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Strage di Marzabotto, Mattarella: “La memoria è pietra angolare della Costituzione”

"Un abisso di barbarie e disumanità" l'eccidio più grave compiuto dai nazifascisti in Europa occidentale (770 civili uccisi)

La strage di Marzabotto (Bologna) avvenne 79 anni fa, durante la seconda guerra mondiale, il 29 settembre 1944. Fu il più grave massacro di civili inermi compiuto dai nazifascisti in Europa occidentale. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, l’ha ricordato. La memoria dell’eccidio, ha detto il Presidente costituisce una delle pietre angolari della nostra Costituzione e dell’anima dell’Europa, basata sulla promessa di pace“.

A Marzabotto, ha sottolineato Mattarella, “si toccò l’abisso della barbarie e della disumanità. Centinaia e centinaia di persone inermi furono braccate per giorni e uccise dalle truppe naziste, con la complicità di fascisti locali. Non ci fu alcuna pietà per bambini, donne, anziani, disabili, religiosi“.

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Sergio Mattarella. Foto Twitter @Italpress

Marzabotto un anno dopo Napoli

Il capo dello Stato sta compiendo, in particolare in queste settimane, una serie di celebrazioni in memoria di ciò che accadde in Italia dopo l’8 settembre 1943. Si è già recato a Napoli il 27 settembre per celebrare le 4 giornate: l’insurrezione popolare che 80 anni fa, nel 1943, coinvolse anche gli adolescenti dei quartieri poveri della città, i cosiddetti ‘scugnizzi‘, consentendo ai napoletani di cacciare i nazifascisti prima ancora dell’arrivo degli alleati. Napoli fu la prima città d’Italia liberata dai nazisti e dai fascisti.

Un anno più tardi a Marzabotto, alle prime luci dell’alba, cominciava il più grande massacro di civili compiuto in Italia e in tutta l’Europa occidentale dai nazifascisti. Nel comprensorio di Monte Sole, nel primo appennino bolognese, tra il 29 settembre e il 5 ottobre furono sterminate 770 persone: 217 bambini, 392 donne e 132 anziani, nei comuni di Grizzana Morandi, Marzabotto, Monzuno. Se le vittime furono civili italiani, i carnefici furono le SS della 16. SS-Panzer-Grenadier-Division Reichsführer-SS e i soldati della Wehrmacht del reggimento Grenadier 1059/362 Infanterie-Division. Ad affiancare i tedeschi ci furono diversi fascisti locali che fungevano da guide sul territorio.

Italiani arrestati in Germania

Mentre in Italia il presidente della Repubblica fa memoria dell’eccidio di Marzabotto e delle stragi nazifasciste, accade in Germania che due ragazzi italiani di 24 anni, facciano il saluto romano e si filmino coi telefonini all’Oktoberfest di Monaco di Baviera. In Italia esiste il reato di apologia di fascismo, generalmente poco rispettato, ma non quello specifico relativo al saluto nazifascista: il cosiddetto saluto romano. In Germania invece sì. Chi fa il saluto romano rischia una multa salata e la galera fino a 3 anni.

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L’Oktoberfest di Monaco, in Germania. Due italiani che facevano il saluto romano nazifascista sono stati arrestati. Foto Ansa/Epa Anna Szilagyi

Provenienti dalle provincie di Isernia e di Matera, i due giovani italiani sono stati arrestati. Si sono filmati a vicenda con i loro smartphone e sono stati applauditi dai compagni. Scioccati gli altri presenti, soprattutto i tedeschi. Gli steward dell’Oktoberfest hanno trattenuto i due connazionali che la polizia ha poi preso in custodia. Accusati di aver utilizzato simboli di organizzazioni anticostituzionali, i due ragazzi, poiché non hanno la residenza permanente in Germania, sono stati portati davanti a un giudice istruttore. I quale ha immediatamente convalidato l’arresto, fino al momento del processo, la cui data non è ancora nota. In Germania come in Austria e in Svizzera la legge proibisce il saluto nazista dalla fine della seconda guerra mondiale.

La strage in Olanda

Sempre in questi giorni di ricordo dei massacri nazifascisti in Italia, come avvenuto per Marzabotto, è accaduta una strage in Olanda, a Rotterdam. Due le sparatorie, il 28 settembre. La prima in un’abitazione privata e la seconda in un grande ospedale universitario. A compierle la stessa mano: quella di un ex studente di 32 anni che ha ucciso tre persone, una donna, la figlia 14enne e un insegnante, prima di appiccare il fuoco in entrambi i luoghi.

L’omicida è stato arrestato. Si tratta di un ex studente dell’università medica Erasmus che si professa neonazista e alcolista ed è noto alla giustizia. Ha problemi mentali e precedenti per maltrattamento di animali. Lo scrivono alcuni media olandesi, citati dal Daily Mail online. A scatenare l’attacco sarebbe stata una lite con una docente dell’università. L’uomo è descritto come un utente abituale della piattaforma 4Chan, abitualmente usata da hater – gli odiatori seriali – e affollata di messaggi violenti, razzisti e antisemiti.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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