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Anticiclone subtropicale africano: gli effetti sul clima dell’Italia

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Negli ultimi decenni, l’Italia ha vissuto un incremento significativo della frequenza e dell’intensità dell’anticiclone subtropicale africano. Questo fenomeno meteorologico, noto anche come anticiclone nordafricano, è caratterizzato da un’area di alta pressione di natura subtropicale che garantisce una stabilità atmosferica quasi continua nelle regioni che occupa. La sua influenza non si limita all’Africa settentrionale ma si estende spesso fino all’Europa meridionale, con effetti rilevanti sul clima italiano.

Caratteristiche dell’anticiclone

L’anticiclone subtropicale africano si forma a causa del riscaldamento intenso delle masse d’aria sopra il deserto del Sahara. Questo fenomeno provoca la salita dell’aria calda che, raffreddandosi in quota, ridiscende poi sotto forma di aria secca e calda. Tale movimento verticale dell’aria stabilizza l’atmosfera, impedendo la formazione di nubi e favorendo periodi prolungati di bel tempo.

Foto X @sole24ore

Impatti sull’Italia

Gli effetti dell’anticiclone africano sull’Italia sono evidenti soprattutto durante i mesi estivi. In questo periodo, l’espansione dell’anticiclone porta a ondate di calore, con temperature che possono superare facilmente i 40 gradi nelle regioni meridionali e nelle isole. Tali condizioni estreme possono causare seri problemi di salute pubblica, specialmente tra le fasce più vulnerabili della popolazione come anziani e bambini.

Inoltre, la persistenza dell’anticiclone porta a lunghi periodi di siccità, influenzando negativamente l’agricoltura e le risorse idriche del paese. La mancanza di precipitazioni, combinata con le alte temperature, aumenta il rischio di incendi boschivi, un problema crescente negli ultimi anni.

Eventi recenti: l’estate del 2022

Un esempio significativo dell’impatto dell’anticiclone africano è stato osservato durante l’estate del 2022. Durante questo periodo, l’Italia ha sperimentato una delle ondate di calore più intense degli ultimi decenni, con temperature che hanno raggiunto e superato i 45 gradi centigradi in alcune aree della Sicilia e della Calabria. Le autorità hanno dovuto attuare misure straordinarie per fronteggiare l’emergenza, come l’istituzione di centri di refrigerio e l’incremento delle risorse per la lotta agli incendi.

Previsioni sull’anticiclone

Gli scienziati climatologi prevedono che, a causa del cambiamento climatico, l’anticiclone africano diventerà sempre più frequente e intenso. Le simulazioni climatiche indicano un aumento delle temperature medie globali che potrebbe intensificare ulteriormente questo fenomeno, portando a estati ancora più calde e secche in Italia e nel Mediterraneo.

L’ondata di calore dell’estate 2022. Foto X @MMmarco0

Misure di adattamento

Per affrontare le sfide poste dall’anticiclone africano, è necessario adottare misure di adattamento efficaci. Tra queste, l’incremento delle aree verdi urbane per mitigare l’effetto isola di calore, l’implementazione di sistemi di raccolta e conservazione dell’acqua piovana e la promozione di pratiche agricole sostenibili che migliorino la resilienza delle colture alla siccità.

Inoltre, è fondamentale sensibilizzare la popolazione sui rischi legati alle ondate di calore e fornire strumenti adeguati per proteggere la salute pubblica. Programmi di monitoraggio continuo delle condizioni climatiche e piani di emergenza ben strutturati possono aiutare a ridurre l’impatto delle condizioni meteorologiche estreme.

L’anticiclone subtropicale africano rappresenta una sfida crescente per l’Italia e l’intera regione mediterranea. La comprensione approfondita di questo fenomeno e l’adozione di strategie di adattamento sono cruciali per mitigare i suoi effetti negativi e proteggere le comunità e l’ambiente. Solo attraverso una combinazione di ricerca scientifica, politiche efficaci e consapevolezza pubblica sarà possibile affrontare con successo le future sfide climatiche.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore. Segui Domenico su Facebook Segui Domenico su Linkedin

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