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Gaza, l’invasione genera tensione nei vertici dello Stato israeliano

Il premier Netanyahu accusa su Facebook i servizi segreti di non averlo avvisato di possibili attacchi di Hamas

Prosegue senza un attimo di sosta l’invasione delle forze armate israeliane a Gaza. L’esercito ha incrementato il numero delle truppe di terra nel nord della Striscia. Tuttavia mentre l’operazione militare continua emergono dissensi ai vertici dello Stato ebraico sulle responsabilità per l’attacco a sorpresa di Hamas il 7 ottobre.

Un’altra area critica è il Libano meridionale. L’esercito israeliano ha bombardato con “bombe incendiarie” aree del sud del paese, tra cui la zona vicino alla base ONU di Naqura, che ospita il quartier generale della missione Unifil. Di essa fanno parte anche un migliaio di soldati italiani. Non si registrano vittime. Lo riferiscono media libanesi che citano il sindaco di Naqura, Abbas Awada.

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Foto Ansa/Epa Hannibal Hanschke

Israele, l’operazione a Gaza

Nelle ultime 24 ore – ha fatto sapere il portavoce militare – Israele avrebbe colpito oltre 450 obiettivi del “terrore di Hamas. Inclusi centri di comando operativi, posti di osservazione e luoghi di lancio di missili anti tank“. Nell’ambito della espansione delle attività di terra – ha continuato – “forze di combattimento hanno colpito cellule terroristiche. Le quali tentavano di attaccare i soldati“. Un ufficiale e un soldato risultano feriti.

Gli sforzi umanitari a Gaza, guidati dall’Egitto e dagli Stati Uniti, saranno ampliati domenica“. Lo ha detto il portavoce dell’Esercito israeliano, generale di brigata Daniel Hagari, aggiungendo che “gli abitanti di Gaza sono stati avvertiti per più di due settimane, attraverso diversi mezzi di comunicazione. Devono stare lontani dagli avamposti appartenenti ad Hamas. Questo avvertimento Lo rilanciamo: i civili nel nord di Gaza e nella città di Gaza dovrebbero temporaneamente spostarsi a sud in un luogo più sicuro, dove possono ottenere acqua, cibo e medicinali“.

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Il premier israeliano Benjamin Netanyahu. Foto Ansa/Epa Abir Sultan

Il ministero della Sanità di Hamas ha dichiarato che più di 8.000 persone (metà delle quali sono bambini) sono morte uccise nella Striscia dall’inizio della guerra con Israele. Un palestinese è stato ucciso in scontri con l’esercito israeliano nel campo profughi di Askar vicino Nablus in Cisgiordania. Lo hanno riferito, citate dall’agenzia Wafa, fonti mediche palestinesi spiegando che il palestinese (25 anni) “è morto per una ferita grave al torace” e che ci sono anche altri 10 feriti. Incidenti e scontri anche a Tammun vicino Nablus e a Jenin nel nord della Cisgiordania. Le comunicazioni telefoniche e Internet a Gaza sono intanto gradualmente tornate a funzionare, scrive – come riporta il sito Ynet – l’agenzia Reuters.

Tensioni Netanyahu-esercito

I Israele si registrano dissensi ai vertici dello Stato sulle responsabilità per l’attacco a sorpresa di Hamas del 7 ottobre. Su Facebook Netanyahu ha scritto che l’Intelligence non lo ha avvertito sulla possibilità di una guerra da parte di Hamas: né i servizi segreti militari né quelli civili (lo Shin Bet). Secca la replica della radio militare: secondo le forze armate le cose non stanno così. Il primo ministro avrebbe ricevuto diversi avvertimenti sull’eventualità di attacchi dell’asse Iran-Hezbollah-Hamas. Un fronte nimico di Israele, divenuto “più aggressivo” per via delle lacerazioni politiche fra gli israeliani. Il leader centrista Benny Gantz – che dopo il pogrom di Hamas del 7 ottobre – è entrato a far parte del Governo di emergenza nazionale -) ha difeso i vertici militari e ha chiesto al premier di ritirare le sue dichiarazioni.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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