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Filippo Turetta arrestato in Germania

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Ricercato anche all’estero, Filippo Turetta è stato arrestato in Germania il 19 novembre. Il ragazzo dovrà rispondere dell’accusa di omicidio. Il procuratore di Venezia, che lo aveva invitato a costituirsi, sospetta che abbia assassinato la sua ex fidanzata, Giulia Cecchettin, 22 anni. Il 18 novembre dopo una settimana di ricerche a vuoto i vigili del fuoco hanno ritrovato il cadavere della giovane nei pressi del lago di Barcis (Pordenone), in Friuli. 

I familiari di Giulia, così come quelli di Filippo, avevano sperato fino alla fine che non fosse accaduto il peggio a seguito della scomparsa, ormai da giorni, dei due giovani. Su Facebook si erano ripetuti gli appelli del papà della ragazza ai cittadini perché aiutassero in ogni modo le indagini, fino alla scoperta del corpo senza vita di sua figlia.

Filippo Turetta. Foto X @TgLa7

Turetta, ipotesi premeditazione

Ma la fuga di Filippo Turetta, veneziano di Torreglia, è terminata dopo una settimana. Nei suoi confronti era scattato un mandato di arresto europeo. le telecamere avevano avvistato il passaggio della sua auto l’ultima volta in Austria. Secondo le prima informazioni, il ragazzo ha usato banconote con macchie di sangue per fare benzina in un distributore automatico. Il ragazzo si era fermato domenica scorsa, 12 novembre, a fare rifornimento a Cortina. Le telecamere, come riporta Il Corriere Veneto, hanno inquadrato l’auto, la Fiat Punto nera, e il ragazzo che introduceva il denaro nello sportello.

Quando il titolare della stazione di servizio ha aperto l’impianto, qualche giorno dopo, tra le banconote ne ha trovata una da 20 euro con macchie di sangue. Da verificare l’ipotesi che Turetta abbia premeditato l’uccisione di Giulia, che ha ricevuto coltellate alla testa e agli arti, una delle quali ha trafitto il collo. Dalle indagini, infatti, come riporta Il Gazzettino, è emerso che l’ex fidanzato avrebbe fatto ricerche sul web su kit di sopravvivenza in alta quota e abbigliamento per escursioni in montagna.

Il papà di Giulia

Nei giorni scorsi Gino Cecchettin chiedeva collaborazione per ritrovare la figlia Giulia. Ora invece, sul profilo di Cecchettin, appare solo una frase, stampata su una foto in bianco e nero, piena di rabbia e dolore: “L’amore vero non umilia, non delude non calpesta, non tradisce e non ferisce il cuore. L’amore vero non urla, non picchia, non uccide“. Domenica 19 novembre a Vigonovo (Venezia), alle 19, si svolgerà una fiaccolata in memoria della giovane 22enne uccisa.

Giulia Cecchettin. Foto X @IlSolitario70

Il dolore è tanto, inimmaginabile, atroce. Una parte di me che se ne va. Aveva solo 22 anni… una vita davanti spezzata, senza un motivo logico. Posso capire una malattia, un incidente, ma questo è il modo più inconcepibile. Non te ne fai una ragione. Ma devo essere forte, per gli altri ragazzi, Elena e Davide. Devono, dobbiamo ripartire. Erano tre fratelli unitissimi“. Così ancora Gino Cecchettin in un’intervista a Repubblica. “Sono andato lì sul luogo del ritrovamento – ha detto – ma c’erano ancora i medici per i rilievi e non l’ho vista“.

Poi Gino Cecchettin ha rivolto un pensiero ai genitori di Filippo Turetta, accusato di aver ucciso sua figlia: “Li ringrazio. Anche loro stanno vivendo un dramma e quindi sono vicino anche a loro. Certo, io pensavo a Giulia, volevo il suo ritorno. Per me è finita qui“. I genitori di Filippo Turetta avevano rivolto un accorato appello al figlio, chiedendogli di costituirsi. Un appello inascoltato. Infine Gino parla della rabbia della sorella di Giulia, Elena, che già ha annunciato di voler giustizia per tutte le vittime di femminicidio. “Ne farà la battaglia della sua vita” ha detto Cecchettin. “Ma anch’io voglio fare qualcosa, è giusto così. Per Giulia e per tutte le altre che potranno trovarsi nella sua condizione“.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore. Segui Domenico su Facebook Segui Domenico su Linkedin

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