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Germania, Scholz in crisi dopo il boom dell’estrema destra in Baviera e Assia

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La Germania svolta politicamente a destra e comincia una fase molto delicata per il Governo del cancelliere socialdemocratico, Olaf Scholz, insidiato dai democristiani della Cdu-Csu e dall’estrema destra di AfD.

La travagliata coalizione semaforosocialdemocratici, verdi e liberali – ha subito pesanti sconfitte nelle elezioni regionali dei Land di Assia e Baviera l’8 ottobre. Si è trattato di un test cruciale a metà del mandato di Scholz (due anni su quattro), mentre l’estrema destra, che gode di simpatie neonaziste tra gli elettori, ora festeggia.

Il cancelliere tedesco Olaf Scholz. Foto Twitter @tonline

Germania, cambia il quadro politico

Tutti e tre i partiti della coalizione che sostiene il Governo federale della Germania – l’SPD di Centrosinistra di Scholz, i Verdi e il liberale FDP – hanno perso terreno nel Land meridionale della Baviera, il più grande del paese. Ma anche in quello occidentale dell’Assia. In entrambi gli Stati federati, i partiti conservatori e populisti di destra hanno utilizzato la campagna elettorale per colpire il Governo Scholz sulla politica migratoria ed energetica.

Conservatori della CSU (vicina alla CDU) hanno vinto in entrambi i Land, come previsto, mentre l’estrema destra di Alternativa per la Germania (AfD) ha registrato una consistente crescita, facendo suonare nuovamente il campanello d’allarme sulla sua popolarità e scavalcando i socialdemocratici. In Assia la CSU già al Governo del Land ha ottenuto il 34,5% dei voti. AfD cresce di due punti percentuali, arrivando al previsto 18%. Si tratta del risultato migliore del partito in un’elezione statale nella Germania occidentale e lo porta al secondo posto dopo i conservatori.

La leader di Alternativa per la Germania, Alice Weidel esulta dopo il voto in Assia e Baviera. Foto Twitter @Alice_Weidel

Tutti e tre i partiti della coalizione nazionale di Scholz sono scivolati di un paio di punti percentuali, con l’SPD e i Verdi intorno al 15%, mentre il FDP si aggira al 4,9%. E potrebbe mancare la soglia del 5%. In Baviera ha ottenuto il maggior numero di voti la CSU, che dal 1946 guida quasi ininterrottamente il governo di questo Land. Anche se con solo il 36,7%, secondo i risultati previsti, si tratta del peggior risultato del partito dal 1958. I Verdi sono scesi leggermente al 15%, mentre l’SPD è scesa a un catastrofico 8%. Con il previsto 2,8% FDP non entrerà nemmeno nel Parlamento bavarese.

Ma AfD è fuori dai governi locali

L’estrema destra di AfD non entrerà nel Governo in nessuno dei due Lander. E nessun altro partito li chiamerà per formare una coalizione, ma questi risultati avranno un impatto più ampio a livello nazionale, in tutta la Germania. Gli scarsi risultati hanno innescato un esame di coscienza nella coalizione di Scholz, con figure di alto livello che hanno riconosciuto che è necessario un nuovo approccio. Le elezioni sono state “un segnale per i tre partiti della coalizione semaforo che è necessario un ritmo diverso quando si tratta di risolvere i problemi dei cittadini in questo paese“, ha detto all’emittente Ard il copresidente dell’SPD Lars Klingbeil. C’è stato invece motivo di festeggiare per l’AfD. La co-leader Alice Weidel ha dichiarato che il partito è “sulla strada giusta“, descrivendo il voto come una “lezione per la coalizione di Governo nazionale e un voto per il cambiamento

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore. Segui Domenico su Facebook Segui Domenico su Linkedin

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