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Asta dei Bot settembre 2024: dettagli dell’emissione

Il rendimento potrebbe sfiorare il 4%, salvo il contemporaneo abbassamento dei tassi di interesse da parte della Bce

L’asta Bot di settembre 2024, prevista per l’11 del mese, rappresenta un’opportunità interessante per investitori istituzionali e privati alla ricerca di rendimenti relativamente sicuri in un contesto economico ancora incerto. Il ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) metterà all’asta titoli a 12 mesi con un importo massimo previsto di 7,5 miliardi di euro, un’emissione che suscita particolare attenzione per via dei rendimenti attesi.

Le caratteristiche dell’emissione

I Bot (Buoni ordinari del tesoro) sono titoli di Stato a breve termine, tipicamente utilizzati dal Governo italiano per la gestione del debito pubblico. I titoli in asta l’11 settembre avranno una durata di 12 mesi, con scadenza nel settembre 2025. Si tratta di un’emissione particolarmente seguita poiché i rendimenti sui Bot annuali stanno mostrando una crescita significativa negli ultimi mesi.

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Foto Ansa/Riccardo Antimiani

Nell’asta precedente, i Bot a 12 mesi hanno raggiunto un rendimento annuo lordo del 3,112%, ma si prevede che nell’asta di settembre tale rendimento possa salire ulteriormente fino a 3,95%, a causa delle condizioni economiche e delle aspettative di mercato. Il continuo aumento dei tassi di interesse da parte della Banca centrale europea ha infatti alimentato un rialzo nei rendimenti offerti sui titoli di Stato, inclusi i Bot.

Perché i Bot sono una scelta popolare

I Bot continuano a essere uno degli strumenti più utilizzati dai risparmiatori italiani e dagli investitori istituzionali per parcheggiare liquidità a breve termine con un rischio relativamente basso. Nonostante i rendimenti siano influenzati dall’andamento dei tassi di interesse, la natura a breve termine di questi titoli li rende meno esposti alla volatilità rispetto ad altre tipologie di titoli di Stato, come i Btp (Buoni del tesoro poliennali).

Con un rendimento che sfiora il 4%, l’emissione di settembre 2024 è particolarmente interessante in un periodo in cui l’inflazione è ancora un fattore preoccupante per i risparmiatori. Anche se l’inflazione in Europa mostra segnali di rallentamento, il tasso di interesse offerto dai Bot supera di gran lunga i rendimenti che si possono ottenere da conti di deposito o altri strumenti di risparmio a basso rischio.

Modalità dell’asta

Gli investitori interessati devono prenotare i titoli tramite intermediari abilitati entro il giorno precedente l’asta, ossia entro martedì 10 settembre 2024. A gestire le domande di partecipazione all’asta è la Banca d’Italia che assegna i titoli mediante il meccanismo dell’asta competitiva. Un sistema in cui si consente agli investitori di presentare offerte multiple con indicazione del prezzo che sono disposti a pagare.

Borsa Milano asta Bot
Foto Ansa/Daniel Dal Zennaro

I piccoli risparmiatori possono accedere ai Bot tramite le banche o i consulenti finanziari, mentre gli investitori istituzionali hanno accesso diretto alle aste. Il taglio minimo per la sottoscrizione è di 1.000 euro. I Bot, essendo titoli a breve termine, non prevedono cedole: il rendimento per l’investitore risulta dalla differenza tra il prezzo di acquisto e il valore nominale, che viene rimborsato alla scadenza.

Bot, le previsioni sul mercato

Le condizioni economiche globali e la politica monetaria continueranno a influenzare i rendimenti dei Bot nei mesi a venire. Se la Banca centrale europea dovesse proseguire con un atteggiamento restrittivo in risposta all’inflazione persistente, i rendimenti sui Bot potrebbero continuare a salire, rendendo questo tipo di investimento ancora più interessante per coloro che cercano di proteggere il proprio capitale dall’erosione inflattiva. In realtà, però, a quanto sembra, la Bce si appresta a un consistente taglio dei tassi il 12 settembre: di almeno 25 punti base.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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