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Israele, Tajani: “Due italiani dispersi, forse ostaggi a Gaza”

È guerra fra Tel Aviv e la Striscia dopo l'attacco di Hamas del 7 ottobre. Ci sono connazionali bloccati che non riescono a rientrare in Italia

Da 48 ore due italiani sono dispersi in Israele in seguito all’attacco di Hamas. “Si tratta di due cittadini italiani, marito e moglie. Hanno anche passaporto israeliano, quindi con doppia cittadinanza che erano nel kibbutz di Beeri e che non rispondono all’appello e che non sono rintracciabili“.

Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, aggiungendo che “insieme alle autorità israeliane stiamo verificando dove sono e cosa può essere loro accaduto. Probabilmente sono stati presi in ostaggio oppure risultano dispersi, non abbiamo ancora la certezza“. Intanto Israele si prepara all‘assedio di Gaza via terra. Tel Aviv ha già tagliato gli approvvigionamenti di luce, gas e cibo nella Striscia. Ma l’ONU avverte: “L’assedio totale è una violazione del diritto internazionale“.

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Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani. Foto Ansa/Claudio Giovannini

Proprio nel kibbutz di Beeri, vicino al confine orientale con la Striscia di Gaza, l’organizzazione rabbinica Zaka ha annunciato di avere ritrovato 108 corpi. E, infine, si registrano anche l’angoscia e l’attesa dei connazionali che tentano di lasciare il paese.

Gli italo-israeliani “sono un uomo e una donna, marito e moglie” ha spiegato il ministro Tagjani. “Prima pensavamo si trattasse di padre e figlio” ha spiegato Tajani. “La nostra ambasciata, il nostro consolato e l’Unità di crisi della Farnesina sono al lavoro, a contatto con le autorità di Tel Aviv. Speriamo di ritrovarli ma in questo momento non abbiamo altre notizie, è probabile che siano stati presi in ostaggio“, ha ribadito.

Israele, la fuga degli italiani

Insieme alle autorità israeliane, stiamo cercando di scoprire dove siano e che cosa sia successo loro” ha concluso il ministro. Il capo della Farnesina ha quindi precisato che vi sono “circa mille ragazzi con doppio passaporto, che svolgono il servizio di leva nell’esercito israeliano“.

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“Ci sentiamo abbandonati, l’Italia venga a prenderci con un volo di Stato come pare stia facendo la Polonia. Qui la situazione è terribile, con le bombe sulle nostre teste”. A parlare al telefono con l’Ansa è il pugliese Giuseppe Migali dall’aeroporto di Tel Aviv. Foto Ansa/Giuseppe Migali

Degli italiani che sono in Israele alcuni si trovano nel rifugio dell’aeroporto di Tel Aviv e lanciano appelli per riuscire a tornare a casa il prima possibile. Altri prenderanno un volo dalla Giordania. Intanto, proseguono alla spicciolata gli arrivi di quelli che rientrano a Malpensa e Fiumicino: i loro racconti sono di panico e tensione. Dopo il risveglio con la ‘pioggia’ di missili sganciati da Hamas, ora la fuga degli italiani da Israele è una disperata ricerca di voli. Al momento sono circa 400 gli italiani rientrati.

L’ambasciata italiana in Israele ha annunciato di aver attivato un punto di assistenza per i connazionali in partenza dall’aeroporto Ben Gurion. “Siamo al lavoro per cercare di aiutare i connazionali bloccati. La loro sicurezza è la priorità più assoluta del Governo” ha dichiarato il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani.

Vertice internazionale

La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha partecipato a una riunione telefonica con il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, il primo ministro britannico, Rishi Sunak, il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, e il cancelliere tedesco, Olaf Scholz. I leader hanno esaminato esame della grave crisi apertasi dopo il barbaro attacco di sabato scorso 7 ottobre perpetrato da Hamas.

I 5 capi di Stato e di Governo hanno espresso un “fermo sostegno ad Israele e una inequivocabile condanna degli spaventosi atti criminali di Hamas, che hanno causato un terribile numero di vittime innocenti, inclusi bambini, donne ed anziani“. Si è quindi discusso delle iniziative politiche più urgenti da intraprendere insieme. “La tutela della vita degli ostaggi, a partire dai bambini anche di tenera età, è una priorità assoluta e su di essa si concentreranno gli sforzi diplomaticisi spiega da Palazzo Chigi.

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Palazzo Senatorio in Campidoglio a Roma illuminato con i colori della bandiera israeliana e di quella della pace. Foto Ansa/Acea

La testimonianza di una donna

C’è chi invece resta per il momento a Gerusalemme dopo aver affittato una camera in albergo. “Ero andato a trovare i miei amici e la mia famiglia ad Haifa e proprio il giorno dell’attacco, quando sarei dovuto partire, il mio volo per l’Italia è stato cancellato. Adesso sono bloccato qui in attesa di tornare a Firenze a breve, tra qualche giorno” riferisce Karem Rohana, logopedista italo-palestinese. “Mi trovo nella città vecchia, dove solo un’ora fa è suonata l’ultima sirena di allarme. C’è una situazione spettrale con l’esercito armato, dove è tutto chiuso a parte piccolissimi market e qualche turista che ancora si aggira per la zona“, aggiunge Rohana.

Sono invece 38 i pellegrini italiani residenti a Verona, bloccati a Gerusalemme in un albergo nella zona araba. Potranno rientrare in Italia con un volo dalla Giordania. “Il loro convoglio – ha spiegato un parlamentare veneto in contatto con la Farnesina – sarà scortato via terra ad Amman, dove poi avranno la possibilità di imbarcarsi e tornare in patria“. In queste ore proseguono gli attacchi di Israele contro Gaza: bombardamenti che provocano molte vittime anche fra i civili, bambini compresi. Dopo l’attacco senza precedenti di Hamas in territorio israeliano, che ha provocato almeno 900 vittime e circa 2.500 feriti, è scattato l’assedio totale a Gaza.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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