NewsPrimo piano

Attentato a Bruxelles, 3 vittime compreso l’assalitore

Al grido di "Allah akbar" un uomo ha ucciso due tifosi svedesi, in città per Belgio-Svezia. La polizia lo ha freddato. Nel 2021 era stato in Italia

Lunghe ore di panico a Bruxelles, capitale del Belgio, dove la sera del 16 ottobre un uomo ha assassinato a colpi di fucile d’assalto kalashinkov due cittadini svedesi, rivendicando il duplice omicidio su social e definendosi “dell’Isis“. Al mattino del 17 ottobre la polizia belga ha sparato al sospetto attentatore. Abdesalem Lassoued, questo il suo nome, dapprima trasportato all’ospedale, in rianimazione, è morto, scrive l’Ansa.

L’attacco terroristico ha colpito al cuore la ‘capitale’ dell’Unione europea. I due cittadini svedesi erano due tifosi di calcio, a Bruxelles per assistere alla partita Belgio-Svezia, che è stata annullata. Sono stati uccisi nel centro della città, al grido di “Allah akbar“. Subito dopo, sempre secondo le prime testimonianze, l’uomo si è dato alla fuga a bordo dello stesso scooter sul quale era giunto.

belgio attentato tifosi svedesi
Foto Twitter @ROBZIK

La condanna del Consiglio musulmano

Un testimone lo avrebbe visto in un bar e avrebbe allertato la polizia. Lo riporta il quotidiano svedese Aftonbladet. Ci sarebbe stato uno scontro a fuoco con colpi sparati sia dal sospettato sia dalla polizia, spiega la testata svedese. In un video su Facebook l’attentatore ha affermato di aver “vendicato i musulmani” e di essere “un mujahid dell’Isis“. Il Consiglio musulmano del Belgio ha condannato con la massima fermezza l’attentato. Le istituzioni Ue hanno alzato il livello d’allerta.

A quanto sembra l’attentatore di Bruxelles si era visto respingere la domanda di asilo in Belgio. Ma poi “era sparito dai radar” delle autorità. Lo ha spiegato la segretaria di Stato del Belgio per l’Asilo e la Migrazione, Nicole de Moor. L’uomo, ha riferito de Moor, “aveva presentato una domanda di asilo nel nostro Paese nel novembre 2019. Ha ricevuto una decisione negativa nell’ottobre 2020 e poco dopo è scomparso dai radar“.

attentatore bruxelles genova italia
Abdesalem Lassoued era transito anche dall’Italia: qui in un video girato nel 2021 a Genova. Foto Ansa

Bruxelles, l’uomo “cancellato dal registro

Le autorità di Bruxelles lo avevano “ufficialmente cancellato dal registro nazionale del Comune il 12 febbraio 2021. E quindi non è stato possibile rintracciarlo per organizzare il suo ritorno. Non ha mai soggiornato in un centro di accoglienza federale.” Dopo l’attacco terroristico, a Bruxelles le scuole restano aperte, ha annunciato il premier Alexander De Croo. “Non esiste una minaccia specifica per le scuole“, ha sottolineato il primo ministro. A seguito dell’innalzamento del livello d’allerta antiterrorismo da parte delle istituzioni Ue resteranno invece chiuse almeno per tutta la giornata del 17 settembre le scuole europee e gli asili nido europei.

Una persona lo aveva denunciato

All’inizio di quest’anno un occupante di un centro d’asilo a Campine, non lontano da Anversa, aveva denunciato l’attentatore di Bruxelles a causa di minacce via social. Il denunciante aveva inoltre detto alla polizia che Abdesalem Lassoued aveva già subito una condanna per terrorismo in Tunisia. La polizia giudiziaria di Anversa si era quindi attivata e, prima che avesse luogo l’attentato nel centro di Bruxelles, aveva fissato una riunione sul caso per martedì 17 ottobre. Nel frattempo le autorità federali avevano indagato sul passato dell’uomo in Tunisia, scoprendo che la condanna era legata a reati comuni e non al terrorismo. Questo dato, ha sottolineato Van Quickenborne, aveva fatto in modo che il caso non fosse trattato come “minaccia concreta o imminente“.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

Pulsante per tornare all'inizio