M5S, s’inasprisce lo scontro fra Conte e Grillo
Fra ottobre e novembre la fase costituente sul futuro del Movimento, mentre l'ex premier non vuole "sopraelevati" all'interno della sua forza politica
Negli ultimi mesi, il Movimento Cinque Stelle è stato teatro di crescenti tensioni tra il fondatore Beppe Grillo e il presidente Giuseppe Conte. Le divergenze tra i due sono diventate sempre più evidenti, soprattutto in vista della nuova fase costituente che il movimento sta cercando di avviare. Alla base del conflitto ci sono visioni opposte su come rinnovare il M5S, con Grillo che difende il tradizionale approccio del Movimento, mentre Conte spinge per un cambiamento che, secondo lui, lo modernizzi e lo renda più competitivo nella scena politica italiana.
Il dibattito sul futuro di M5S
Lo scontro tra Grillo e Conte è diventato palese quando l’ex premier ha dichiarato pubblicamente la sua distanza dal fondatore. Durante un intervento alla Festa del Fatto Quotidiano, Conte ha sottolineato come le idee di Grillo, che definisce “superate“, non siano più adatte al contesto politico attuale. Conte ha ribadito che il Movimento 5 Stelle non può più essere guidato da una visione che risale a vent’anni fa, facendo riferimento alle strategie che Grillo cerca ancora di imporre.
La frattura appare irreparabile, con Conte che ha esplicitato la sua volontà di non rimanere in un partito dove esista una gerarchia “sopraelevata“, riferendosi implicitamente al ruolo di Grillo come garante del Movimento. Questo scontro di leadership ha portato molti osservatori politici a ipotizzare una possibile scissione all’interno del M5S, un’eventualità che sembra diventare sempre più probabile.
Una fase costituente
Uno dei punti principali di scontro tra Grillo e Conte riguarda il processo della Costituente del Movimento. Grillo insiste su regole rigide per il M5S, come il mantenimento del limite dei due mandati per i parlamentari. E anche la tutela del simbolo e del nome del Movimento. Al contrario, Conte ha più volte espresso la volontà di rivedere queste regole, considerandole un ostacolo per la crescita e il rinnovamento del partito.
Grillo, nel suo ruolo di garante, ha cercato di bloccare ogni tentativo di modifica, minacciando anche azioni legali contro Conte e i vertici del M5S qualora si cercasse di forzare queste modifiche senza il suo consenso. L’ex comico genovese ha ribadito più volte che “simbolo, nome e secondo mandato non si toccano“, mettendo in chiaro la sua posizione.
M5S, il rischio di una scissione
Con l’avvicinarsi della fase costituente, che dovrebbe tenersi tra ottobre e novembre, lo spettro di una scissione all’interno del Movimento si fa sempre più concreto. Se non si troverà un accordo, Conte potrebbe decidere di lasciare il M5S, portando con sé una parte consistente dei parlamentari e degli iscritti, spaccando definitivamente il partito.
Questa crisi interna segue quella del 2022, quando l’allora ministro degli Esteri Luigi Di Maio abbandonò il Movimento per fondare un nuovo partito. Sebbene il progetto di Di Maio non abbia avuto successo, una nuova scissione metterebbe a rischio la sopravvivenza stessa del M5S. Il futuro del Movimento Cinque Stelle appare dunque piuttosto incerto. Conte sembra deciso a proseguire il suo progetto di rinnovamento, mentre Grillo non intende cedere terreno. Nel frattempo, la base del partito è divisa. Nei prossimi mesi, il M5S dovrà affrontare una scelta cruciale: restare ancorato al passato o aprirsi al futuro. In ogni caso, questa frattura rischia di segnare un punto di non ritorno per il partito-movimento.