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Regione Lazio, De Angelis si è dimesso

Ha negato la matrice neofascista della strage di Bologna, scritto in gioventù una canzone antisemita e, pochi mesi fa, un post con allusioni naziste

Il responsabile della Comunicazione Istituzionale della Regione Lazio, Marcello De Angelis, ha rassegnato le dimissioni dal proprio incarico il 29 agosto. De Angelis ha comunicato la propria irrevocabile decisione al presidente della Regione Francesco Rocca con una lettera.

La missiva era stata anticipata al governatore nel corso di un colloquio privato. Il presidente Rocca ha accettato le dimissioni di De Angelis con effetto immediato. L’esponente di Fratelli d’Italia era finito al centro delle polemiche per via di alcune sue dichiarazioni sulla strage di Bologna del 2 agosto 1980. In particolare per un post su Facebook col quale asseriva la convinzione che la matrice neofascista della strage, riconosciuta nelle sentenze, fosse falsa e che i terroristi neri condannati in via definitiva fossero innocenti.

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Marcello De Angelis. Foto dal suo profilo Facebook

La lettera di dimissioni

Venerdì prossimo 1 settembre era previsto un consiglio regionale straordinario sulla vicenda De Angelis. Adesso appare superato dal passo indietro del responsabile della Comunicazione istituzionale del Lazio. “La mostruosa macchina del fango può stritolare chiunque e mi ha preso di mira mettendomi alla gogna, rovistando nella mia vita” ha detto De Angelis. Nella lettera di dimissioni Marcello De Angelis ha scritto: “Dopo attenta riflessione, mi trovo nelle condizioni di dover fare una scelta di cui mi assumo tutta la responsabilità. Sono stato messo alla gogna per un post su Facebook in cui ho espresso perplessità su una vicenda giudiziaria sulla quale molti altri prima e meglio di me e in modo più autorevole, si erano pronunciati in maniera analoga.

“Macchina del fango”

Rivendico il diritto al dubbio e al dissenso anche se non posso negare di essermi espresso in modo inappropriato e per questo ho chiesto scusa. La mostruosa macchina del fango può stritolare chiunque e mi ha preso di mira mettendomi alla gogna, rovistando nella mia vita“. De Angelis ha anche aggiunto: “Ho scatenato dure pressioni politiche contro l’Istituzione che oggi rappresenti (la lettera è indirizzata al governatore Rocca, ndr.) e, pur nella consapevolezza che i tuoi avversari non hanno argomenti o la forza per importi le decisioni che auspicherebbero, la mia stessa coscienza è più forte e più legittimata di loro a chiedermi di fare un passo indietro“.

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Il presidente della regione Lazio Francesco Rocca. Foto Ansa/Vincenzo Livieri

Il caso De Angelis

Ai primi di agosto De Angelis era finito sulle cronache per un post sulla strage di Bologna in cui dichiarava innocenti Francesca Mambro, Valerio Fioravanti e Luigi Ciavardini. Il dirigente, con un passato nell’estrema destra, era poi tornato alla ribalta anche per via del testo di contenuto antisemita di una sua canzone, scritta anni fa in qualità di frontman di un gruppo di rock identitario. Polemiche anche per un post su Instagram dello scorso dicembre, nel quale si vedeva un candelabro in terracotta riconducibile al gerarca nazista Heinrich Himmler, numero due di Hitler e organizzatore dello sterminio degli ebrei, e alle SS.

Le parole di Rocca

Prendo atto delle dimissioni di Marcello De Angelis dal ruolo di capo della comunicazione istituzionale della Regione Lazio. Lo ringrazio per il prezioso lavoro svolto finora e per il senso di responsabilità dimostrato” ha detto il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca. “Così come ha la mia gratitudine per aver messo al riparo l’istituzione che presiedo dalle inaccettabili strumentalizzazioni di queste settimane, pagando il prezzo per una canzone scritta 45 anni fa e rispetto alla quale ha manifestato pubblicamente tutto il suo imbarazzo e orrore. Testo, peraltro, già noto quando in passato aveva ricoperto ruoli come quello di parlamentare e direttore di testate“.

Rocca ha aggiunto che “posso testimoniare in prima persona l’evoluzione della personalità di De Angelis. Un percorso di maturazione, di autoconsapevolezza e di trasformazione interiore. Sicuramente tutto questo non può cancellare il suo passato, ma ha forgiato e continuerà a formare il suo presente e il suo futuro“.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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