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Allarme terrorismo, l’Italia ripristina i controlli alla frontiera con la Slovenia

Meloni: "Occorre far fronte all'aggravarsi della situazione in Medio Oriente e all'aumento dei flussi migratori lungo la rotta balcanica"

Dopo l’attentato di Bruxelles sale l’allarme terrorismo in Europa. Nove Stati membri della Ue, fra cui l’Italia, hanno notificato alla Commissione europea il temporaneo ripristino dei controlli alle frontiere. È dunque parzialmente sospesa la libera circolazione prevista dal trattato di Schengen.

Oltre all’Italia, ci sono Austria, Germania, Norvegia, Repubblica Ceca, Polonia, Slovacchia, Svezia e Francia. Tutti paesi che hanno riattivato i controlli su alcuni loro confini. Roma, in particolare, vuole garantire una maggior sicurezza tra il Friuli Venezia Giulia e la Slovenia.

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Ripristinati i controlli al confine italo-sloveno. Foto Twitter @Gazzettino

La premier Giorgia Meloni si è assunta la “piena responsabilità” della decisione italiana. “Con il ministro degli Interni Matteo Piantedosi – ha scritto sui social – abbiamo comunicato in sede europea la decisione del governo italiano di ripristinare i controlli alla frontiera tra Italia e Slovenia. La sospensione del Trattato di Schengen sulla libera circolazione in Europa si è resa necessaria per l’aggravarsi della situazione in Medio Oriente, l’aumento dei flussi migratori lungo la rotta balcanica e soprattutto per questioni di sicurezza nazionale. E me ne assumo la piena responsabilità“.

Terrore in Europa e in Palestina

Come è noto, la sera del 16 ottobre a Bruxelles un tunisino, Lassoued Abdeslam, definitosi “soldato dell’Isis (il sedicente Stato islamico, ndr.)” ha ucciso per strada due tifosi svedesi giunti nella capitale del Belgio per la partita di calcio Belgio-Svezia. Il fatto è accaduto nei giorni in cui a Gaza, in Palestina, l’esercito di Israele sta effettuando bombardamenti indiscriminati che hanno già ucciso, secondo fonti palestinesi, almeno 3mila civili e ne hanno feriti altri 11mila. Il tutto a seguito dell’attacco da pogrom nazista che il 7 ottobre miliziani di Hamas hanno scatenato contro villaggi e kibbutz israeliani massacrando casa per casa oltre mille persone, uccise in parte anche da migliaia di razzi lanciati sulle città, e sequestrando circa 200 ostaggi.

La minaccia terroristica è ancora elevata nell’Ue e potrebbe aumentare. Restiamo sempre vigili“, ha detto la commissaria Ue agli Affari interni, Ylva Johansson, aggiungendo che “vediamo anche cambiamenti negli schemi d’azione, con più attacchi di lupi solitari“. Johansson ha poi messo in guardia anche sul rischio di un aumento della “radicalizzazione” legato al conflitto israelo-palestinese.

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Giorgia Meloni. Foto Ansa/Riccardo Antimiani

Terrorismo, giro di vite sui visti

Da Bruxelles arriva un altro monito nell’ambito della lotta al terrorismo internazionale. La Commissione chiede agli Stati membri dell’Unione di sospendere gli accordi di esenzione o facilitazione del visto con i paesi terzi nel caso di minacce ibride.

È questa, infatti, una delle principali proposte per la riforma del meccanismo di sospensione dei visti presentata dalla Commissione europea. “L’evoluzione del contesto geopolitico ha portato con sé nuove sfide” legate ai visti d’ingresso nei paesi membri, precisa la Commissione. Perciò la intende “rispondere in modo più rapido e deciso a queste sfide“, che includono anche “l’aumento degli arrivi irregolari” di migranti. Un flusso “dovuto al mancato allineamento con la politica dei visti dell’Ue” e “la strumentalizzazione dei migranti“. Questa maggiore attenzione emerge a seguito di alcuni elementi riguardanti la vicenda dell’attentatore di Bruxelles. Ovvero al fatto che Lassoued Abdeslam fosse un richiedente asilo, sbarcato a Lampedusa nel 2011.

 

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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