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Ucraina, Putin offre la pace ma Kiev deve rinunciare al 20% dei suoi territori

Ossia a quelli occupati dagli invasori: la Crimea, il Donbass (Donetsk e Lugansk), Zaporizhzhia e Kherson. Inoltre deve restare fuori dalla NATO

Nei giorni del G7 a Borgo Egnazia, in Puglia, Vladimir Putin ha provato a dettare la condizioni per la fine della guerra in Ucraina. La Russia, ha detto, è pronta a un cessate il fuoco e all’avvio di negoziati. Ma a condizione che le truppe ucraine si ritirino completamente dalle regioni di Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson. Inoltre il capo del Cremlino chiede che Kiev si impegni a non aderire alla NATO.

Oggi facciamo una proposta reale di pace” ha dichiarato Putin il 14 giugno. “Stiamo parlando non del congelamento del conflitto ma della sua cessazione totale. Noi esortiamo a voltare la tragica pagina della Storia e ripristinare gradualmente le relazioni con l’Ucraina e l’Europa” ha aggiunto. Se l’Occidente e l’Ucraina rifiuteranno, ha avvertito Putin, si assumeranno la “responsabilità della continuazione dello spargimento di sangue“.

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Foto Ansa/Epa/Sputnik Valeriy Sharifulin

Cosa vuole Putin

Per mettere fine all’aggressione militare contro l’Ucraina, Mosca chiede che Kiev abbia “uno status neutrale, non allineato” e non abbia armi nucleari. Il presidente russo chiede anche quello che definisce “smilitarizzazione e denazificazione” dell’Ucraina. Kiev ha rinunciato alle armi nucleari nel 1994 con il Memorandum di Budapest con cui Russia, Usa e Gran Bretagna si erano impegnate a garantire l’integrità territoriale dell’Ucraina. “Naturalmente, i diritti, le libertà e gli interessi dei cittadini di lingua russa in Ucraina devono essere pienamente garantiti” ha precisato il capo del Cremlino. “Le nuove realtà territoriali, lo status delle repubbliche di Crimea, Sebastopoli, Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhzhia come soggetti della Federazione Russa devono essere riconosciute“, ha dichiarato ancora Putin secondo l’agenzia di stampa Ria Novosti.

Naturalmente” ha aggiunto “ciò implica anche l’abolizione di tutte le sanzioni occidentali contro la Russia“. Le parole di Putin sono giunto non soltanto mentre era in corso il G7 in Italia ma anche alla vigilia della conferenza per la pace in Ucraina che si è svolta in Svizzera il 15 e il 16 giugno. Una conferenza che il presidente russo ha definito “un altro trucco che mira a distogliere l’attenzione di tutti dalle cause della crisi ucraina“. E “per dare ancora una volta un’apparenza di legittimità alle attuali autorità ucraine“. Lo riporta l’agenzia Interfax.

Verso una guerra nucleare?

Il congelamento dei capitali russi in Occidente è “un furto” che non rimarrà impunito. “I Paesi occidentali hanno congelato una parte degli attivi e delle riserve in valuta russe e ora pensano a una base giuridica per appropriarsene definitivamente“, ha sottolineato Putin. Ma “anche se indorano la pillola, un furto resta un furto, e ciò non resterà impunito“, ha aggiunto.

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Foto Ansa/Epa Valeriy Sharifulin

Il mondo è “inammissibilmente vicino al punto di non ritorno” e rischia una “tragedia” a causa “dell’egoismo e dell’arroganza dei Paesi occidentali“. I quali “parlano della necessità di infliggere una sconfitta strategica alla Russia” senza considerare che essa “è in possesso di uno dei più grandi arsenali nucleari del mondo” ha aggiunto.

La replica dei Sette Grandi

Da Borgo Egnazia (Brindisi), dove erano riuniti, i capi di Stato e di Governo di Usa, Canada, Regno Unito, Germania, Francia, Italia e Giappone hanno replicato a Putin a stretto giro. “Continueremo a lavorare per ottenere il più ampio sostegno internazionale possibile ai principi e agli obiettivi chiave della Formula di Pace del presidente Zelensky” si legge nella dichiarazione finale del G7. “Il nostro obiettivo finale rimane una pace giusta, duratura e globale in linea con il diritto internazionale, la Carta dell’ONU e i suoi principi, nonché il rispetto della sovranità e dell’integrità territoriale dell’Ucraina. Continueremo a sostenere l’Ucraina per tutto il tempo necessario“.

La Russia deve porre fine alla sua guerra illegale di aggressione e pagare per i danni che ha causato all’Ucraina. Secondo la Banca Mondiale, questi danni superano ormai i 486 miliardi di dollari. Non è giusto che la Russia decida se e quando pagherà per i danni causati in Ucraina. Gli obblighi della Russia ai sensi del diritto internazionale di pagare per i danni che sta causando sono chiari. E quindi continuiamo a considerare tutte le possibili vie legali attraverso le quali la Russia è costretta a rispettare tali obblighi“.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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