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Chiara Ferragni nella bufera per il pasticciaccio della beneficenza. E la notizia finisce sulla Bbc

Il doppio scandalo del pandoro Balocco e delle uova di Pasqua; l'attacco della premier Meloni. L'influencer rischia di perdere follower e reputazione

Tempi duri per l’immagine e la reputazione di Chiara Ferragni, l’influencer più di successo in Italia e al top anche a livello internazionale con 30 milioni di follower su Instagram. Dopo il caso della maxi multa dell’Antitrust per pubblicità ingannevole sul pandoro Balocco, nel mirino finiscono altre due campagne promozionali. Una a febbraio 2021 e l’altra esattamente un anno dopo, in cui l’influencer ha pubblicizzato uova di Pasqua “benefiche” in collaborazione con Dolci Preziosi. Nel frattempo, ad Atreju (la festa di FdI), la premier Giorgia Meloni aveva accusato Ferragni, pur senza nominarla, sulla vicenda del Pandoro, additandola al pubblico ludibrio dalla sua posizione di capo del Governo. E ormai anche la Bbc parla della bufera sull’influencer. 

Come è noto, in questi giorni Chiara Ferragni ha chiesto scusa via social media per “l’errore di comunicazione in buona fede“, così lo ha chiamato, relativo alla campagna promozionale sul pandoro Balocco. E ha affermato che donerà comunque 1 milione all’ospedale Regina Margherita di Torino. Ma ora è la volta di una nuova polemica da affrontare. Lo scopo delle iniziative sulle uova di Pasqua era quello di sostenere I Bambini delle Fate, associazione che aiuta i ragazzi con autismo, fondata da Franco Antonello.

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Giorgia Meloni e Chiara Ferragni. Foto Ansa

Il punto di vista di Dolci Preziosi

Stando al Fatto Quotidiano, Dolci Preziosi aveva scelto Ferragni come testimonial ma l’azienda non avrebbe versato il ricavato delle vendite dei dolci all’associazione benefica. Aveva invece provveduto a effettuare una donazione indipendentemente dai proventi. Lo ha spiegato l’imprenditore Franco Cannillo, che ha acquisito Dolci Preziosi. Cannillo ha sottolineato “l’assenza di correlazione tra vendite delle uova e donazione ai Bambini delle Fate” aggiungendo che per “aver ceduto la sua immagineChiara Ferragni ha ricevuto una remunerazione di 500mila euro nel 2021 e 700mila nel 2022.

Dopodiché, sostiene Dolci Preziosi, l’influencer avrebbechiesto una cifra esorbitante e si è scelto di non chiudere più il contratto. “Assolutamente non c’è stata correlazione tra le vendite delle uova e la donazione a I Bambini delle Fate“, ha dichiarato ancora l’imprenditore. “Ferragni è stata pagata per aver ceduto la sua immagine. Noi abbiamo fatto una donazione, per lei non era da contratto“. Franco Antonello, fondatore dell’associazione benefica I Bambini delle Fate, ha precisato di aver preteso che nella sua campagna informativa Dolci Preziosi non legasse la donazione alle vendite. E di aver permesso solo la frase “Sosteniamo i Bambini delle Fate“.

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Chiara Ferragni e Fedez. Foto Ansa/Matteo Corner

Legame ingannevole fra vendite e beneficenza?

La donazione è stata dunque effettuata soltanto dall’azienda Dolci Preziosi, e nella misura di 36mila euro in due anni. Chiara Ferragni non avrebbe invece versato nulla, incassando in due anni circa 1,2 milioni di euro da Dolci Preziosi per la cessione della sua immagine. Come già per il caso del pandoro Balocco, insomma, anche per le uova di Pasqua non vi sarebbe correlazione fra le vendite dell’azienda e la portata della donazione. Sebbene invece sia possibile argomentare che i consumatori siano stati facilmente tratti in inganno dall’invito di Ferragni a “sostenere” questa o quella campagna di beneficenza. Come se, logicamente, vi fosse un legame diretto fra acquisto del prodotto e beneficenza, che invece non c’era.

Perché l’Antitrust ha sanzionato Ferragni

Del resto, nel caso Balocco, l’Antitrust ha comminato all’azienda piemontese una sanzione da 420mila euro. Mentre ne ha comminata un’altra di oltre 1 milione alle società riconducibili a Chiara Ferragni per pratica commerciale scorretta. Secondo l’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm), “le società hanno fatto intendere ai consumatori che, acquistando il pandoro ‘griffato’ Ferragni avrebbero contribuito a una donazione all’Ospedale Regina Margherita di Torino. La donazione, di 50mila euro, era stata invece già effettuata dalla sola Balocco mesi prima. Le società riconducibili a Chiara Ferragni hanno incassato dall’iniziativa oltre un milione di euro“. Nel frattempo sul tavolo del procuratore di Milano, Marcello Viola, è arrivato un esposto, che ipotizza il reato di truffa. Un altro capitolo che potrebbe aprirsi a danno di Ferragni, già star del Festival di Sanremo.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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