Crollo delle Borse: uno tsunami finanziario globale
Partita da Wall Street, l'ondata di vendite non si è più fermata e ha colpito soprattutto le grandi big della tecnologia
Il 4 settembre 2024 ha segnato una giornata nera per i mercati finanziari globali: le Borse asiatiche hanno subito un pesante crollo, con l’indice Nikkei della borsa di Tokyo che ha chiuso con un ribasso del 4,4%. Questo calo è derivato da una serie di fattori provenienti dagli Stati Uniti, in particolare dal settore tecnologico, che ha trascinato al ribasso anche Wall Street.
Le cause del crollo
Il tracollo dei Borse dagli Stati Uniti a Tokyo ha avuto origine a Wall Street, dove le azioni delle principali società tecnologiche, in particolare Nvidia, hanno subito perdite significative a causa di un’indagine da parte dell’Antitrust statunitense. L’indagine si è focalizzata sul ruolo dominante della compagnia nel mercato dei semiconduttori, creando un’ondata di vendite che ha coinvolto l’intero settore tecnologico.
Le preoccupazioni per una possibile recessione globale, alimentate dall’aumento dei tassi di interesse e dalle tensioni geopolitiche, hanno ulteriormente indebolito la fiducia degli investitori. Il Dow Jones ha chiuso la giornata in calo del 2,5%, mentre il Nasdaq ha registrato una flessione del 3,8%. Questi dati hanno avuto un effetto domino sui mercati asiatici, che sono particolarmente sensibili alle oscillazioni della borsa statunitense, vista la forte interdipendenza economica.
Giù le Borse asiatiche
Il crollo di Wall Street ha avuto ripercussioni devastanti sulle Borse dell’Asia. Oltre a Tokyo, altre borse asiatiche, come quella di Hong Kong e di Shanghai, hanno subito pesanti perdite, con ribassi superiori al 3%. Questo scenario ha colpito in particolare le società tecnologiche, che costituiscono una parte significativa dei mercati asiatici e che dipendono fortemente dalla domanda statunitense di componenti elettronici e semiconduttori.
La situazione è ulteriormente complicata dalla crisi del settore immobiliare in Cina, che ha aggiunto un ulteriore livello di incertezza economica. Le difficoltà delle principali società immobiliari cinesi, come Evergrande, continuano a pesare sul sentiment del mercato, spingendo gli investitori verso una fuga dai rischi.
Le conseguenze per l’Europa
Le borse europee non sono rimaste immuni da questa ondata di vendite. Piazza Affari ha aperto in rosso, seguendo l’andamento negativo di Wall Street e delle borse asiatiche. Milano ha tentato di limitare i danni, ma i titoli del settore tecnologico e del lusso, strettamente legati alla domanda globale, hanno subito forti perdite. I principali indici europei hanno registrato cali tra l’1,5% e il 2%, con vendite concentrate nei settori più vulnerabili, come quello automobilistico e tecnologico. Anche i mercati obbligazionari hanno risentito della situazione. Lo spread tra i titoli di Stato italiani e tedeschi è aumentato, riflettendo la crescente incertezza economica e le preoccupazioni per la stabilità finanziaria dell’Eurozona.
Borse, la risposta di Fed e Bce
Di fronte a questo scenario di turbolenza, gli investitori guardano alle banche centrali per possibili interventi di stabilizzazione. Tuttavia, l’azione delle banche centrali è limitata dall’attuale contesto di inflazione elevata e tassi di interesse già alti. La Federal reserve statunitense e la Banca centrale europea stanno valutando ulteriori rialzi dei tassi per combattere l’inflazione, ma ciò rischia di aggravare ulteriormente la situazione, rendendo il costo del denaro più elevato e riducendo la liquidità sui mercati.
Il crollo delle Borse del 4 settembre rappresenta un segnale allarmante per l’economia globale. La combinazione di fattori strutturali, come le tensioni geopolitiche, l’inflazione persistente e la crisi del settore tecnologico, ha creato una tempesta perfetta per i mercati finanziari. Gli analisti prevedono che l’instabilità potrebbe continuare nelle prossime settimane, con forti oscillazioni degli indici azionari e un possibile aumento della volatilità nei mercati valutari e delle materie prime.