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Benzema denuncia il ministro dell’Interno francese

"Darmanin ha messo in pericolo me e la mia famiglia" dichiara il bomber franco-algerino, dopo l'accusa di essere vicino a gruppi di terroristi islamisti

Il vicecampione del mondo di calcio e Pallone d’Oro 2022, Karim Benzema, continua a far parlare di sé in mezzo mondo. Dopo che l’Al-Ittihad, la sua squadra saudita, lo ha escluso dal mini-ritiro a Dubai, l’attaccante ha denunciato per diffamazione il ministro dell’Interno francese Gérald Darmanin. 

In realtà questa è una storia diversa da quella meramente sportiva che concerne l’esclusione dal ritiro della sua squadra. E appare invece ben più grave e carica di risvolti che dallo sport trascendono alla politica per finire su un piano giudiziario. In relazione a un post su X del bomber a sostegno degli abitanti di Gaza, Benzema era stato accusato da Darmanin di avere “noti” legami con i “Fratelli Musulmani“, organizzazione islamista considerata terroristica in alcuni paesi del mondo. Dichiarazioni che non sono affatto piaciute all’ex star del Real Madrid, che ha deciso di prendere sul serio la questione e portare tutto in tribunale.

Benzema denuncia contro Darmanin
Foto X @QudsNen

La denuncia di Benzema

Affermiamo di non voler importare il conflitto israelo-palestinese in Francia, ma non si capisce come possiamo farlo se corriamo il rischio di alimentare ulteriormente la brace con delle false dichiarazioni” scrive Benzema nella sua dettagliata denuncia di oltre 90 pagine. “Per quanto mi riguarda, vi ricordo ancora che ho scelto di continuare a praticare il mio sport in Arabia Saudita dove i Fratelli Musulmani sono considerati terroristi“.

La riprovevole leggerezza delle dichiarazioni, inesatte e non veritiere, ha messo puramente e semplicemente in pericolo me e la mia famiglia” prosegue il testo in riferimento alle parole del ministro Darmanin e del suo entourage del 18 ottobre scorso. “I miei figli sono stati accusati di avere un padre terrorista“. “Un ministro dell’Interno non può dire cose non vere o inesatte” conclude l’attaccante dell’Al-Ittihad. “Ma non importa. È in gioco solo questo meschino, egocentrico opportunismo politico, indifferente alle conseguenze e alle divisioni che provoca. Laddove abbiamo un urgente bisogno di armonia e umiltà per contribuire a raggiungere soluzioni pacifiche“.

Cosa è successo finora

Lo scorso ottobre l’avvocato di Benzema, Hugues Vigier, aveva rivelato al quotidiano Le Parisien: “Stiamo pensando a un ricorso alla giustizia contro questo ministro“. In merito alle accuse verso il calciatore aveva detto: “È tutto falso. Karim Benzema non ha mai avuto il minimo rapporto con quell’organizzazione. E ha deciso di vivere in Arabia Saudita, paese che ha dichiarato terroristi i Fratelli Musulmani, cosa mai fatta dalla Francia”. L’attacco frontale di Darmanin a Benzema era stato scioccante e senza precedenti.

Il 18 ottobre 2023, intervistato dall’emittente CNews, il ministro dell’Interno aveva accusato pubblicamente l’attaccante di avere “noti legami con i Fratelli Musulmani. Si tratta di un’organizzazione islamista radicale, attiva soprattutto in Egitto e Siria, che l’Occidente – ma anche diversi paesi arabi – considerano terroristica. Darmanin rispondeva a una domanda sulla presa di posizione del Pallone d’Oro trasferitosi in Arabia Saudita. Benzema, dai suoi account social, aveva solidarizzato con gli “abitanti di Gaza, ancora una volta vittime di ingiusti bombardamenti che non risparmiano donne e bambini“. “Il signor Karim Benzema ha noti legami, come tutti sappiamo, con i Fratelli Musulmani” aveva brutalmente replicato il ministro dell’Interno francese. Adesso è possibile che debba rispondere in tribunale di un’accusa infamante.

 

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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