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Elon Musk e il sogno di Marte: realtà o fantascienza?

La distanza fra noi e Marte è di 225 milioni di chilometri. Per arrivarci serviranno dai 6 ai 9 mesi

Elon Musk ha reso ben noto da tempo il suo sogno ambizioso di colonizzare Marte, trasformando quello che una volta si considerava un concetto fantascientifico in una possibilità concreta. La sua azienda SpaceX è all’avanguardia nell’esplorazione spaziale privata, con l’obiettivo principale di stabilire una colonia umana autosufficiente sul pianeta rosso. Ci vorranno anni ma non è impossibile.

Presto viaggi su Marte?

Il desiderio di Musk di colonizzare Marte non è solo una visione romantica di esplorazione spaziale, inoltre, ma piuttosto una risposta alle sfide esistenziali che l’umanità potrebbe affrontare in futuro. E anche un potenziale grosso business. Nel futuro, infatti, presumibilmente il turismo spaziale diverrà sempre più diffuso. Secondo il Ceo di Tesla e SpaceX, la sopravvivenza dell’umanità potrebbe dipendere dalla capacità di diventare una “specie multiplanetaria“. Un fatto che consentirebbe di ridurre il rischio di un’estinzione dovuta a eventi catastrofici sulla Terra, come impatti di asteroidi o cambiamenti climatici estremi.

Elon Musk piano esplorazione di Marte
Elon Musk. Foto Ansa/Epa Ulises Ruiz Basurto

Nel 2016 Musk presentò il suo piano al Congresso Internazionale di Astronautica, descrivendo come SpaceX stesse sviluppando tecnologie per rendere possibile viaggi interplanetari di massa. Starship, l’astronave riutilizzabile progettata per trasportare fino a 100 persone alla volta, è al centro di questo progetto. Lo scopo è quello di creare un’infrastruttura sostenibile che permetta di inviare regolarmente missioni su Marte.

Le sfide di Elon Musk

Nonostante l’ottimismo di Musk, colonizzare Marte presenta sfide enormi. La distanza media tra la Terra e Marte è di circa 225 milioni di chilometri, con viaggi che potrebbero durare dai 6 ai 9 mesi.

Le condizioni su Marte sono estremamente ostili alla vita umana: temperature molto basse, radiazioni elevate, e un’atmosfera composta prevalentemente di anidride carbonica. Per questo motivo, è necessario sviluppare tecnologie avanzate per la protezione e il supporto vitale, inclusi habitat pressurizzati, sistemi di produzione di cibo e acqua, e una fonte di energia affidabile.

Musk ha proposto di utilizzare energia solare e di sfruttare le risorse locali di Marte, come l’estrazione di ghiaccio per produrre acqua. Tuttavia, la costruzione di una colonia su Marte richiederà una collaborazione internazionale, non solo a livello tecnologico ma anche finanziario.

Mare montagna più alta sistema solare
L’Olympus Mons su Marte: è alto 25 chilometri. Foto X @MAstronomers

Il ruolo di SpaceX

SpaceX sta facendo progressi significativi per rendere possibile la missione su Marte. Uno dei passi fondamentali è stato lo sviluppo e il lancio del razzo Falcon Heavy, che ha dimostrato la capacità di trasportare carichi pesanti nello spazio. Tuttavia, è la Starship, una nave spaziale completamente riutilizzabile, che rappresenta il cuore del piano di Musk. Starship è progettata per atterrare su Marte e trasportare sia equipaggi che materiali necessari per la costruzione di basi permanenti.

Se SpaceX riuscisse a realizzare questa impresa, l’impatto economico e culturale sarebbe immenso. La colonizzazione di Marte potrebbe aprire la strada a nuove industrie spaziali, come l’estrazione mineraria di asteroidi, la costruzione di infrastrutture spaziali e persino il turismo interplanetario.

Inoltre, la prospettiva di una civiltà su Marte potrebbe stimolare nuove forme di governance e socialità, dato che le colonie marziane dovrebbero operare con un alto grado di autonomia dalla Terra. La speranza è che l’uomo non porti sul pianeta rosso anche la guerra, l’inquinamento, la distruzione dell’atmosfera e dell’ambiente, le disuguaglianze fra le persone e l’ingiustizia sociale. Intanto, nel 2028, anche l’Agenzia spaziale europea intende raggiungere Marte con una propria missione. Che ‘parlerà’ italiano.

 

 

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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