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Bari, scontro totale sul possibile scioglimento del Comune per mafia

Piantedosi vuole inviare una commissione in Comune dopo le inchieste della Dda. Il sindaco Decaro: "Pronto a rinunciare alla scorta"

Sul Comune di Bari pesa un’ipotesi di scioglimento dell’amministrazione guidata dal sindaco Antonio De Caro. L’intervento del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, le inchieste di mafia, le polemiche fra Centrodestra e Centrosinistra, due consigliere comunali finite nei guai giudiziari. Sono tutti elementi di un’intricata vicenda che coinvolge il municipio del capoluogo pugliese, il sindaco del PD, e lo scontro politico.

Una polemica scoppiata quando negli ultimi giorni si è sparsa la notizia della decisione del Viminale di nominare una commissione d’accesso per valutare l’eventuale infiltrazione criminale nell’amministrazione comunale di Bari a guida Centrosinistra. Una sorta di anticamera dello scioglimento. Tutto ha origine da un’inchiesta della magistratura che fa riferimento a un presunto intreccio tra mafia, politica e affari. E al tentativo di condizionare il voto alle ultime elezioni Comunali (maggio del 2019) vinte dalla coalizione che sosteneva il sindaco uscente, poi riconfermato, Antonio Decaro.

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Il sindaco di Bari, Antonio Decaro. Foto Ansa/Donato Fasano

Bari, le consigliere arrestate

Le infiltrazioni mafiose avrebbero raggiunto, secondo le accuse, anche la municipalizzata del trasporto urbano di Bari, l’Amtab, che adesso è sotto amministrazione giudiziaria per un anno. Il 26 febbraio scorso le indagini della Direzione distrettuale antimafia hanno portato all’arresto di 130 persone legate ai clan e in particolare all’arresto (ai domiciliari) di una consigliera comunale eletta col Centrodestra e poi passata al Centrosinistra: Maria Carmen Lorusso.

Agli arresti è finito anche suo marito (in carcere) e l’avvocato Giacomo Olivieri, ex consigliere regionale. Olivieri sarebbe stato il motore di accordi con i clan mafiosi Parisi, Montani e Strisciuglio per far eleggere la moglie grazie alla compravendita di voti. Entrambi i coniugi non hanno risposto alle domande del giudice per le indagini preliminari ma si sono detti pronti a “chiarire tutto” una volta lette le carte. A Bari e in Puglia molti seguivano il profilo Instagram di Carmen LorussoMarylurux” (oggi non più raggiungibile) nel quale la consigliera comunale, al pari di una rodata influencer, raccontava viaggi, party e cene nei luoghi più esclusivi. Una visibilità al limite del “pacchiano” molti la definivano.

Nell’ottobre del 2022, dunque quasi un anno e mezzo fa, un’altra consigliera comunale di Bari, sempre eletta nel Centrodestra, Francesca Ferri, era finita agli arresti. E ora è a processo con il suo compagno Filippo Dentamaro e l’ex consigliere regionale – imprenditore e presidente del Foggia calcio – Nicola Canonico. Le accuse sono di presunto voto di scambio sempre in quella tornata elettorale a Bari e nel vicino comune di Valenzano. Sono accusati di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione elettorale per le elezioni di Bari e di scambio elettorale politico-mafioso quelle di Valenzano.

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Francesco Ferri (a sinistra) e Maria Carmen Lorusso. Foto X @HuffPostItalia

Nelle inchieste anche il figlio del boss

I magistrati di Bari hanno messo sotto inchiesta, sempre con l’ipotesi di reato di voto di scambio, anche un’assessora regionale del PD, Anita Maurodinoia. Nella maxi inchiesta sono finiti in carcere presunti affiliati mafiosi, come il cantante neomelodico Tommaso Parisi, figlio dell’indiscusso boss barese ‘Savinuccio’ Parisi. Sono state sottoposte ad amministrazione giudiziaria per un anno per infiltrazioni mafiose la municipalizzata del trasporto urbano barese Amtab spa e la Maldarizzi automotive spa, società sulle quali i clan avrebbero esercitato la propria forza criminale ottenendo posti di lavoro.

L’indagine ha svelato anche le presunte combine ordinate dai clan sulle partite di calcio Corato-Fortis Altamura (del 30 aprile 2017 e del 7 ottobre 2018). In occasione della conferenza stampa per illustrare l’indagine, il procuratore di Bari, Roberto Rossi, ci tenne ad escludere il coinvolgimento del sindaco Decaro. Adesso nel PD non si manca di sottolineare che la decisione di Piantedosi di inviare un’ispezione a Bari arriva a 3 mesi dalle elezioni comunali (si voterà per le amministrative l’8 e il 9 giugno).

Decaro e Piantedosi, scontro a distanza

“Sono preoccupato per la mia città” ha detto Decaro. “Se c’è anche un solo sospetto di infiltrazione della criminalità nel Comune di Bari io rinuncio alla scorta, perché sono sotto scorta da 9 anni, torno a vivere. Non posso essere contemporaneamente sindaco antimafia e avere la commissione di accesso in Comune“. “Io capisco l’amarezza del sindaco di Bari” ha detto il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, intervistato dal Tg1. “Il nostro Governo da quando si è insediato ha già sciolto 15 Comuni in prevalenza di Centrodestra. Questo Governo ha dichiarato guerra alle mafie non certo agli amministratori locali”.

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Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. Foto Ansa

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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