NewsPrimo piano

Caso Regeni, il processo riparte: rinviati a giudizio i 4 agenti segreti egiziani

Prossima udienza il 20 febbraio, poco dopo l'8° anniversario del sequestro e dell'omicidio del ricercatore friulano al Cairo

Sul caso di Giulio Regeni, il Giudice per l’udienza preliminare (Gup) di Roma, Roberto Ranazzi, ha disposto il rinvio a giudizio dei quattro 007 egiziani. Sono sotto accusa per il sequestro, la tortura e l’omicidio del ricercatore. Riparte così il processo sospeso nel 2022 a causa dell’impossibilità di notificare agli imputati – irreperibili – l’avvio del procedimento a loro carico.

Giulio Regeni, 28 anni, ricercatore universitario della prestigiosa Università inglese di Cambridge, originario di Fiumicello Villa Vicentina (Udine), sparì nel nulla il 25 gennaio 2016 nella capitale egiziana. Là si trovava per svolgere ricerche nell’ambito di un dottorato sui sindacati indipendenti egiziani. Il 3 febbraio 2016, quando da giorni si era appreso della sua scomparsa e si susseguivano appelli e interventi per favorire il suo ritrovamento, il corpo senza vita di Regeni, orrendamente torturato, comparve ai bordi di una strada al Cairo.

regeni processo febbraio 2024
Giulio Regeni

Processo Regeni, 20 febbraio 2024

Da quel momento è cominciata una dolorosissima odissea personale e giudiziaria per i familiari del ricercatore: i genitori Paola e Claudio e la sorella Irene. Il prossimo 20 febbraio 2024 si svolgerà l’udienza contro i presunti sequestratori, torturatori e assassini di Giulio Regeni. Si tratta di 4 agenti dei servizi segreti dell’Egitto. Ovvero il generale Tariq Sabir e i colonnelli Athar Kamel Mohamed Ibrahim, Uhsam Helmi e Magdi Ibrahim Abedal Sharif.

Davanti alla Corte d’Assise di Roma, i 4 dovranno rispondere, a vario titolo, dei reati di concorso in lesioni personali aggravate, omicidio aggravato e sequestro di persona aggravato. Gli imputati sono stati fino a oggi tutelati dallo Stato egiziano che si è rifiutato di collaborare con la magistratura italiana affinché ciascuno di essi ricevesse al proprio indirizzo la notifica del processo a proprio carico.

Decisivo l’intervento della Consulta

Di conseguenza nell’aprile 2022 il Gup di Roma aveva dovuto sospendere il processo cominciato a ottobre 2021. Ma lo scorso 27 settembre, dopo quasi un anno e mezzo dalla sospensione formale, la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima la norma che impediva lo svolgimento delle udienze. Adesso, dunque, esse riprendono. E ciò malgrado sia impossibile notificare agli imputati l’esistenza di un procedimento penale a loro carico. Come detto, era infatti questo lo ‘scoglio’ giuridico in base al quale il Gup Ranazzi aveva dovuto fermare tutto.

regeni famiglia processo agenti servizi egitto
La famiglia Regeni. Foto X @popgiornale

Ora lo stesso Gup ha rinviato a giudizio gli imputati e fissato la prossima udienza a febbraio. Se gli imputati non si presenteranno, o non si faranno rappresentare dai propri legali – fatto pressoché certo – i magistrati procederanno in contumacia degli stessi. Per il caso Regeni la presidenza del Consiglio dei ministri è stata ammessa come parte civile, secondo la richiesta dell’Avvocatura dello Stato.

Caso Regeni, una lunga vicenda

Fin dall’inizio del procedimento, a fine 2021, la procura di Roma aveva chiesto di interrogare tutti i testimoni che hanno raccontato di aver visto Giulio Regeni nei giorni immediatamente precedenti alla sua morte. Tra questi riveste un ruolo chiave il leader del sindacato indipendente dei venditori di strada, Mohamed Abdallah. L’uomo è accusato di aver denunciato Regeni alle autorità egiziane. Lo avrebbe tradito, prima fornendogli informazioni utili alla sua ricerca di tesi universitaria, poi consegnandolo, di fatto, alle autorità di una paese, l’Egitto, che sostanzialmente è una dittatura.

Secondo i magistrati capitolini le autorità egiziane avrebbero mentito e ostacolato la ricerca della verità sulla morte di Regeni fin da subito. È possibile che Giulio Regeni sia stato sequestrato e brutalmente assassinato perché ritenuto, a torto, una spia inglese. Al Cairo e in tutto l’Egitto del presidente-padrone, Abdel Fattah al-Sisi, il dissenso interno non è ammesso e gli stranieri, dei quali ci si insospettisce facilmente, sono costantemente monitorati.

giulio regeni cortei processo
Foto X @SkyTG24

Anni di depistaggi

In un primo momento i magistrati del Cairo tentarono di accreditare la tesi che Giulio fosse rimasto vittima di un incidente stradale. Di lì a poco, nel marzo del 2016, il Governo egiziano affermò di aver trovato e ucciso i colpevoli del sequestro del ricercatore: una presunta banda criminale. Dopo qualche giorno questa ricostruzione dei fatti si rivelò completamente falsa. A settembre del 2017 le autorità egiziane ammisero che Regeni era stato indagato. A dicembre del 2020, dopo la chiusura delle indagini da parte della procura di Roma, l’Egitto fece sapere che non avrebbe collaborato con l’Italia nel processo. A fine 2021 l’apertura del processo, poi lo stop nel 2022. E ora il rinvio a giudizio e l’udienza il 20 febbraio 2024.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

Pulsante per tornare all'inizio