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La Cia a Israele: “Attacco imminente dell’Iran”. Cortei di massa a Tel Aviv contro Netanyahu

La guerra a Gaza è sempre più pesante. Anche per gli israeliani. Hamas non è eliminata e la gran parte degli ostaggi è ancora prigioniera

La guerra a Gaza rischia di degenerare ancor di più: la Cia, i servizi segreti americani, ha avvertito Israele che l’Iran potrebbe sferrare un attacco imminente contro il suo territorio. Vale a dire entro le prossime 48 ore. Lo riferisce il quotidiano arabo Al Mayadeen. Alti funzionari dell’intelligence statunitense avrebbero detto alle autorità israeliane che quello iraniano sarebbe un attacco combinato con droni e missili da crociera per colpire punti strategici in Israele.

L’obiettivo sarebbe comunque quello di dimostrare che gli iraniani sono in grado di rispondere alle sfide, ma stando attenti a non aggravare una situazione già particolarmente tesa. Nel frattempo ogni minuto che trascorre rende più atroce la vita di donne, bambini e anziani a Gaza. E dalla domenica di Pasqua, 31 marzo, si stanno svolgendo massicce proteste con cortei, manifestazioni e sit-in a Tel Aviv e in altre città israeliane per chiedere le dimissioni del premier Benjamin Netanyahu. Fino a 100mila persone hanno sfilato. Di fronte alla Knesset (il Parlamento) sfollati, riservisti, madri dei soldati, parenti degli ostaggi rapiti da Hamas e pacifisti hanno fatto sentire la loro voce. Oltre alle ‘Penelopi‘ che tessono un nastro di 80 chilometri: la distanza tra il Parlamento e Gaza.

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L’ayatollah Khamenei dell’Iran (a sin.). La marcia dei 100mila contro Netanyahu in Israele (a destra).

Biden, rapporti tesi con Israele

E il 4 aprile è in programma un nuovo colloquio tra il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden Benjamin Netanyahu. Lo ha riferito il giornale online Axios, citando un funzionario di Tel Aviv. Biden ha accusato Israele di non fare abbastanza per proteggere gli operatori umanitari. Come è noto, il 2 aprile un bombardamento da droni estremamente preciso nella parte meridionale della Striscia di Gaza ha centrato in pieno un convoglio uccidendo 7 operatori della ong World Central Kitchen dello chef José Andres. L’esercito di Tel Aviv ha poi espresso rammarico definendo un “grave errore” la strage. La Casa Bianca ha chiesto una rapida indagine sull’attacco. “Questo conflitto è stato uno dei peggiori degli ultimi tempi in termini di numero di operatori umanitari uccisi” ha dichiarato Biden in commenti molto critici nei confronti delle azioni di Israele a Gaza.

Critiche a Israele sono giunte anche dal capo del Pentagono Lloyd Austin. Il quale, parlando con il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant, ha chiesto a Tel Aviv di compiere passi concreti. Ovvero di proteggere gli operatori umanitari e i civili palestinesi a Gaza. E ciò dopo “ripetuti fallimenti di coordinamento“. Da parte sua la World Central Kitchen ha chiesto che si conduca un’ “indagine indipendente” sul raid aereo. E ha domandato a Israele di conservare tutti i documenti, le comunicazioni, le registrazioni video e audio relativi all’attacco, al fine di facilitare un’indagine indipendente.

Secondo il fondatore della Wck, José Andrés, “questa non è stata solo una situazione sfortunata in cui ‘oops’ abbiamo sganciato la bomba nel posto sbagliato. Sono stati più di 1,5 chilometri di un convoglio umanitario molto ben definito che aveva dei cartelli in alto, sul tetto. Un logo molto colorato di cui siamo ovviamente molto orgogliosi. È molto chiaro chi siamo e cosa facciamo”.

Gantz chiede elezioni a settembre

È in questo contesto che il leader dell’opposizione – e ministro del gabinetto di guerra di unità nazionale di Israele – Benny Gantz, ha chiesto elezioni a settembre. Gantz intende sfidare Netanyahu, ormai di fatto osteggiato dagli Stati Uniti. Ma anche contestato in patria da una parte della popolazione e dei familiari degli ostaggi ancora nelle mani dei miliziani di Hamas dal 7 ottobre 2023.

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Benny Gantz. Foto Ansa/Epa Michael Reynolds

Secco, tuttavia, il rifiuto del Likud, il partito di destra del primo ministro. Sottolineando la necessità di “mantenere l’unità” e “rinnovare la fiducia” nel Governo, Gantz ha tuttavia dichiarato che “dobbiamo concordare una data per le elezioni a settembre“. Ovvero a “circa un anno dalla guerra“.

E ha aggiunto di aver discusso la questione con Netanyahu nelle ultime settimane. Il Likud ha replicato sostenendo che il Governo rimarrà in carica “fino a quando tutti gli obiettivi della guerra non saranno raggiunti“. “In questo momento fatidico per lo Stato di Israele e nel mezzo di una guerra, Benny Gantz deve smettere di dedicarsi a politiche meschine solo perché il suo partito si sta disintegrando“, ha aggiunto polemicamente il partito di Netanyahu.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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