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Caso Boccia, bufera sul ministro Sangiuliano

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Negli ultimi giorni, la figura di Maria Rosaria Boccia, 41 anni, è stata al centro di un acceso dibattito pubblico. Questa persona, pubblicamente pressoché ignota alle cronache nazionali, ha affermato sui social media che il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, l’ha nominata sua consigliera. Il Mibac ha smentito tale supposta nomina tuttavia Boccia ha pubblicato numerose fotografie e anche dei video di se stessa accanto al ministro in diverse occasioni ufficiali, per dimostrare una certa intimità professionale con Sangiuliano.

La vicenda ha suscitato reazioni immediate da parte dell’opposizione politica, portando alla presentazione di interrogazioni parlamentari. Da parte di vari esponenti del Parlamento si chiedono chiarimenti sulla trasparenza della nomina e sulle modalità di assegnazione dell’incarico, che è a spese dei contribuenti.

Foto X @Frances99687883

Contestata la nomina di Boccia

In realtà non è molto chiaro cosa sia accaduto. Tutto è cominciato quando Maria Rosaria Boccia ha annunciato pubblicamente che Sangiuliano l’ha nominata consigliera per i grandi eventi. Questo annuncio ha sollevato immediatamente perplessità e polemiche, soprattutto per la mancanza di trasparenza riguardo ai criteri utilizzati per la sua scelta. Esponenti del Partito Democratico e di Italia Viva hanno immediatamente chiesto spiegazioni, presentando interrogazioni parlamentari per capire se siano stati rispettati i normali protocolli per tali nomine.

La smentita del ministero

Di fronte all’esplosione mediatica del caso, che di certo non ha messo in buona luce Gennaro Sangiuliano, un ministro divenuto tristemente celebre per varie sconcertanti gaffe, il ministero della Cultura ha emesso una dichiarazione ufficiale. E ha smentito la nomina di Maria Rosaria Boccia quale consigliera per i grandi eventi.

Stando al comunicato, non ci sarebbe alcun incarico ufficiale che Sangiuliano avrebbe conferito a Boccia. E dunque nessun atto formale che ne certifichi la nomina. La vicenda però si è tutt’altro che placata, soprattutto a causa delle foto pubblicate sui social media che ritraggono la Boccia in compagnia del ministro Sangiuliano, rafforzando così i sospetti di una collaborazione non ufficiale.

Le reazioni politiche

Le dichiarazioni del ministero non sono riuscite a sedare le polemiche. Anzi, hanno innescato ulteriori reazioni da parte dei principali partiti d’opposizione. Esponenti di Italia Viva hanno definito “opaca” la gestione degli incarichi all’interno del Ministero, chiedendo con insistenza che venga fatta piena luce su quanto accaduto. Anche il Partito Democratico ha richiesto chiarimenti, sottolineando come questo episodio possa minare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni pubbliche.

Maria Rosaria Boccia (prima da sinistra) accanto al ministro Sangiuliano. Foto X @g_sangiuliano

Boccia e i social media

Un altro aspetto rilevante della vicenda riguarda il ruolo giocato dai social media. Dopo la smentita del ministero, Maria Rosaria Boccia ha pubblicato una serie di foto sui suoi profili social, che la ritraggono accanto al Ministro Sangiuliano durante vari eventi pubblici. Queste immagini hanno alimentato ulteriormente le polemiche, sollevando dubbi sulla reale natura del rapporto tra i due. E sul ruolo che la Boccia potrebbe effettivamente ricoprire all’interno del ministero.

Malgrado le smentite ufficiali, l’interesse per questa vicenda rimane alto, e le richieste di chiarezza da parte dell’opposizione politica non sembrano destinate a diminuire. Anche perché, al di là del gossip su un’eventuale relazione sentimentale fra i due personaggi, il caso Boccia rischia di diventare emblematico di come mal si affidano incarichi di rilievo all’interno delle istituzioni pubbliche. Istituzioni che, in teoria, dovrebbero essere ‘case di vetro’.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore. Segui Domenico su Facebook Segui Domenico su Linkedin

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