Sarà una primavera rap? Il primo cambio di stagione come oggi anno farà capolino da calendario il 21 marzo, ma in un certo senso il Festival di Sanremo 2024 ha spalancato la porta un po’ prima ad un impeto vitale diverso quest’anno. Più forte, meridionale, giovanile, insomma una primavera rap in un contesto però che non smette di alimentare violenze, in campo internazionale, come da noi. E forse sono in molti come a sottovalutare quanto questo rap imperante lo interpreti meglio di altri.
Devo dire che le polemiche dopo la vittoria di Geolier nella serata delle cover nell’ultimo Festival di Sanremo mi hanno molto colpita. Il rapper napoletano, che si esibiva con Guè, Luchè e Gigi D’Alessio nel medley dal titolo Strade, e ha ricevuto una valanga di voti da casa, non solo quella sera. Probabilmente alla fine se Angelina Mango con il commovente tributo al padre nel cantare La rondine avesse vinto quella sera e non la kermesse, in molti non avrebbero fatto una piega. Ma il sistema di voto è complesso e contempera radio e stampa e come sempre codazzo di polemiche, ma non è quello che mi interessa sottolineare.

Da sinistra: il direttore di VelvetMAG Angela Oliva. Un murales ritratto da @Antonio Martello
Primavera rap: il grido delle periferie, spesso è ancora il grido dal Sud
Ad esempio a me piace il sud

Nel quartiere Miano a Napoli, dove è nato e cresciuto Geolier, gli ‘ultras’ del rapper seguono insieme in tv , nella sala giochi frequentata da ragazzo, la finale di Sanremo 10 febbraio 2024 – ANSA / CIRO FUSCO
Quando è impazzata la polemica come se da Napoli, simbolo per eccellenza di tutto il Sud, non potesse proprio iniziare nessun riscatto, neppure questa primavera rap, mi è tornata in mente una vecchia canzone di Rino Gaetano, Ad esempio a me piace il sud. Siamo nel 1974 e 50 anni dopo a volte il Sud viene ancora guardato con sospetto o relegato al paragrafo sulla “questione meridionale” sui libri di testo: forse per i “fichi d’India e le spine dei cardi… La donna nel nero, nel lutto di sempre…”, con “l’acqua che in quella terra è più del pane”. E infine, il genio crotonese conclude, interrogandosi: “devo dirlo, ma a chi/ Se mai qualcuno capirà/Sarà senz’altro un altro come me“. Uno che viene dal Sud – non è un accostamento musicale, ma culturale – un po’ come Geolier. Va ragazzo, canta e fregatene!














