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Papa Francesco: “Chiesa aperta anche a omosessuali e transessuali”

In un colloquio con i gesuiti del Portogallo il Pontefice ribadisce che occorre guardare avanti. "No agli indietrismi', come in certi gruppi americani" afferma

Papa Francesco torna a parlare del tema dell’omosessualità. Ma anche, e soprattutto, della posizione della Chiesa cattolica in merito alle persone omosessuali, bisessuali, transgender. “Quello che a me non piace affatto è che si guardi al cosiddetto peccato della carne come si è fatto per tanto tempo, a proposito del sesto comandamento“, afferma il Pontefice.

Il sesto comandamento dell’antica legge mosaica che la Chiesa cattolica riprende nel suo catechismo riguarda il “non commettere atti impuri“. In un colloquio con i gesuiti del Portogallo, riportato dalla rivisita La Civiltà Cattolica, Francesco spiega che la Chiesa è aperta a tutti, comprese le persone omosessuali e transessuali. “Sono persone che si sentono rifiutate, ed è davvero dura per loro“, aggiunge.

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Papa Francesco. Foto Vatican Media

Papa Francesco e la sessualità

Se sfruttavi gli operai, se mentivi o imbrogliavi, non contava. E invece erano rilevanti i peccati sotto la cintola“, sottolinea papa Bergoglio con un intento polemico nei confronti delle interpretazioni più restrittive del catechismo e di cosa significhi per i credenti “peccare“. “La comprensione dell’uomo muta col tempo e così anche la coscienza dell’uomo si approfondisce. Anche le altre scienze e la loro evoluzione aiutano la Chiesa in questa crescita nella comprensione“.

Papa Francesco afferma inoltre, alla Civiltà Cattolica, di non aver paura della società odierna occidentale, così ‘sessualizzata’. “Mi fa paura come ci rapportiamo a essa, questo sì. Ho paura dei criteri mondani. Preferisco usare il termine mondani piuttosto che sessualizzati, perché il termine abbraccia tutto. Per esempio, la smania di promuoversi, l’ansia di risaltare o, come diciamo in Argentina, di arrampicarsi.”

E pensare, aggiunge il Papa, “che chi si arrampica finisce per farsi male da solo. Mia nonna, che era una vecchia saggia, un giorno ci disse che nella vita bisogna progredire, comprare un terreno, i mattoni, la casa. Parole chiare, venivano dall’esperienza dell’emigrante. Ma non confondete il progredire, diceva la nonna, con l’arrampicarsi. Infatti chi si arrampica sale, sale, sale e, invece di avere una casa, dimettere su un’impresa, di lavorare o farsi una posizione, quando è in alto l’unica cosa che mostra è il sedere“.

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Il Pontefice difende gli omosessuali e le lesbiche e afferma che i cattolici devono mutare atteggiamento nei loro confronti, accogliendoli. Foto Newwaysministry.org

La Chiesa negli Usa

Molti i temi che papa Francesco affronta nel suo colloquio con i gesuiti del Portogallo. Compresi quelli che riguardano alcune situazioni particolari. “Ho verificato che negli Stati Uniti la situazione della Chiesa cattolica non è facile” prosegue Francesco. “C’è un’attitudine reazionaria molto forte, organizzata, che struttura un’appartenenza anche affettiva. A queste persone voglio ricordare che l’indietrismo è inutile e bisogna capire che c’è una giusta evoluzione nella comprensione delle questioni di fede e di morale“.

Secondo il Papa la visione della dottrina della Chiesa come un monoliteè errata“. “Ma alcuni si chiamano fuori, vanno all’indietro, sono quelli che io chiamo ‘indietristi’. Quei gruppi americani dei quali parli, così chiusi, si stanno isolando da soli. E anziché vivere di dottrina, della vera dottrina che sempre si sviluppa e dà frutto, vivono di ideologie. Ma quando nella vita abbandoni la dottrina per rimpiazzarla con un’ideologia, hai perso, hai perso come in guerra“.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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