Gino Cecchettin: “Abbraccerei i genitori di Filippo”
Incontro con gli studenti della Sapienza di Roma dopo l'uscita del libro dedicato alla figlia Giulia assassinata dall'ex fidanzato. La telefonata del Papa
Gino Cecchettin, padre di Giulia, la ragazza di 22 anni assassinata l’11 novembre 2023 dal suo ex fidanzato reo confesso (e ora in carcere) Filippo Turetta, ha parlato agli studenti dell’Università di Roma La Sapienza. Lo ha fatto nell’ambito dell’iniziativa Obiettivo 5, giovedì 7 marzo. “Mi sono immedesimato nei genitori di Filippo diverse volte” ha detto. “Hanno tutta la mia comprensione, darei loro un abbraccio. Non li posso giudicare, stanno vivendo un dramma più grande del mio. Io cercherò di tornare a sorridere, ci sono già riuscito: ho amici e figli fantastici. Loro faranno più fatica, saranno sempre i genitori di un omicida. Hanno tutta la mia comprensione“.
In aula è scattato un applauso. “Spero sia per Giulia” ha dichiarato Gino Cecchettin. “Non sono riuscito a trattenere le lacrime entrando, perché era una studentessa come voi. Era una ragazza fantastica, ho pensato di scrivere un libro perché restasse una memoria di Giulia. Ha sempre raccolto l’essenza dell’amore, altruista verso chiunque avesse un minimo di bisogno, dalla famiglia a chi avesse difficoltà. Si prodigava, voleva essere utile. Il libro è perché Giulia resti“. Da pochissimi giorni è in libreria Cara Giulia, quello che ho imparato da mia figlia (Rizzoli), il libro che Gino Cecchettin ha scritto a quattro mani con Marco Franzoso.
Cecchettin, gli studenti, il Papa
Quasi a consacrare l’uscita del volume su sua figlia, Cecchettin ha ricevuto il 5 marzo una telefonata da papa Francesco. Una chiamata inattesa, mentre il padre di Giulia era impegnato nella presentazione del suo libro al teatro Verdi di Padova. La telefonata, ha raccontato Cecchettin, è giunta tramite il cardinale Matteo Zuppi, vescovo di Bologna e presidente della Cei: “È stato lui a chiamarmi dicendomi ‘Ti passo il Santo Padre'”. “Io ho un rapporto con i ‘piani sopra’ un po’ equivoco – ha aggiunto – ma per quanto uno non ci creda, lui rappresenta due miliardi di persone. Quando senti le sue parole senti due miliardi di persone che ti danno una pacca sulla spalla e ti sostentano. Questo è un dono“, ha sottolineato.
La fondazione cui Gino Cecchettin verserà i proventi del libro “aiuterà le associazioni già presenti, farà formazione nelle scuole con un team di professionisti. Penso anche a borse di studio e case rifugio. Sono appena stato dal notaio che gestirà i fondi donati per il funerale di Giulia” ha concluso. All’incontro della Sapienza un caloroso saluto a Cecchettin è arrivato anche dall’ex ministra e leader radicale Emma Bonino, collegata all’iniziativa. Per gli studenti ha parlato Gianluca, un rappresentante: “Noi siamo il futuro, senza noi il mondo non può andare avanti. Ora tocca a noi” ha detto tra l’altro il ragazzo.
Giulia e quel sabato maledetto
“Una giornata ordinaria – ha raccontato Gino Cecchettin – è diventata l’ultima giornata con mia figlia, vissuta come tutti i giorni: innestiamo il pilota automatico, tutti dobbiamo fare tante cose e non poniamo attenzione ai secondi preziosi che viviamo accanto ai nostri figli. Non ricordo nulla di quel sabato se non quando ho iniziato a chiedermi, dov’è mia figlia? Perché non torna? La vita va vissuta costantemente ponendo l’attenzione ai minimi dettagli, questo ho imparato. Dovremmo assaporare ogni secondo, ogni giorno, da quando ci alziamo“.
A Giulia “davo massima fiducia, massima libertà, avendo paura anche di invadere i suoi spazi. Le avevo dato dei consigli, detto di essere più determinata nel chiudere la storia ma lei faceva sempre la crocerossina. Mi chiedo: giusto fare come ho fatto o un genitore dovrebbe essere un po’ più invadente? Credo che Giulia voleva dire qualcosa ma aveva paura di ferire il papà e la sorella“, ha proseguito Cino Cecchettin.