NewsPoliticaPrimo piano

Vannacci spacca anche i Patrioti di Orban: ecco cosa è successo

Il nuovo gruppo dell'Europarlamento, terza forza dopo Popolari e Socialisti, non trova pace sulla vicepresidenza all'ex generale leghista

Roberto Vannacci, ex generale dell’esercito italiano e fresco eurodeputato della Lega di Matteo Salvini è di nuovo al centro di polemiche politiche. Questa volta a livello europeo, non solo nazionale. L’ultima controversia attorno a Vannacci (in ordine di tempo, chissà quante ancora ce ne saranno su di lui) sta spaccando i Patrioti. Ovvero il nuovo gruppo formatosi nel Parlamento Ue (di cui la Lega è parte) che fa capo al premier ungherese Orban, il quale non è entrato in Ecr, i Conservatori europei presieduti dalla premier italiana Giorgia Meloni.  

Patrioti è l’altisonante nome del gruppo che raccoglie parlamentari di diversi Paesi, inclusi gli spagnoli di Vox che hanno dato l’addio alla loro storica alleata Giorgia Meloni. Fra i Patrioti anche i deputati che provengono dal Rassemblement national di Marine le Pen, in Francia. Il nuovo gruppo non è unanime sulla decisione presa in questi giorni di nominare Roberto Vannacci, un ex generale totalmente a digiuno di politica nazionale e internazionale, fra i 7 vicepresidenti del gruppo.

Vannacci Lega Salvini
Vannacci (a sinistra) con Salvini. Foto Ansa/Claudio Peri

I lepenisti contro Vannacci

Per questo la decisione sulla nomina di Vannacci alla testa dei Patrioti è stata rimandata, come riferisce l’agenzia di stampa LaPresse. Poco prima, alla riunione dell’ufficio politico del gruppo a Strasburgo, il 15 luglio, il capodelegazione del Rassemblent national, Jean-Paul Garraud, avrebbe affermato che l’incarico all’eurodeputato leghista è “un problema per le dichiarazioni che lui ha fatto“. E dunque “cercheremo di trovare una soluzione“. Vannacci, a cominciare dal suo ormai celebre libro Il mondo al contrario, sostiene un presunto “diritto all’odio“, è apertamente nemico delle persone omosessuali che definisce “non normali” e sostiene che gli italiani di colore, come la campionessa di volley Paola Egonu non rappresentano l'”italianità“.

Per Vannacci, invece, “Rn non può porre veti“, aveva commentato in un’intervista a Repubblica, qualche giorno fa, dopo il ‘fuoco amico’ aperto da diversi esponenti lepenisti sulla sua nomina a vicepresidente dei Patrioti. E ora, interpellato dall’AdnKronos, taglia corto: nei miei confronti non c’è “nessuna preclusione dice riferendosi alle parole di Garraud. “Non ho alcun dubbio che farò il vicepresidente. Sono tranquillo. Vi avevo promesso effetti speciali e questo è uno“.

Per Salvini la nomina di Vannacci a vicepresidente dei Patrioti all’Europarlamento “non è un problema. Con l’ex presidente e spero futuro presidente degli Stati Uniti Trump che rischia la vita con un attentato fuori dal mondo, con gente da poco che sui social si lamenta del fatto che il cecchino non abbia mirato bene. E con von der Leyen che alla faccia del voto degli italiani si ripropone, penso che l’ultima delle preoccupazioni sia Vannacci“.

Bardella Patrioti Vannacci
Jordan Bardella, presidente dei Patrioti al Parlamento Ue. Foto Ansa/Epa Christophe Petit Tesson

Chi sono gli altri vicepresidenti

Diversa da Rn la posizione di Vox, che ha lasciato Ecr di Meloni al Parlamento europeo per passare con i Patrioti. “Non critichiamo l’elezione di Roberto Vannacci” come uno dei 7 vicepresidenti del gruppo, riferisce a LaPresse una fonte del partito spagnolo. Il gruppo dei Patrioti si è intano riunito a Strasburgo per analizzare le scelte della scorsa settimana, tra cui appunto le nomine avvenute per acclamazione.

Nomine che hanno suscitato, come detto, nette critiche da parte del Rassemblement national. I Patrioti hanno scelto come presidente il leader di Rn Jordan Bardella. Come prima vicepresidente l’ungherese Kinga Gal, mentre gli altri vicepresidenti sono Roberto Vannacci (Lega), Klara Dostalova (Ano), Sebastiaan Stöteler (Pvv), Antonio Tanger Correa (Chega), Hermann Tertsch (Vox) e Harald Vilimsky (FpÖ). Una cosa è certa, comunque andrà a finire: Vannacci è una personalità divisiva, perfino fra i militari.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

Pulsante per tornare all'inizio