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David Riondino truffato da falso operatore: persi 11.500 euro

Le truffe telefoniche sono sempre più frequenti e sofisticate. Non si deve mai credere a chi chiede di spostare denaro e "mettere il conto in sicurezza"

Negli ultimi giorni, il cantautore David Riondino è stato al centro di una vicenda paradossale: è caduto vittima di una truffa telefonica che gli ha causato una perdita di oltre 11.500 euro. Riondino ha raccontato che un finto operatore Nexi, spacciatosi per membro del supporto clienti, lo ha convinto a trasferire somme di denaro dal suo conto corrente bancario.

Il meccanismo della truffa

Il truffatore ha contattato Riondino telefonicamente, presentandosi come un operatore della società Nexi, specializzata in gestione di pagamenti e servizi finanziari. La frode si è svolta in maniera sofisticata, giocata sull’urgenza e la credibilità che il truffatore è riuscito a costruire. Spiegando a Riondino che il suo conto era a rischio e necessitava di essere “messo in sicurezza“, l’artista è stato convinto a effettuare 23 bonifici di 495 euro ciascuno, per un totale di 11.500 euro.

David Riondino truffa telefonica
Foto Ansa/Ettore Ferrari

Il danno subito e la reazione dell’artista

David Riondino, una volta resosi conto della truffa, ha subito allertato le autorità e denunciato l’accaduto. “Mi hanno rubato i soldi sotto il naso” ha dichiarato l’artista, esprimendo frustrazione e sconforto per l’accaduto. La vicenda ha profondamente colpito Riondino, che ha commentato come questa non sia la prima volta che si ritrova vittima di una truffa. E ha ricordato altre esperienze simili in passato.

Purtroppo, il caso di David Riondino non è isolato. Negli ultimi anni, le frodi telefoniche e online sono diventate sempre più comuni, con i truffatori che utilizzano tecniche sempre meno rozze per ingannare le loro vittime. La truffa subita che ha subito l’attore segue un copione ben noto: l’uso di operatori fittizi di servizi finanziari o aziende tecnologiche per ottenere informazioni sensibili e trasferire denaro.

Le autorità hanno più volte avvertito la popolazione di non fornire mai informazioni personali o finanziarie tramite telefono o email, e di essere sempre scettici riguardo alle richieste di trasferimenti di denaro, soprattutto quando sembrano provenire da fonti “urgenti“. Tuttavia, nonostante gli avvertimenti, la crescita delle frodi continua a mietere vittime, anche tra personaggi noti come Riondino.

Truffa telefonica vittima David Riondino
Foto X @TRIESTE_news

Consigli per evitare le truffe

Per evitare di cadere vittima di simili frodi, è importante adottare alcuni accorgimenti. Prima di tutto, non fidarsi mai di chiamate non richieste da parte di presunti operatori di servizi finanziari o tecnologici. Se si sospetta di una truffa, è consigliabile interrompere immediatamente la conversazione e contattare direttamente l’azienda o il servizio in questione attraverso canali ufficiali.

Inoltre, non si dovrebbe mai fornire informazioni personali o bancarie per telefono o via email. Le banche e le società di pagamento, come Nexi, non chiedono mai di effettuare bonifici o fornire dati sensibili per telefono.

Le indagini in corso

Le autorità competenti stanno investigando il caso, nel tentativo di rintracciare il truffatore e recuperare, se possibile, i fondi sottratti. La vicenda ha suscitato molta preoccupazione non solo per la notorietà della vittima, ma anche per il metodo sofisticato utilizzato per ingannarla. David Riondino, noto per la sua carriera artistica e il suo impegno nel mondo culturale italiano, spera che questa brutta esperienza possa servire come monito per altri, affinché prestino maggiore attenzione e non cadano nelle trappole di truffatori sempre più abili.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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