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Covid, boom di contagi nel nostro Paese

A 4 mesi dalla fine della pandemia il virus resta endemico. Da ottobre nuovi vaccini. Schillaci: "Sulla scuola nessun allarmismo"

Aumentano i contagi di Covid in Italia: +44,4% nell’ultima settimana, il che porta il numero complessivo delle infezioni a 30.777. Ovvero quasi 10mila in più della settimana precedente. Nel nostro paese ci sono circa 4mila casi al giorno ma in realtà sono molti di più. Ci troviamo nuovamente a far fronte al virus, dunque, a 3 anni dallo sviluppo di una pandemia che ufficialmente è conclusa.

A fornire i dati aggiornati è il monitoraggio settimanale sulla diffusione del Sars-CoV-2, a cura dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss). L’incidenza settimanale è di 44 casi ogni 100mila abitanti, mentre l’indice Rt del contagio è adesso a quota 1,20, sempre più oltre la soglia epidemica di uno.

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Foto Ansa/Daniel Dal Zennaro

Covid, perché è tornato

Cresce il numero dei contagi, dunque, ma anche quello dei ricoveri. Il tasso di occupazione dei letti nei reparti di medicina sale al 3,8%, con 2.378 ricoverati Covid. Nelle terapie intensive l’aumento è dallo 0,6 allo 0,9%. Le reinfezioni sono al 39%. Questa è la situazione 4 mesi dopo che, lo scorso maggio, l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha dichiarato terminata l’emergenza internazionale di salute pubblica (Pheic) per il Covid-19.

L’aveva proclamata il 30 gennaio del 2020. In 3 anni di pandemia planetaria il virus Sars-CoV2 ha provocato circa 20 milioni di morti in tutto il mondo. Con gravi sconvolgimenti economici e sociali, lockdown e chiusure, lunghi periodi di quarantena in casa. Perché allora la patologia respiratoria del Covid è tornata? Semplicemente perché il virus non è debellato e non scomparirà. Al contrario, come ha spiegato il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, “il virus è qui per restare” perché è endemico e non più pandemico. Solo che adesso i paesi dell’Occidente dovrebbero avere la capacità di contenerlo e gestirne gli effetti sulla salute umana al pari di quelli di un’influenza.

Nuovo vaccino in arrivo

A fronte di questa situazione, il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha annunciato nuovi vaccini anti Covid. Saranno pronti “tra 15 giorni” ha dichiarato. Tutti i cittadini che lo vorranno – non soltanto le categorie indicate nell’ultima circolare del ministero della Salute, tra cui over-60 e operatori sanitari – potranno riceverli (gratis). L’annuncio di Schillaci è arrivato a margine dell’evento alla Camera dei deputati, intitolato Natalità: work in progress.

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Il ministro della Salute, Orazio Schillaci. Foto Ansa/Riccardo Antimiani

Il ministro ha poi rassicurato per quel che riguarda il Covid e i rischi legati al ritorno a scuola. “Siamo molto tranquilli, stiamo lavorando con il ministero dell’Istruzione per tranquillizzare tutti. C’è stato un allarmismo forse esagerato su questo argomento” ha dichiarato. Intanto anche dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) è arrivato il via libera al nuovo vaccino anti-Covid Comirnaty di Pfizer-BioNTech mirato alla sottovariante Omicron XBB.1.5.

Le categorie più a rischio

Il nuovo vaccino aggiornato dovrebbe essere disponibile da ottobre anche in Italia. La sua somministrazione, come rileva l’ultima circolare del ministero della Salute, la si raccomanda in modo particolare ai cittadini con più di 60 anni, ai soggetti fragili, alle donne in gravidanza e agli operatori sanitari. A questi gruppi di persone, secondo quanto indicata dalla circolare ministeriale, si raccomanda una dose di richiamo a valenza 12 mesi. La vaccinazione contro il Covid potrà inoltre essere utile ai familiari e ai conviventi di persone con gravi fragilità. In questo contesto resta comunque grave la situazione complessiva del Sistema sanitario nazionale: la pandemia sembra che non abbia insegnato nulla.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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