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Covid, quei medici fecero gli straordinari ma hanno rischiato una multa da 27mila euro

È dovuto intervenire Mattarella dopo una lettera del primario Procacci di Bari che avrebbe dovuto sanzioni

Sebbene non sia ancora detta l’ultima parola, al momento i medici del Policlinico di Bari che fecero “troppi” straordinari per assistere i pazienti Covid non riceveranno una maxi multa. Una sanzione da 27mila euro. L’Ispettorato Nazionale del Lavoro, che ha sospeso il procedimento, farà “nei prossimi giorni ulteriori approfondimenti per valutare l’annullamento delle sanzioni comminate“.

Lo rende noto la ministra del Lavoro, Marina Calderone, che ha avuto un colloquio sulla vicenda con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Proprio al Capo dello Stato il primario Vito Procacci, uno dei medici “puniti” nell’ambito della sua lotta al Covid, aveva scritto una lettera, “amareggiato“.

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Il direttore del pronto soccorso del Policlinico di Bari, Vito Procacci. Foto Ansa/Facebook Vito Procacci

La vicenda del primario di Bari

L’Ispettorato aveva avviato un’azione ispettiva a seguito delle segnalazioni di un’associazione sindacale autonoma. Quest’ultima lamentava “i mancati riposi e il superamento degli orari massimi di lavoro del personale medico nel corso del 2021” fa sapere l’Ispettorato. Tuttavia è bastato un colloquio telefonico tra la ministra Calderone e il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per sbloccare la situazione. La ministra del Lavoro incontrerà il 24 ottobre il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei Medici chirurghi e odontoiatri, Filippo Anelli.

Mi sento profondamente ferito da un paese – aveva scritto il primario Procacci riferendosi al suo lavoro durante l’emergenza Covid – che fino a poco tempo fa ci definiva eroi“. Un rifermento all’Italia, le cui istituzioni avevano insignito il medico “di un premio per ‘aver fatto respirare la Gente di Puglia’ e oggi ci chiama trasgressori in un burocratico quanto asettico verbale di sanzione amministrativa“. Nel dicembre 2020, ancora in piena emergenza Covid, altri medici avevano scritto, sempre a Mattarella, per sottolineare la scarsità delle risorse nella sanità italiana. Una ‘cenerentola’ nei bilanci dello Stato da sempre. E che purtroppo continua a esserlo.

Covid, “colpevoli di salvare vite”

Bene la sospensione da parte dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro del procedimento” afferma Mario Balzanelli, presidente della Società Italiana Sistema 118 (SIS 118). “Tuttavia l’emergenza resta anche senza il Covid. E anzi la situazione è peggiorata visto che stanno andando via molti medici e una persona lavora per quattro“. Non solo, perché “è costretta a coprire più turni. Non vorremmo diventare colpevoli di atti dovuti perché pensiamo a salvare vite“.

Balzanelli sottolinea che occorre “gettare la maschera perché dopo le nostre denunce, a partire già dal 2018, i sistemi di emergenza non sono in condizioni di garantire il rispetto dei riposi“. E allora “o si accettano turnazioni aggiuntive e si danno incentivi o si devono tagliare i servizi“.

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Dopo essere stati chiamati “eroi” della lotta al Covid alcuni medici sono stati multati. Foto Twitter @galatacla

Per il 118 è emergenza totale

Gli operatori – mette in evidenza Balzanelli riferendosi al Covid e non solo – rinunciano eroicamente a stare con le proprie famiglie ma non possono continuare a farlo con l’incubo di essere criminalizzati“. “Nell’organico del 118 – dice ancora il presidente nazionale – ci sono voragini enormi. I turni vanno molto al di là del rispetto e di qualunque limite. Abbiamo bisogno di un forte supporto da parte del Governo. Il sistema di emergenza territoriale deve rappresentare il cuore dell’attenzione della programmazione sanitaria“.

Oltre il danno la beffa. La multa di 27.100 euro ricevuta dal direttore del Pronto soccorso del Policlinico di Bari per non aver rispettato l’orario massimo di lavoro in piena emergenza pandemica lascia allibiti” aveva scritto in una nota il sindacato CIMO-FESMED. “Con solo 26 medici a disposizione, rispetto ai 40 previsti dalla pianta organica – prosegue la nota – cosa avrebbe dovuto fare il dottor Vito Procacci? Chiudere il Pronto soccorso e lasciar morire gran parte di coloro che in quei mesi drammatici hanno trovato una possibilità di salvezza solo in ospedali danneggiati da anni di incuria e definanziamento?

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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