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In Romania i resti di un drone russo ma “non è aggressione”

Dopo aver negato, Bucarest conferma la notizia ma la NATO getta acqua sul fuoco per non innescare un allargamento della guerra in Ucraina

Le autorità della Romania hanno confermato e informato gli alleati NATO del ritrovamento dei detriti di un potenziale drone vicino al confine con l’Ucraina. Questo dimostra il rischio di incidenti. Non abbiamo alcuna informazione che indichi un attacco intenzionale da parte della Russia e stiamo aspettando l’esito delle indagini in corso“. Così, il 7 settembre, il Segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, in audizione alla commissione Affari Esteri e alla sottocommissione Difesa del Parlamento europeo.

Il ministro della Difesa romeno Angel Tilvar aveva fatto sapere che il 6 settembre frammenti di un drone russo erano caduti sul territorio della Romania, paese della NATO, nel corso di un recente attacco delle truppe di Mosca a un porto ucraino sul Danubio. Tilvar aveva fatto queste dichiarazioni all’emittente romena Antena 3. Nei giorni scorsi lo stesso ministero della Difesa di Bucarest aveva smentito seccamente le notizie rilanciate dall’Ucraina sulla caduta di pezzi del drone russo sul territorio romeno. E una smentita era giunta lo stesso 6 settembre anche dal presidente romeno Klaus Iohannis.

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Il presidente della Romania Klaus Iohannis. Foto Twitter @visegrad24

La posizione della Romania

Ma la posizione della Romania su tutta la questione è mutata. E ora il presidente Iohannis afferma che la caduta dei frammenti di drone russo sul territorio di Bucarestè una situazione completamente inaccettabile“. Un fatto “che costituisce una grave violazione della sovranità e dell’integrità territoriale di uno Stato alleato della NATO“. Il presidente aveva inizialmente dichiarato che “non è esistito né un drone né alcun pezzo di questo dispositivo che sia giunto sul territorio della Romania” smentendo le notizie di Kiev al riguardo. “Se fosse confermato che i componenti appartengono a un drone russo, tale situazione sarebbe inammissibile” aveva aggiunto.

Restiamo vigili e in continuo contatto con gli altri alleati della NATO“, ha aggiunto il presidente rumeno, sottolineando che come paese membro dell’Alleanza atlantica la Romaniagode di garanzie di sicurezza molto forti, le più forti della nostra storia“. Lo stesso portavoce della NATO, Dylan White, ha poi sottolineato i fatti. “Le autorità rumene hanno confermato il ritrovamento di detriti, forse di un drone, sul territorio rumeno, vicino al confine con l’Ucraina” ha affermato. “Le autorità stanno indagando sull’incidente. La Romania ha informato gli alleati della NATO di questo incidente durante la riunione del Consiglio Nord Atlantico e gli alleati hanno espresso forte solidarietà alla Romania“.

mercato bombardamento donbass
In Ucraina bombe russe sulla gente al mercato di Kostiantynivka, nel Donbass: 16 persone uccise, 28 sono rimaste ferite.

L’attacco al mercato nel Donetsk

Il presunto drone russo è caduto in Romania nello stesso giorno, il 6 settembre, in cui in Ucraina è stato bombardato il mercato di Kostiantynivka, nella regine di Donetsk, in Donbass. “Quando qualcuno nel mondo prova ancora ad avere a che fare con qualcosa di russo, significa chiudere gli occhi sulla realtà” ha affermato su Telegram il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. “L’audacia del male. La sfacciataggine della malvagità. Disumanità assoluta. In questo momento, l’artiglieria dei terroristi russi ha ucciso 17 persone nella città di Kostiantynivka, nel Donetsk. Un mercato ordinario. Negozi. Una farmacia. Persone che non hanno fatto nulla di male. Molti feriti. Purtroppo il numero delle vittime e dei feriti potrebbe aumentare“. Zelensky ha quindi scritto che “questo male russo deve essere sconfitto il prima possibile“. Secondo il primo ministro ucraino, Denys Shmyhal, c’è anche un bambino tra le vittime del raid russo al mercato della città di Kostiantynivka. Oltre ai morti, si contano almeno 20 feriti: un numero che sembra destinato a salire.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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