La rete e i social media in particolare sono orma invasi dalle fake news. Bastano poco più di 100 dollari per creare un sito di notizie locali ‘partigiane’ e false, totalmente generato e continuamente alimentato dall’intelligenza artificiale. È l’esperimento fatto da Jack Brewster, redattore di NewsGuard, che sul Wall Street Journal ha raccontato l’esperienza.

NewsGuard, l’organizzazione internazionale che valuta l’affidabilità dei siti di notizie, ha lanciato un osservatorio in vista delle elezioni presidenziali statunitensi, del 5 novembre 2024. E ha già dato l’allarme nei mesi scorsi dopo aver individuato circa 800 siti di news totalmente generati dall’IA, i cosiddetti ‘newsbot‘.

Foto Ansa/Epa Robert Ghement

News false e prefabbricate in serie

Con 105 dollari Brewster ha assunto uno sviluppatore freelance che ha creato un sito di notizie basato sull’IA e progettato per sfornare articoli politicamente distorti. Jack Brewster ha chiamato il sito Buckeye State Press e ha incaricato lo sviluppatore di progettarlo nello stile di un tradizionale giornale dell’Ohio, concentrandosi sulla copertura delle news politiche di quello Stato.

In due giorni, lo sviluppatore, utilizzando strumenti come ChatGpt di OpenAI, ha programmato Buckeye State Press in modo che sfornasse autonomamente articoli di notizie sull’Ohio. Ha quindi incaricato l’intelligenza artificiale di generare notizie che prima favorissero lo sfidante repubblicano in corsa, Bernie Moreno, poi il democratico in carica Sherrod Brown. I risultati sono definiti “stupefacenti“.

L’Intelligenza artificiale oggi

L’intelligenza artificiale generativa è la tendenza e il business del momento fra le big tech ed è evidente che anche i siti di notizie possono ampiamente sfruttarla. Tutto il mondo di Internet a uso civile, sorto trent’anni fa, sta vivendo una profonda rivoluzione. L’uso del web, dei motori di ricerca, dei telefonini, dei tablet e dei personal computer sta mutando. Fra pochi anni ci confronteremo con dei robot ultra-intelligenti che potranno fornirci strumenti di indagine della realtà mai visti sinora. E al tempo stesso rischiamo di finire preda di questi stessi robot, anche attraverso i siti newsbot.

Don Paolo Benanti. Foto Ansa/Fabio Cimaglia

Ecco anche perché si parla ormai di sviluppare una vera e propria “algoretica“. Una nuova etica degli algoritmi, cioè dei sistemi automatici di apprendimento con cui crescono e si evolvono i software di intelligenza artificiale. Sempre più simili a un cervello umano. Recentemente le Nazioni Unite hanno ingaggiato un italiano esperto di algoretica, il sacerdote cattolico padre Paolo Benanti. L’ONU ha creato un nuovo organo consultivo di cui fanno parte 38 persone per valutare la direzione che sta prendendo il vorticoso e rapidissimo sviluppo dell’intelligenza artificiale. Padre Benanti, che VelvetMag ha intervistato, è uno studioso della nuova “Digital Age, delle biotecnologie per il miglioramento umano e della biosicurezza” scrive sul suo blog. Ma anche delle “neuroscienze e neurotecnologie“.

Il clamoroso addio del padrino dell’IA

A fronte dei tentativi di regolare il mondo della tecnologia e dell’intelligenza artificiale, siti di news compresi, non si può dimenticare il rumore fatto lo scorso anno dalle dimissioni di Geoffrey Hinton da Google. “In questo momento non sono più intelligenti di noi, per quanto ne so” disse il padrino dell’IA riferendosi ai bot. “Ma penso che presto potrebbero esserlo“. Lo scienziato ha lavorato part-time presso Google per un decennio, contribuendo agli sforzi per lo sviluppo dell’AI del gigante tecnologico. Ma da allora ha cominciato a nutrire preoccupazioni per questa tecnologia.