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Renzi-Meloni, scontro al Senato: le Europee si avvicinano

Il Governo è in sella da un anno e fra pochi mesi ci saranno le elezioni per il rinnovo dell'Eurocamera

Si accendono i toni dello scontro politico in Parlamento, in particolare fra Matteo Renzi e Giorgia Meloni. Le elezioni europee sono ormai all’orizzonte dei prossimi mesi (giugno 2024) e sia la maggioranza di centrodestra che le opposizioni affilano le armi per presentarsi davanti agli elettori con argomenti consistenti. 

L’ultimo scontro politico è quello andato in scena il 23 novembre al Senato. Dopo che per diverso tempo il question time di Giorgia Meloni era filato via fra domande non particolarmente mordaci e risposte a volume basso, gli animi si sono scaldati. E allora sono stati scambi al vetriolo, atmosfere da comizio, botte e risposte a ripetizione.

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Giorgia Meloni e Matteo Renzi. Foto Ansa/Giuseppe Lami

Il botta e risposta con Renzi

La presidente del Consiglio ha rivendicato con veemenza l’azione del Governo. Le opposizioni hanno rintuzzato, coi capigruppo dem, Francesco Boccia, e Cinque Stelle, Stefano Patuanelli. Ma con Renzi è stato ring vero e proprio: “Gioca a fare Cenerentola” ha detto il senatore di rignano rivolto alla Meloni. La benzina costa troppo? “Ci dia una mano col suo amico Bin Salman” la replica a muso duro della premier che ha alluso al principe ereditario dell’Arabia Saudita e primo ministro del Governo di quel paese. A seduta finita, la disputa opposizioni-Meloni è proseguita su altre arene.

In Aula Meloni ha risposto seccamente a Renzi: “Mi ha fatto un assist, parlo volentieri di come abbiamo cambiato la situazione di questa nazione“. E ha elencato “la fiducia in crescita dei mercati“, i giudizi delle agenzie di rating, lo spread “ai minimi con la borsa che cresce“. Il leader di Italia viva l’aveva accusata: “La sua coerenza si è fermata il giorno delle elezioni“. Poi ha puntato sui conti in tasca degli italiani: “I costi del pane e della benzina aumentano“. Meloni gli ha ribattuto col sarcasmo su Bin Salman e ha citato “il record di occupazione femminile, che è forse – ha sottolineato – il risultato che mi rende più fiera“. E sul PNRR: “Non c’è nessun ritardo“.

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Meloni durante il Question Time al Senato. Foto Ansa/Matteo Ferrari

Meloni contro i sindacati

Poi Giorgia Meloni se l’è presa coi sindacati: “Registro un cambio di atteggiamento: tra il 2012 e il 2022 ci sono stati circa 6 scioperi generali, uno ogni due anni. Adesso se ne fanno due ogni anno“. Anche il capogruppo PD, Boccia, è però partito alla carica: “Ogni giorno un’ammuina per far sapere quello che state facendo. Ma ogni annuncio su un provvedimento viene sconfessato il giorno dopo. È più lungo l’elenco dei vostri dietrofront che di quello che il governo ha fatto“. Il Cinque Stelle Patuanelli ha ripescato la telefonata col falso leader africano: “Non insisto sul labile confine con situazioni tragicomiche tipo ambasciatore del Katonga” ha esordito. “Ma sull’Ucraina al telefono Meloni dice una cosa e nelle aule parlamentari dice il contrario“.

E la premier, dando una stoccata al Movimento: “Penso che la responsabilità della politica sia guidare la società e non rincorrerla. Mi rendo conto della stanchezza nell’opinione pubblica, ma sono convinta che difendendo gli ucraini difendiamo il nostro interesse nazionale“. Anche con Verdi-Sinistra c’è stato lo scontro, che è arrivato fino in Emilia Romagna. Il capogruppo Peppe De Cristofaro ha parlato di “totale assenza dell’esecutivo sui danni sociali, ambientali ed economici prodotti dalla crisi climatica in atto“.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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