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Gaza, aperto il valico di Rafah con l’Egitto: portati in salvo 500 feriti

Ma un attacco devastante delle forze israeliane al campo profughi di Jabalya ha provocato decine, forse centinaia, di vittime

Una buona notizia fra le tante colme di malvagità giunge dalla Striscia di Gaza, in Palestina. Il valico di Rafah con l’Egitto riapre nel giorno di Ognissanti, 1 novembre, per consentire l’uscita degli stranieri e dei feriti gravi.

Il tutto avviene grazie a una mediazione del Qatar fra Egitto, Hamas e Israele, in coordinamento con gli Stati Uniti, si legge sul sito del quotidiano inglese The Guardian. L’accordo non riguarda tuttavia gli ostaggi israeliani detenuti da Hamas. E non è legato ai negoziati per il rilascio dei cittadini rapiti il 7 ottobre scorso. Né, tantomeno, alle trattative su una tregua nei combattimenti in corso e un cessate il fuoco.

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Le prime ambulanze entrano in Egitto da Gaza attraverso il valico di Rafah. Foto Twitter @sandro_pozzi/AFP

L’Egitto ha quindi reso noto che 81 feriti gravi potranno entrare nel paese dalla Striscia di Gaza e ha confermato che i primi stranieri potranno lasciare l’enclave. Sul posto, fin dal primo mattino, erano già presenti numerose ambulanze e diverse persone in sedia a rotelle, in attesa dell’apertura del punto di frontiera.

Il ministro degli Esteri britannico James Cleverly ha confermato intanto che “oggi un primo gruppo di stranieri” potrà lasciare Gaza. “Funzionari britannici sono già sul posto per assistere i britannici non appena saranno in grado di lasciare la Striscia di Gaza. È di importanza cruciale che aiuti umanitari salvavita possano entrare a Gaza il prima possibile“, ha aggiunto.

Scontri a Gaza, morti soldati israeliani

Proseguono senza sosta, intanto, violenti scontri armati tra le forze di difesa israeliane e Hamas nella zona di Gaza City. Carri armati e fanteria dello Stato ebraico hanno preso di mira gli ingressi dei tunnel e le postazioni di lancio dei razzi. A riferirlo è ancora una volta il quotidiano inglese The Guardian, che spiega come i miliziani di Hamas abbiano risposto con mitragliatrici e missili agli attacchi delle truppe di Israele. Secondo l’Idf sono stati colpiti circa 300 obiettivi da lunedì, tra cui avamposti militari di Hamas, e uccisi “numerosi” militanti, tra cui Nisam Abu Ajina, il comandante del battaglione Beit Lahiya di Hamas. I militari israeliani rendono noto di aver attaccato più di 11mila obiettivi nella Striscia dall’inizio della guerra, lo scorso 7 ottobre.

Il 30 ottobre 11 giovani soldati israeliani, dai 18 ai 24 anni, sono morti nel Nord della Striscia di Gaza in seguito all’esplosione di un missile anti carro. Sempre il 30 ottobre, altri due soldati israeliani sono rimasti uccisi in operazioni militari, di cui non sono stati forniti dettagli, nella Striscia. “I risultati significativi dei pesanti combattimenti in profondità nella Striscia di Gaza ci costano un prezzo elevato“, ha dichiarato il ministro della Difesa israeliana, Yoav Gallant, commentando l’uccisione dei soldati. “Siamo pronti e preparati per un’offensiva lunga e complessa che richiede coraggio, determinazione e perseveranza“, ha aggiunto.


Israele dispiega intanto unità della marina con missili nel Mar Rossonel quadro degli sforzi difensivi“, dopo che il 31 ottobre l’IDF (Israele Defense Forces) ha intercettato missili nella regione di Eilat, nel sud del paese, attribuiti agli houti filoiraniani dello Yemen. E almeno due palestinesi sono morti in Cisgiordania in scontri con i militari israeliani, denunciano fonti mediche palestinesi. Un uomo di 70 anni è stato colpito da un proiettile al viso durante un’operazione di Tsahal (l’esercitoisraeliano) a Tubas, a nord di Nabkus. Altre sei persone sono rimaste ferite, una di loro in modo grave. A Beit Ummar, a nord di Hebron, è stato ucciso un 16enne.

Israele, l’attacco a Jabalya

Nella giornata del 31 ottobre c’è stato l’attacco israeliano al campo profughi di Jabalya, nel nord di Gaza. Secondo testimoni oculari e medici, riporta la Cnn, l’attacco ha ucciso un gran numero di persone e ha lasciato danni catastrofici. Un direttore dell’ospedale ha stimato che i morti sono stati “decine” ma secondo altre fonti potrebbero essere 400. Sette ostaggi israeliani sarebbero rimasti uccisi nei raid contro il campo profughi secondo quanto denunciano le brigate al Qassam, ala militare di Hamas. Secondo le IDF, nel campo sarebbero nascosti terroristi di Hamas in un edificio a più piani vicino a una scuola, un ambulatorio e un ufficio dell’amministrazione locale. Nell’attacco è morto il comandante di Hamas Ibrahim Biari, coinvolto nell’attacco contro Israele del 7 ottobre. Intanto i bambini di Gaza non hanno più neppure l’acqua potabile ma soltanto quella del mare.

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Sarebbero centinaia i morti al campo profughi di Jabalya preso di mira da Israele. Foto Twitter @QudsNen

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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