: 800mila galline da abbattere

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Negli ultimi giorni, nel territorio di Codigoro, nella provincia di Ferrara, è stato rilevato un grave focolaio di influenza aviaria. Le autorità sanitarie hanno deciso di abbattere circa 800mila galline ovaiole. La situazione ha destato notevole preoccupazione sia tra gli operatori del settore avicolo sia tra le autorità locali e regionali, che stanno lavorando per contenere l’epidemia e prevenire una possibile diffusione del virus.

Aviaria, l’origine del focolaio

L’allarme è scattato quando sono emerse anomalie nelle uova provenienti da un allevamento della zona. Dopo i primi test, condotti dalle autorità veterinarie, è stata confermata la presenza del virus dell’influenza aviaria. L’azienda coinvolta, uno dei più grandi allevamenti di galline ovaiole della regione, ha subito attivato i protocolli di sicurezza. Tuttavia l’entità del focolaio ha richiesto un intervento straordinario da parte delle autorità sanitarie.

Foto Ansa/Epa Narendra Shrestha

Il virus responsabile è una variante altamente patogena dell’influenza aviaria, che può causare elevate perdite di animali negli allevamenti avicoli. Sebbene il rischio per la salute umana sia considerato basso, le autorità sanitarie hanno comunque rafforzato le misure di sorveglianza e di biosicurezza.

Le misure di contenimento

Le autorità sanitarie hanno immediatamente disposto l’abbattimento di tutte le galline presenti nell’allevamento per impedire la diffusione del virus ad altre strutture avicole della regione. Si tratta di un’operazione di dimensioni eccezionali, che coinvolge centinaia di operatori specializzati. Oltre all’abbattimento, sono in corso interventi di sanificazione e bonifica dell’area colpita.

L’abbattimento è un provvedimento doloroso ma necessario, spiegano gli esperti, per evitare il propagarsi del virus. Che potrebbe avere conseguenze devastanti per l’intera filiera avicola. L’operazione dovrebbe concludersi nei prossimi giorni, e sarà seguita da rigidi controlli per verificare l’efficacia delle misure adottate.

Impatto economico e sociale

L’epidemia di influenza aviaria ha già provocato un grave danno economico all’azienda colpita, che ha visto perdere l’intera produzione di galline ovaiole. Questo focolaio rappresenta una delle peggiori crisi sanitarie per il settore avicolo dell’Emilia-Romagna negli ultimi anni. L’allevamento coinvolto è uno dei più grandi fornitori di uova a livello nazionale, e la perdita di quasi un milione di capi avrà ripercussioni significative sulla disponibilità di uova nel mercato.

Un’immagine di repertorio mostra azioni contro l’influenza aviaria in Perù. Foto Ansa/Epa Paolo Aguilar

Oltre ai danni economici, la crisi sanitaria ha anche un forte impatto a livello sociale, con numerosi lavoratori coinvolti nelle operazioni di contenimento e bonifica. Le autorità locali stanno già valutando misure di sostegno per gli allevatori colpiti, comprese indennità economiche e aiuti per la ripresa delle attività.

Rischio aviaria per altri allevamenti

La preoccupazione maggiore ora è evitare che l’epidemia si diffonda ad altri allevamenti della regione, noti per la loro importanza nel panorama avicolo italiano. E che contagi l’uomo. L’Azienda Unità Sanitaria Locale di Ferrara ha rafforzato i controlli su tutti gli stabilimenti avicoli del territorio, imponendo rigidi protocolli di biosicurezza. È stato inoltre istituito un cordone sanitario intorno all’area colpita per limitare al massimo i movimenti di animali e persone. Secondo gli esperti, il rischio di diffusione ad altri allevamenti esiste, ma le misure preventive messe in atto dovrebbero essere sufficienti per circoscrivere il focolaio. Tuttavia resta alta l’attenzione, con ispezioni continue e test diagnostici eseguiti regolarmente.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore. Segui Domenico su Facebook Segui Domenico su Linkedin

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