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Il Times da Londra: “Navalny ucciso con un pugno al cuore dopo congelamento”

A rivelarlo il russo Vladimir Osechkin di Gulagu.net che cita una fonte che lavora nella colonia penale artica dove Navalny è deceduto

A quasi una settimana dalla notizia della morte di Alexei Navalny, il più carismatico e popolare oppositore di Putin in Russia, il quotidiano inglese The Times svela agghiaccianti particolari sul decesso. Una fine che sarebbe avvenuta a causa di un brutale assassinio “con un pugno al cuore dopo un congelamento” scrive il giornale londinese, che cita il dissidente Vladimir Osechkin. Si tratta del fondatore di Gulagu.net, gruppo di attivisti russi per la difesa dei diritti umani.

Come è noto, del corpo di Alexsei Navalny, morto ufficialmente venerdì scorso 16 febbraio nella colonia penale IK-3 del distretto artico di Yamalo-Nenets, si sa poco o nulla. La madre Lyudmila Ivanovna Navalnaya ha rivolto un appello in video via social media, il 20 febbraio. E ha domandato a Vladimir Putin di intervenire perché possa ottenere la restituzione del cadavere di suo figlio in modo da “potergli dare una sepoltura umana“. La donna, così come l’avvocato di Navalny, Leonid Solovyov, recatasi davanti ai cancelli della sperduta prigione siberiana non ha potuto vedere il cadavere. Le è stato impedito. E le hanno fornito informazioni contraddittorie. Fino a quella secondo cui per almeno due settimane le spoglie di Navalny resteranno inaccessibili perché a disposizione dell’autorità giudiziaria.

Navalny cartelli candele fiori commemorazione
Foto X @MimmoLombezzi

“Una tecnica da Kgb”

In un così complesso contesto, dal quale non si ricavano informazioni certe sulle cause della morte – le autorità penitenziarie russe hanno prima parlato di una “trombosi“, poi di “una morte improvvisa” – da Londra si cerca di fare un po’ di luce. Secondo la ong per i diritti umani Gulagu.net, di Vladimir Osechkin, citata dal Times, qualcuno avrebbe ucciso Alexsei Navalny con un pugno al cuore. Una tecnica degli agenti delle forze speciali dell’ex Kgb, i famigerati sevizi segreti dell’Unione sovietica. Prima, però, il detenuto avrebbe subito l’esposizione a condizioni di congelamento, al fine di indebolirne al massimo il battito cardiaco.

Vladimir Osechkin ha citato una fonte che lavora nella colonia penale artica dove Navalny è deceduto. Nei giorni scorsi era circolata la notizia secondo cui sul suo corpo senza vita c’erano lividi. Sarebbero compatibili con la tecnica del “pugno unico“. Prima della sua morte, Navalny sarebbe stato costretto a trascorrere più di due ore e mezza in uno spazio di isolamento all’aperto. Dove la temperatura poteva scendere fino a 27 gradi sotto zero, ha detto Osechkin. Di norma i detenuti non vengono tenuti all’aperto per più di un’ora.

Navalny Putin Markov
Dmitry Markov, 41 anni, fotografo, ha scattato questa imagine divenuta celebre. È morto il 16 febbraio, lo stesso giorno in cui è deceduto Navalny. Foto X @visegrad24

Un tribunale dell’estremo nord russo esaminerà il mese prossimo la denuncia che Lyudmila Ivanovna Navalnaya ha presentato. Secondo l’agenzia di stampa Tass, la corte ha ricevuto una denuncia per “atti illegali” e l’udienza si svolgerà a porte chiuse. Il tribunale della città artica di Salekhard, non lontano dalla quale si trova la colonia penale dov’era detenuto il politico morto il 16 febbraio, esaminerà il caso il 4 marzo. Lo hanno riferito i collaboratori di Alexsei Navalny, fra cui il responsabile della fondazione anti-corruzione, Ivan Zhdanov. Il più importante avversario di Putin era rinchiuso per motivi politici e aveva denunciato da 3 anni di essere vittima di gravi soprusi dietro le sbarre.

“Manifestanti pro-Navalny spediti al fronte”

L’annuncio del decesso di Navalny, a un mese dalle elezioni presidenziali in Russia, ha destato profondo sconcerto fra molti cittadini. In decine di città si sono formati capannelli spontanei di persone che portavano mazzi di fiori, candele e fotografie in omaggio al leader morto. Un canale Telegram indipendente russo, Rotonda, ha affermato che 6 uomini fermati durante le manifestazioni di cordoglio a San Pietroburgo hanno ricevuto avvisi di arruolamento forzato nelle forze armate. Nei giorni scorsi, secondo l’organizzazione non governativa Ovd-Info, che cura la tutela legale dei detenuti, in totale 397 persone sono state arrestate in quasi 40 città russe mentre partecipavano ai raduni pro-Navalny. La maggior parte sarebbe stata poi rilasciata. Soltanto 78 cittadini risultano ancora in custodia cautelare.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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