Valentino: il debutto di Alessandro Michele al Pavillon des Folies
La sfilata Primavera-Estate 2025 "lancia" il nuovo direttore creativo
La sfilata Primavera-Estate 2025 di Valentino segna il debutto di Alessandro Michele come direttore creativo della maison. In una cornice poetica e nostalgica, Michele reinterpreta i codici iconici di Valentino, portando in passerella una collezione ricca di dettagli e significati profondi.
La Paris Fashion Week del 2024 ha visto uno degli eventi più attesi della stagione: l’esordio di Alessandro Michele alla guida creativa di Valentino. La sua collezione Primavera-Estate 2025, denominata Pavillon des Folies, ha stupito il pubblico per il suo mix di massimalismo ed eleganza intrinseca, tipica della maison romana. La sfilata si è svolta in un’ambientazione da sogno, che richiamava una villa abbandonata o una soffitta polverosa, con mobili d’epoca e vetri rotti che creavano un’atmosfera sospesa tra fragilità e romanticismo.
Il ritorno del massimalismo
Fin dal primo momento, la collezione ha mostrato chiaramente il marchio inconfondibile di Alessandro Michele, noto per aver rivoluzionato Gucci con il suo approccio eccentrico e ricco di dettagli. Il massimalismo è il cuore della sua estetica, e questa sfilata non ha fatto eccezione. Tra i capi spiccavano abiti con balze, ruches, fiocchi e dettagli in pizzo, accompagnati da accessori imponenti come turbanti, guanti trasparenti e collane di perle. I collant rossi e i guantini in pizzo, diventati ormai un simbolo del suo stile, hanno contribuito a delineare l’immagine di una femminilità potente e consapevole, ma sempre giocosa e fragile.
Fragilità e bellezza: un messaggio potente
La scelta di una passerella crepata da vetri rotti ha simboleggiato la fragilità della bellezza, un tema caro a Michele. Il designer ha voluto sottolineare come la precarietà e l’imperfezione possano diventare fonti di bellezza e significato. Le sue ‘creature fragili’ camminavano su questo terreno instabile, suggerendo che accogliere le nostre debolezze può portarci a una nuova comprensione di noi stessi e del mondo.
Come riporta anche Ansa, Alessandro Michele ha spiegato: “Siamo creature fragili, esposte costantemente al senso del limite. Camminiamo in punta di piedi su specchi che si infrangono sotto il peso del nostro incedere. Non c’è passo che non rischi l’inciampo, la caduta. Non c’è respiro che non porti con sé l’ombra della vulnerabilità. Ci muoviamo, instabili, all’interno di un orizzonte transitorio che non consente vie di fuga. Tuttavia, proprio questa condizione ci inizia al vero significato della nostra dimensione temporale. Che senso mai avrebbe, infatti, il nostro transito terrestre se non fosse determinato nel tempo, ma fosse infinito?“.
Omaggi al DNA di Valentino
Nonostante la forte impronta personale di Alessandro Michele, la collezione ha reso omaggio ai codici classici di Valentino Garavani, soprattutto attraverso l’uso del celebre rosso Valentino, simbolo di eleganza senza tempo. Michele ha rielaborato ispirazioni degli Anni ’70 e ’80, riportando in passerella influenze orientali e motivi vintage come i pois. Il suo tocco contemporaneo ha però conferito a questi riferimenti un nuovo significato, rendendo la collezione profondamente attuale.
Il debutto di Alessandro Michele alla guida di Valentino ha dimostrato come il designer sia riuscito a mantenere il DNA della maison, infondendolo al contempo con la sua visione creativa unica. La collezione Pavillon des Folies ha lasciato il pubblico incantato, offrendo un’esperienza sensoriale e riflessiva che ha combinato moda, arte e filosofia, ponendo al centro la bellezza nella sua forma più fragile e autentica.