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Peste suina in Lombardia: abbattuti 34mila maiali, la polizia sgombera un presidio animalista

Il virus, non contagioso per l'uomo, si diffonde molto rapidamente fra gli animali. Corsa contro il tempo per fermare il contagio

Paura fra gli allevatori della Lombardia per il rapido diffondersi della peste suina nella zona di Pavia. Il virus non è in grado di compiere il salto di specie, come è avvenuto nel 2019 in Cina per il Sars-CoV-2, portatore del Covid, e il timore è dunque per i maiali, non per gli umani. Sono intense le campagne di abbattimenti di migliaia di esemplari mentre gruppi di animalisti si oppongono alle operazioni. 

Da una decina di giorni i carabinieri operano per limitare i contagi ed evitare che la peste possa raggiungere anche allevamenti di altre province o di altre regioni confinanti con la Lombardia. La peste suina ha peraltro già colpito nei mesi scorsi l’Alessandrino, in Piemonte. Finora sono quasi 34mila i capi che gli addetti hanno abbattuto in Lombardia.

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Il rifugio per maiali “Progetto Cuori Liberi” sgomberato nel Pavese

Maiali bloccati nelle stalle

La peste suina africana fa paura soprattutto per la sua elevatissima contagiosità. Colpisce esclusivamente i suini. Il virus, come detto, non è in grado di compiere il salto di specie, dunque non può infettare l’uomo. La diffusione estremamente rapida del virus ha indotto l’Unione europea a portare a 172 il numero dei Comuni del Pavese dove sono vietate le movimentazioni di maiali, sia in ingresso che in uscita. Il problema è ora all’attenzione di tutti i paesi membri della Ue.

Sulla peste suina “non credo abbiamo bisogno di nuove regole” ha detto il ministro spagnolo dell’Agricoltura, Luis Planas. “Credo anzi che già ne abbiamo di buone, ma l’importante sono l’attuazione, la notifica, la trasparenza e la buona cooperazione tra gli Stati membri“. Planas ha presieduto il 19 settembre la riunione dei ministri suoi omologhi in Europa. Il ministro italiano dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, ha affermato che occorre prevedere “risorse straordinarie” e “intervenire sulla ricerca sia di un vaccino efficace che di pratiche che possano eradicare il fenomeno“.

Peste, i focolai nel Pavese

Nella zona di Pavia e dintorni veterinari e forze dell’ordine hanno sinora individuato 8 focolai di peste suina. Il primo, il 18 agosto, a Montebello della Battaglia, in Oltrepò Pavese. Gli altri sono poi stati scoperti tra Zinasco, Domo, Sommo. Adesso l’intero settore suinicolo è in stato di emergenza con perdite per milioni di euro. L’obiettivo degli abbattimenti dei maiali è quello di scongiurare il rischio di un dilagare incontrollato del virus anche nelle altre province o nelle regioni confinanti alla Lombardia perché se ciò avvenisse sarebbe poi ancora più difficile bloccare il diffondersi della peste.

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Foto Ansa/Facebook/Associazione Progetto Cuori Liberi Odv

Animalisti infuriati

Intanto, cresce la protesta degli animalisti che temono un abbattimento generalizzato che coinvolga anche animali sani. Il 20 settembre le forze dell’odine hanno sgomberato un presidio animalista a Zinasco (Pavia), presso il rifugio Progetto Cuori Liberi. Da diversi giorni gli attivisti vigilavano sulla struttura per evitare l’abbattimento di una decina di maiali disposto dall’Ats (Agenzia di tutela della salute) di Pavia. Sul posto sono arrivate una decina di camionette della polizia, con equipaggi antisommossa. Durante una carica tre animalisti sono rimasti lievemente feriti e medicati sul posto dal personale del 118. Le associazioni denunciano inoltre la “crudeltà” delle procedure di abbattimento. E hanno diffuso scene cruente di centinaia di capi soppressi in “camere a gas” all’interno di appositi container. Le carcasse dei maiali sarebbero poi state ‘stoccate’ tramite delle ruspe al fine di essere smaltite.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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